19/6/2014 – Iren distribuirà un dividendo pari a 0,0523 euro per azione: lo ha deciso ieri l’assemblea dei soci della multiutility quotata in Borsa e controllata dai comuni di Reggio Emilia, Parma, Torino e Genova, riunita nella sede legale di via Nubi di Magellano a Reggio Emilia, a conferma della delibera del Cda del 27 marzo scorso.
E’ stata così respinta la proposta dei piccoli azionisti di non distribuire dividendi per quest’anno, o almeno ridurne sensibilmente l’importo, a fronte dell’indebitamento e dei rischi di gestione.
Un comunicato di Iren, emesso ieri sera a mercati chiusi afferma che “i risultati 2013 si presentano in miglioramento rispetto al 2012, sia livello operativo che a livello finanziario. Ciò ha permesso di ridurre ulteriormente il rapporto debito netto/ebitda, che egli ultimi anni è passato dal 4,5 registrato nel 2001 al 3,9 del 2013”.
In realtà siamo di fronte a un dimezzamento dell’utile netto di 80,6 milioni di euro rispetto ai 152,6 milioni del 2012 in conseguenza “di elementi non ricorrenti dovuti all’effetto combinato del rimborso straordinario di Irap, nel 2012, e delle valutazioni che hanno comportato la revisione del valore di alcuni asset e partecipati (per un importo complessivo di 53,3 milioni di euro)” .
Il risultato operativo (Ebit) infatti si contrae del 6,3% a 313,1 milioni, contro i 334,1 registrati nell’esercizionprecedente. L’utile della gestione ordinaria (prima delle tasse) si attesta a 133,8 milioni in crescita rispetto ai 125, 3 rispetto al 2012. Ma ciò che conta è il risultato finale, che non è brillante.
L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre scorso è pari a 2 miliardi 525 milioni di euro, in riduzione di 30 milioni di euro rispetto ai 2 miliardi 555 milioni del 31 dicembre 2012: “Incorpora – si legge nel comunicato Iren – gli effetti positivi dei risultati economici e delle azioni intraprese dal Gruppo che hanno permesso di ridurre in maniera consistente il capitale circolante”.
L’assemblea degli azionisti Iren, inoltre, ha nominato su proposta dell’azionista Equiter Spa, Augusto Buscaglia quale Consigliere di amministrazione in sostituzione di Walter Firpo.
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FANTUZZI (PICCOLI AZIONISTI): “IERI UN’ASSEMBLEA DIVERSA DAL SOLITO”
ASSEMBLEA IREN, MOLTI NO SULLE REMUNERAZIONI: MAL DI PANCIA SUL “PARACADUTE D’ORO” ALL’A.D. PROFUMO FA FINIRE L’OSTRACISMO CONTRO I PICCOLI AZIONISTI
18/6/2014 – Un cambio sensibile di registro nell’atteggiamento dei vertici Iren verso i piccoli azionisti, rispetto al muro contro muro che aveva caratterizzato le assemblee precedenti. E’ questa la sostanza “morale” dell’assemblea dei soci della multiutility Emilia-Torino-Genova, presieduta da Francesco Profumo, che oggi ha approvato il bilancio 2013 e le politiche di remunerazione interna.
Di fronte alle domande poste dai piccoli azionisti (nella sala di via Nubi di Magellano sono intervenuti Francesco Fantuzzi sul bilancio, Mario Paolo Guidetti, Luigi Bottazzi, Ettore Camozzi di Piacenza, Donato Vena eFabio Zani) il presidente Profumo ha chiesto un break di un quarto d’ora per preparare una risposta articolata ai numerosi quesiti posti negli interventi. Una cosa del genere non era mai accaduta.
Sul caso Sinergie Italiane è stato chiarito che nel dissesto Andrea Viero non ha responsabilità, e che anzi il buco dovrebbe essere inferiore a quello previsto. Sui compensi ai consiglieri, Profumo ha confermato che rispetto al passato ci sarà un risparmio. Sulla “tariffa puntuale” per i rifiuti (si paga in base a quando si smaltisce) è stato annunciato che questo obiettivo dovrà andare in porto nel 2015.
Il bilancio 2013 è stato illustrato dall’a.d. De Santin, in maniera giudicata da molti esauriente. Non è passata la richiesta di non prevedere dividendi quest’anno, o almeno di ridurli. Iren pagherà, i comuni possono stare tranquilli.
Un risultato significativo i piccoli azionisti lo hanno ottenuto comunque, sul fronte degli emolumenti. Avevano chiesto di dividere in due la delibera, per far votare a parte il “paracadute” di due anni offerto all’amministratore delegato in caso di dimissioni prima della scadenza del triennio contrattuale. Questa proposta non è passata, tuttavia è accaduto qualcosa di mai visto prima: un buon 14% dell’assemblea ha si è astenuto o ha votato contro le politiche di remunerazione. Evidentemente il “paracadute” non piace a molti nell’epoca della spending review.
Si sono astenuti numerosi sindaci, e fra questi Mammi di Scandiano. Nasce una fronda dentro Iren?