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Parmigiano con latte contaminato da aflatossina. Quattro arresti, sequestrate 2.400 forme. Il consorzio: “Massima severità”

19/6/2014 Quattro persone agli arresti domiciliari, ben 63 persone indagate, 2 mila 402 forme di Parmigiano Reggiano sequestrate in 13 caseifici del parmense.

milkE il clamoroso bilancio di una indagine dei Nas di Parma, coordinata dal sostituto della Procura di Parma Fabrizio Pensa e in corso da undici mesi, sul formaggio prodotto con partite di latte contaminato da aflatossina.

Le manette sono scattate per il direttore del Centro servizi per l’agroalimentare Sandro Sandri, per due contitolari di un caseificio di Lesignano Bagni e per il titolare un’azienda agricola di Montechiarugolo che collaboravano tra loro.

Sono tutti ai domiciliari con l’accusa in concorso di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di falso in atto pubblico, alla commercializzazione di sostanze alimentari nocive e di prodotti non genuini come genuini. Contestata inoltre la tentata truffa aggravata finalizzata alla ricezione di pubbliche erogazioni da parte della Regione, per i contributi che possono essere richiesti all’ente per la qualità del latte.

L’indagine ha portato alla scoperta di un incredibile giro di falsificazione dei risultati delle analisi sul latte usato per il Parmigiano Reggiano: secondo gli investigatori venivano infatti alterati i parametri sulla presenza di aflatossina, sostanza potenzialmente cancerogena che si può formare nel mais in periodi di siccità e passare poi nel latte attraverso la catena alimentare.

I carabinieri hanno sequestrato tutte le forme di parmigiano in stagionatura prodotte col latte contaminato: si tratta, come detto, di 2 mila 402 forme bloccate in 13 caseifici del parmense e che saranno destinate alla distruzione.

A compiere le analisi era stato il Centro servizi per l’agroalimentare di via Torelli, a Parma, un laboratorio privato accreditato a livello nazionale per il settore caseario.

Negli ultimi mesi però le analisi sarebbero state contraffatte, in particolare con l’alterazione dei risultati sulla presenza di aflatossina.

Secondo l’Unione europea, l’aflatossina può essere tollerata solo in quantità minima, pari a 0,05 microgrammi per litro. Nelle partite di formaggio analizzate dai carabinieri invece è stato accertato che il limite in alcuni casi sforava fino a quasi il doppio delle quantità consentite.

IL CONSORZIO: MASSIMA SEVERITA’

20/6/2014 – In un comunicato diffuso ieri sera Il Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, presieduto da Giuseppe Alai, esprime “un sentito ringraziamento ai ministri Beatrice Lorenzin e Maurizio Martina, alla Procura di Parma e ai carabinieri del Nas per l’azione repressiva portata a termine e per la solidarietà espressa nei confronti del nostro sistema produttivo”.

“Non conosciamo i presupposti dell’indagine, ma sottolineiamo l’importanza del tempestivo delle autorità pubbliche. Se verranno confermate le responsabilità di questa vicenda – prosegue il Consorzio – auspichiamo che gli interessati siano perseguiti con la massima severità”.

“In questa azione – conclude l’Ente di tutela – il Consorzio farà fino in fondo la propria parte, rappresentando un sistema produttivo serio che subisce un’azione lesiva degli interessi di tutti i produttori”.

 

LE REAZIONI

latteL’operazione è stata accolta con soddisfazione dal Ministero delle Politiche agricole e dal Ministero della Salute. Afferma il ministro Maurizio Martina: “L’operazione della Procura di Parma e dei Nas a tutela della salute dei consumatori e del Parmigiano Reggiano è la conferma che il nostro sistema di controlli funziona. Abbiamo gli anticorpi giusti per contrastare con efficacia chi viola le regole, creando danni enormi alla reputazione dei nostri prodotti.

Dobbiamo anche ribadire che non c’è al mondo un sistema di verifiche come quello previsto per i prodotti di qualità italiani. Solo nel 2013 abbiamo condotto più di 130mila controlli e tra i prodotti DOP e IGP il tasso di contraffazione mostra percentuali molto basse. Il Governo è totalmente impegnato al fianco dei produttori che rispettano la legge e sono protagonisti di quel grande successo che è il Made in Italy agroalimentare, che vale oltre 33 miliardi di euro solo di export. Allo stesso tempo l’obiettivo primario resta quello di garantire la salute e la fiducia dei consumatori italiani ed internazionali”.

“L’operazione dimostra l’efficacia dei controlli sulla sicurezza alimentare nel Paese, priorità assoluta del nostro Governo e del Ministero della Saluteha detto a sua volta il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – I risultati dell’indagine ci rassicurano sulla limitatezza dei casi, che riguardano solo una parte della produzione. Per questo possiamo tranquillizzare i consumatori italiani e stranieri. Proseguiremo nei controlli con il massimo del rigore a garanzia del Consorzio Parmigiano Reggiano, che è parte lesa”.

Fa eco Coldiretti Emilia-Romagna: “Ancora una volta – sottolinea Coldiretti – il sistema dei controlli in Italia si rivela al top dell’efficacia in Europa per tempestività e capillarità, in grado di individuare tutte le situazioni di potenziale rischio e in grado di intervenire chirurgicamente sui prodotti a rischio. E’ un fatto grave – commenta la Coldiretti – che il latte contaminato sia stato utilizzato per produrre Parmigiano Reggiano. Tuttavia l’operazione dei Nas ha individuato prontamente le 2.400 forme a rischio: si tratta di una parte limitatissima dei 3 milioni di forme prodotte ogni anno (lo 0,07%  del totale) confermando l’efficacia dei controlli che nel nostro Paese mettono al sicuro produttori onesti e consumatori”.

Il Consorzio parte innanzitutto da “un sentito ringraziamento ai ministri Beatrice Lorenzin e Maurizio Martina, alla Procura di Parma e ai carabinieri del Nas per l’azione repressiva portata a termine e per la solidarietà espressa nei confronti del nostro sistema produttivo”.

“Non conosciamo i presupposti dell’indagine, ma sottolineiamo l’importanza del tempestivo delle autorità pubbliche. Se verranno confermate le responsabilità di questa vicenda – prosegue il Consorzio – auspichiamo che gli interessati siano perseguiti con la massima severità”.

“In questa azione – conclude l’Ente di tutela – il Consorzio farà fino in fondo la propria parte, rappresentando un sistema produttivo serio che subisce un’azione lesiva degli interessi di tutti i produttori”.

 

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Una risposta a 1

  1. Fausto Poli Rispondi

    19/06/2014 alle 20:37

    Latte, formaggio, ma la prima foto credo sia attinente……..

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