24/5/2014 – La sera del 14 marzo scorso, nel centro di Pieve Modolena, un uomo di 64 anni è stato massacrato di botte da una banda composta prevalentemente da ragazzini che già avevano imperversato nella zona. Per settimane è rimasto in coma, una condizione dalla quale è uscito soltanto qualche giorno fa.
Il caso, senza precedenti a Reggio (dove pure si moltiplicano le violenze di questo genere, come dimostrano le aggressioni agli autisti del bus) è stato rivelato da un’inchiesta del Giornale di Reggio sul dilagare del bullismo.
L’uomo è stato ridotto in fin di vita solo perché aveva cercato di prendere a parole le difese di un’amica, importunata poco prima. Anche lei non è scampata alla furia cieca dei bulli: dall’allucinante vicenda è uscita con alcune costole rotte.
L’episodio non era stato rivelato per non compromettere le indagini: la polizia aveva subito imboccato la pista giusta ed era necessario non mettere in allarme i sospettati anche per poter raccogliere informazioni su altre loro aggressioni.
A inchiesta conclusa, ne ha fatto però cenno il questore di Reggio, Domenico Savi, parlando del fenomeno del bullismo alla recente festa della Polizia. Gli agenti, ha detto il questore, sono riusciti ad individuare la banda, e il fatto preoccupante è che è composta prevalentemente da minorenni. Ed ha aggiunto che a questa banda sono addebitate ora diverse altre aggressioni, anche a sfondo razzista, avvenute negli ultimi tempi nel quartiere di Pieve, e finora passate sotto silenzio. Il figlio dell’uomo ridotto in coma, nel frattempo, si è rivolto all’avvocato Gianluca Tirelli, per chiedere tutela.
Ed ecco i fatti.
Siamo in un bar di Pieve che si affaccia sulla via Emilia, ed è tarda sera. L’aggredito vede entrare una sua amica che, all’esterno, è già stata molestata dalla banda, e senza alcun motivo. Entrano anche i ragazzini, che continuano ad insultare la donna. L’uomo cerca di prendere le sue difese, ma i teppisti si scagliano, per il momento solo verbalmente, anche contro di lui. Per evitare grane, i due escono dal locale ed attraversano la strada con l’intenzione di entrare in un bar che si trova quasi di fronte. Ma alcuni dei ragazzini li seguono e li aggrediscono. E’ un pestaggio feroce. Poi fuggono, lasciando i due a terra. Quando arrivano i soccorritori del 118, l’aggredito è privo di conoscenza perché ha riportato un grave trauma cranico. Per settimane è stato tra la vita e la morte, al Santa Maria Nuova, fino a quando i sanitari sono riusciti a farlo uscire dal coma.
A parte questo incredibile e gravissimo episodio, che non sembra avere precedenti nella nostra realtà, il fenomeno del bullismo sembra in crescita, nel comune di Reggio. E’ proprio dai dati resi noti in quella occasione dal questore che si desume l’aumento in atto: nei primi quattro mesi di quest’anno, infatti, sono stati denunciati 15 episodi di bullismo, mentre erano stati dieci nel corso di tutto il 2013. Nei primi quattro mesi sono stati presi inoltre 12 provvedimenti di ammonimento a tutela dei minori, mentre erano stati 11 nel corso dell’intero 2013.
La questura – ha detto Savi – presta una particolare attenzione alla prevenzione e al contrasto del bullismo, considerando tale fenomeno come un campanello di allarme che segnala l’esistenza di comportamenti devianti fin dall’infanzia. Comportamenti che possono poi confluire nel mondo della criminalità adulta. Per questo la questura, da anni, è impegnata nelle scuole con interventi di prevenzione e con lezioni sull’argomento.