13/6/2014 – Prima hanno fatto una fusione suicida minata sin dalla nascita dalla montagna di debiti accumulati dalla Sofiser, poi quando è scoppiato il bubbone non hanno ricapitalizzato la società Fiere di Reggio e anzi hanno impedito l’ingresso di un socio forte come Fiere di Milano. Ma ora che la società di via Filangieri è finita in concordato, i soldi saltano fuori.
E’ ben strano il comportamento dei soci pubblici in tutta la disastrosa vicenda di Fiere di Reggio (per la quale sinora non ha pagato nessuno, politicamente parlando).
Ora, sotto la spinta della presidente Sonia Masini, che sin dal primo momento ha abbracciato il diktat dell’ex assessore regionale Muzzarelli (quello che ha sbarrato la strada a Fiera di Milano), la Provincia ha deliberato di mettere sul piatto delle Fiere ben quindici milioni di euro come ulteriore quota capitale sotto forma di azioni della società Autobrennero. La manovra è contenuta nel quarto e ultimo assestamento di bilancio approvato ieri dal Consiglio Provinciale, che prevede fra l’altro “di sottoscrivere e conferire in natura in FieRemilia srl un’ulteriore quota pari ad € 15.500.000,00, finalizzata all’attuazione del “piano da eseguire in modo integrato” del concordato di Reggio Emilia Fiere srl, costituita da azioni della società Autostrada del Brennero SpA, società partecipata dalla Provincia di Reggio Emilia e di rimandare ad un successivo atto l’eventuale sottoscrizione in denaro di un ulteriore importo fino ad un massimo di € 3.000.000,00.
In sostanza, palazzo Allende ha destinato sino a 18 milioni di risorse pubbliche per far uscire le Fiere di Reggio dal concordato.
Il capogruppo di Forza Italia Giuseppe Pagliani (ora eletto in comune a Reggio) ha attaccato duramente la manovra, definendola come una «sconsiderata operazione finanziaria, fuori luogo e inaccettabile», votata ieri «grazie al cielo senza aver ottenuto l’immediata esecutività della delibera».
La Presidente Masini «che ha costellato il proprio ultimo mandato consigliare con una quantità infinita di errori – aggiunge Pagliani in una nota – ha compiuto l’ultimo atto di arroganza ponendo 15 milioni quale finanziamento a favore della società Fiere. Le fatidiche azioni della società Auto Brennero, poste a garanzia della procedura concordataria e della sua uscita in bonis, sono un patrimonio che l’ente si è ripromessa innumerevoli volte di vendere, ma senza mai riuscirvi.
La vendita poi delle azioni Auto Brennero non è assolutamente certa, così come troppo audace è l’ipotesi immobiliare di ricevere in cambio delle azioni Auto Brennero, l’area sita a fianco dei capannoni delle Fiere.
Ci dovrebbe però meglio chiarire, la Presidente Masini, i motivi e le responsabilità che hanno condotto alla grave crisi economica e finanziaria della società Fiere.
La presidente aveva troppi rappresentanti nominati all’interno di Sofiser. Come mai la Provincia ed i suoi rappresentanti in queste società hanno dormito in tanti anni?».
Pagliani ha poi puntato il dito su Progetto Reggio: «Lo scontro che si è inscenato all’interno del centrosinistra con il consigliere Baccarani contrario, e il consigliere Beltrami astenuto, è stato però maldestramente appoggiato da due colleghi dell’opposizione che avrebbero fatto meglio ad andare al mare, in quanto la responsabilità di avere fatto passare questo piano è, a nostro avviso, gravissima».
Non si è fatta attendere la replica del consigliere Stefano Tombari di Progetto Reggio:«L’assestamento è stato approvato con 15 voti a favore, 5 contrari e 2 astensioni, in base a quali strani ragionamenti si sostiene che sono serviti i voti del nostro gruppo per l’approvazione? Se avessimo espresso voto contrario la delibera sarebbe stata approvata con 13 voti a favore, 7 contrari e 2 astensioni: come mai, chi fa l’eroe del giorno dopo non è uscito al momento della votazione facendo mancare il numero legale?”.
Stefano Tombari
14/06/2014 alle 11:59
mi vedo COSTRETTO anche qui ad evidenziare che, nonstante la lecita chiave di lettura della redazione, il mio comunicato, precedente a quello soprariportato, non era in replica a FI (che ovviamente sarebbe stata contraria) ma ai voti di astensione e contrari della maggioranza, che se fossero stati davvero contrari, avrebbero potuto abbandonare l’aula assieme alle suddette opposizioni, e lasciare la stessa senza numero legale.
Progetto Reggio ha fatto una scelta precisa, e cioè di fare approvare in pratica all’unanimità (19 voti favorevoli) un odg il cui dispositivo riporto nella sua parte essenziale: ” addivenire comunque, entro 6 mesi dalla data di sottoscrizione del relativo aumento di capitale, alla soddisfazione dei creditori chirografari, posta del tutto separata dalle passività verso banche e altri intermediari finanziari”.
Un impegno “forte” rispetto agli anelli deboli delle procedure concorsuali.
Alla fine di tutto sarà il tempo a dire la sua, ma la nostra è stata una scelta trasparente e consapevole, pur nel rispetto delle singole individualità del gruppo, che ringrazio sinceramente di cuore per tutto il lavoro svolto assieme in questi anni.
Fausto Poli
18/06/2014 alle 13:40
Qui gli amministratori sono tutti Houdini. Il potere e’ nulla senza controllo. E ne fa le spese sempre il cittadino.