19/6/2014 – La criminalità cinese si è scatenata questa notte contro i connazionali di Reggio. In quattro, di cui due armati di pistola, con il volto travisato, hanno rapinato il bar Koko Loko in via Papa Giovanni XXIII, al civico 23, poi sono saliti nell’appartamento dove vive una ragazza cinese, anche lei dipendente dello stesso bar: l’hanno maltrattata, legata e imbavagliata. La ragazza, che ha vent’anni, è stata medicata al Pronto Soccorso con prognosi di sette giorni, e dimessa.
Questa notte intorno alle 3 un uomo ha lanciato l’allarme al 113, dopo aver trovato sul pianerottolo del suo appartamento una vicina di casa di nazionalità cinese riversa a terra, legata con delle fascette di plastica ed imbavagliata con nastro da imballaggio.
Gli Agenti hanno raggiunto lo stabile di via Papa Giovanni: la ragazza ancora sotto choc ha detto di essere stata rapinata in casa da suoi connazionali, che avevano anche “visitato” il bar Koko Loko dove lavorava, situato nella stessa via.
I poliziotti si sono precipitati al bar Koko Loko, e lì hanno trovato il titolare di 53 anni e una dipendente di 34, entrambi cinesi, anche loro legati e imbavagliati, ma erano appena riusciti a liberarsi.
La ragazza dell’appartamento ha raccontato che circa un’ora prima era stata sorpresa nel sonno da connazionali travisati, i quali, dopo aver inutilmente rovistato nei locali del bar, erano venuti a casa sua alla ricerca di una fantomatica cassaforte del titolare (che non avevano trovato nell’esercizio). E’ la ragione per cui la ventenne cinese sapeva cos’era accaduto al titolare e alla sua collega. I quattro orientali, dopo aver messo a soqquadro l’intero appartamento, se ne sono andati non senza portar via il telefono cellulare.
Quando si è ripreso dallo choc il gestore del bar ha raccontato che, mentre stava ultimando le pulizie del locale assieme alla dipendente, è stato aggredito da quattro persone travisate, di cui due armate di pistola, che si sono avventati sui due malcapitati e li hanno imbavagliati dietro il bancone del bar per poi arraffare il denaro dalla cassa, alcune migliaia di euro come dichiarato dalla vittima, e rovistare nel resto degli ambienti.