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Affaire Terremerse, il Pg chiede condanna a due anni per il governatore Errani (già assolto in primo grado)

14/6/2014 – Due anni per il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, 2 anni e 2 mesi per i dirigenti Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti. Sono le condanne chieste dal pg Miranda Bambace nel processo d’appello ‘Terremerse’.

Attraverso il suo avvocato Alessandro Gamberini, Errani “ribadisce che ha assoluta fiducia nella magistratura ed è assolutamente fiducioso che verrà confermata la sentenza che lo ha assolto con la formula ‘perché il fatto non sussiste'”. Sentenza l’8 luglio.

Errani deve rispondere di falso ideologico per la vicenda della cooperativa Terremerse, guidata da suo fratello Giovanni, e alla quale la Regione concesse contributi per oltre un milione di euro per la realizzazione di una nuova cantina sociale.

In primo grado, a novembre del 2012, il governatore era stato assolto dal Gup Bruno Giangiacomo, con rito abbreviato, “perché il fatto non sussiste”. Il pm Antonella Scandellari e il procuratore capo Roberto Alfonso avevano chiesto una condanna di 10 mesi e 20 giorni. Da qui la decisione della procura della Repubblica di andare al secondo grado di giudizio.

Secondo la ricostruzione fatta in primo grado dal pubblico ministero Antonella Scandellari, Vasco Errani nell’ottobre 2009 avrebbe istigato due funzionari regionali, Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti, a compilare una relazione falsa sulla vicenda Terremerse, inviata poi ai magistrati della stessa Procura e letta al consiglio regionale riunito. Il tutto, secondo la pm, con l’obiettivo di depistare le indagini sul fratello Giovanni e l’affaire Terremerse.

Per il filone principale della vicenda, cioè per quel finanziamento da un milione di euro ottenuto senza che, secondo l’accusa, ci fossero i requisiti, Giovanni Errani e altri due imputati sono a processo davanti al tribunale di Bologna con l’accusa di truffa e falso ideologico. La Regione Emilia Romagna si è costituita parte civile.

Un altro protagonista, funzionario della Regione, Aurelio Selva Casadei, è stato già condannato per la medesima vicenda a un anno e due mesi con rito abbreviato in primo grado: di fatto, con questa condanna, un giudice ha per la prima volta riconosciuto la sussistenza di una truffa nella vicenda.

La parentela tra Vasco e Giovanni Errani era rimasta, secondo il gup Bruno Giangiacomo, che ha assolto il governatore in primo grado, solo “uno spunto d’indagine”, “al più un indizio”. Insomma le imprecisioni scritte in quella relazione del 2009 non erano state dolose e non intendevano sviare eventuali indagini, ma solo rappresentare una difesa politica dalle accuse di un quotidiano.

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