18/5/2014 – Sembrava un gioco buono per scommettere una pizza con gli amici, invece il confronto tra le piazze reggiane di Grillo (venerdì scorso) e di Renzi (sabato sera) è diventato il centro della cronaca politica nazionale, soppiantando dichiarazioni, invettive, promesse e impegni programmatici.
Piazza Prampolini come l’ombelico del mondo. Segno che il tema sino a domenica prossima sarà lo scontro frontale tra pd e grillini, che stanno sfondando in tutta Italia.
Ieri il corriere.it ha addirittura sbattuto in apertura della home page il confronto fotografico tra le due piazze, quindi come notizia più rilevante del giornale.
Sabato sera il segretario del Pd Andrea Costa aveva dichiarato trionfante “siamo in diecimila!”, e Renzi poi ha gridato: “Ognuno di voi ne fa due”, intendendo che i grillini la
settimana prima erano la metà, quindi cinquemila. Diversi media hanno già ceduto al richiamo dell’offerta due per uno, ma in realtà le persone abituate a valutare i grandi comizi la pensano diversamente.
Per loro il popolo di Renzi-Del Rio e quello di Grillo hanno fatto pari e patta. C’era, sì, un po’ più gente daa Grillo, tenendo cont del palco del Pd era più grande, dei grossi stand (gnocco fritto e propaganda) collocati davanti al Municipio, e anche del cuneo vuoto alle spalle della postazione tv centrale. Nondimeno entrambe le piazze erano gremitissime e molto cariche.
Di certo non è vero che i grillini fossero la metà del Pd: del resto le foto scattate dalle medesime angolature fanno testo. Non è un caso se Renzi ha lanciato un appello vigoroso a lavorare in questa ultima settimana per strappare voti sia ai grillini sia a Berlusconi.
La campagna elettorale, se vogliamo basarci sui responsi di piazza Prampolini, si risolverà sul filo di un’incollatura, ma senza dimenticare che alla fine saranno gli assenti a determinare l’esito del voto.
***
18/5/2014 – Momenti di tensione e superlavoro per le forze dell’ordine prima del comizio elettorale del premier Matteo Renzi in piazza Prampolini che – così ha annunciato al microfono il segretario provinciale Pd Andrea Costa – ha richiamato “diecimila persone”.
Verso le ore 17.00 di ieri pomeriggio con una telefonata giunta alla Centrale Operativa della Questura una persona dall’accento meridionale preannunciava un attentato al Presidente del Consiglio. “Stasera ci sarà un attentato a Renzi” ha detto l’uomo, sicuramente italiano e, come detto, con un’inflessione dialettale meridionale. I servizi immediatamente disposti dalla Polizia permettevano di individuare nella cabina telefonica di via Nobili l’apparecchio che era stato utilizzato per la minaccia.
Da qui le pronte indagini della Digos che con l’ausilio delle telecamere di video-sorveglianza e l’immediato esame di una cerchia di sospettati perveniva in pochi minuti ad indirizzare l’attività investigativa nei confronti di T. S., operaio disoccupato residente in città, con precedenti di Polizia per procurato allarme, minaccia e atti persecutori, di quasi sessanta anni.
Gli agenti lo rintracciavano nella sua abitazione che veniva immediatamente perquisita con l’ausilio delle unità cinofile e che dava esito negativo e l’uomo, messo alle strette, confessava di essere l’autore della telefonata, riservandosi sui motivi del gesto. Lo stesso è stato denunciato per procurato allarme e per tutta la serata controllato in maniera discreta.
Nel contempo i servizi di ordine pubblico disposti dalla Questura, in una piazza Prampolini gremita di persone, adeguati ma assolutamente discreti, permettevano il pieno mantenimento della sicurezza pubblica senza registrare inconvenienti.
Si segnala tuttavia che circa una trentina di aderenti al “movimento dei forconi” si erano introdotti alla spicciolata nella piazza con uno striscione di contestazione ed un megafono all’evidente fine di disturbare il comizio. Gli stessi sono stati individuati dalle forze dell’ordine, identificati e video-ripresi e tenuti sotto controllo da personale in borghese che evitava qualsiasi tipo di interferenza con il discorso del Premier.
Detti manifestanti decidevano di lasciare la piazza prima della fine del comizio.
***
Folla delle grandi occasioni ieri sera nella centralissima piazza Prampolini, presa d’assalto dal popolo democrat e da tanti curiosi della vasca del sabato.
Tra politica nazionale e gnocco fritto sotto il Municipio, il premier e leader Pd Matteo Renzi dal palco ha tirato la volata ai candidati sindaci del centrosinistra in provincia (in primis al candidato del capoluogo, Luca Vecchi) e, soprattutto, lanciato frecciate a Beppe Grillo e al Movimento 5 Stelle, il vero e temibile avversario – da battere – di questa tornata elettorale.
Si comincia in ritardo, alle 21.15. Sul palco, oltre al Messia, prendono la parola Alessandra Moretti (capolista del Pd alle Europee nella Circoscrizione Italia nord-orientale) e Luca Vecchi, l’erede al trono che fu di Delrio (oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio e pure lui presente sul palco).
Dopo il saluto del segretario provinciale Costa (“Siamo in 10mila”), dopo il comizio della Moretti, che ha detto che nell’Europa e nell’Italia di oggi, “quella che vogliamo”, non c’è posto per i “pagliacci” (probabilmente in risposta alla celebre battutona di Grillo, pronunciata sullo stesso palco una settimana prima, laddove il comico genovese, parlando di Delrio, disse che da ricercatore potrebbe trovarsi ricercato: insomma, un calembour da risata crassa) e dopo l’intervento di Vecchi (“Reggio risponde agli insulti con i fatti: sbloccheremo centinaia di milioni di euro per recuperare le Reggiane e farne un polo di innovazione e conoscenza… quindi realizzeremo l’Arena della Musica al campovolo e apriremo le scuole al pomeriggio, e poi reagiremo con forza a ogni tentativo di insediamento mafioso”), arriva il momento dello show di Matteo.
Proposte, battute, dati. Renzi ribadisce che solo loro (solo loro del Pd) sono in grado di salvare il paese, e chiama il suo avversario (il convitato di pietra Grillo) “Beppe Gufo”, rispondendo così agli appellativi indirizzatigli da tempo dal socio di Casaleggio (“Renzie” e “l’Ebetino”). C’è il tempo per un’altra stoccatina ai suoi competitor più insidiosi: “Grillo e Berlusconi sono molto più simili di quanto non appaia”.
Poi fa un appello ad andare a cercare i voti in questa ultima settimana, fondamentale per convincere gli indecisi, e rivolgendosi all’elettorato di Berlusconi (cui si rivolge per una sorta di campagna acquisti last minute, come fossero saldi di fine stagione) fa partire la battuta: “Non vi sono bastati questi ultimi 20 anni?”.
“Prima l’Italia e poi il partito”, dice nelle vesti di statista. E quindi fa un appello all’unità nazionale e all’orgoglio tricolore (“Caro Grillo, non si fischia l’inno nazionale: perché possiamo dividerci su tutto, ma non sui fondamentali, perché siamo italiani”). Il popolo di piazza Prampolini via via si carica e applaude.
Poi scherza con il braccio d’estro Delrio su una serie di proposte e ricette per l’Italia che a Reggio, città avanti e virtuosa, avrebbero già trovato casa e applicazione: “Lui mi guarda con un sorriso beffardo e mi dice: ‘A Reggio lo abbiamo già fatto’…”. E aggiunge che il suo governo ha già sbloccato 3,5 miliardi per le scuole.
Ancora: “Per i politici che rubano ci vuole il Daspo”, ovvero: via, a casa! “Restituiremo all’Italia la piena credibilità che merita”.
E sui fondi europei: “O il Sud li spende o li spenderemo noi”. Per non parlare del sistema giustizia, troppo lento: “La giustizia civile non è civile, è barbara!”.
Parla in maniera decisa ed efficace, è un bravo oratore e sa tenere la scena. Infine, dopo aver fatto l’elogio di San Nonno, cioè dei pensionati, cui un giorno celebrativo ah hoc dovrà essere inserito nel calendario, ha tirato la volata al candidato sindaco Pd Vecchi: “Bisogna far passare Luca al primo turno, così risparmiamo i soldi del ballottaggio”. Il pubblico si spella le mani, divertito e compiaciuto, dopo mezz’ora di compagnia del Messia, colui che ha dato una speranza all’Italia e forse un senso al Pd.
Sipario.
carlo
19/05/2014 alle 10:01
Non interessa chi ha maggior presenze, ma le idee ed i fatti. Purtroppo navighiamo ancor in mezzo a molte chiacchiere e slogan.
renzie fritto
20/05/2014 alle 10:25
Indipendentemente dal fatto che gli spettatori non coincidono affatto coi votanti dell’una o l’altra parte (conosco diverse persone che hanno presenziato votando addirittura altre liste oppure andavano semplicemente ad ascoltare ‘la parte avversa’) –
credo che stavolta non basterà il gnocco fritto a ‘seppellire’ montagne di lardo presente/passato che COLA.
Dietro l’angolo vedo far capolino una dieta drastica e forse direi salutare per il Paesone italico e la cittadina di Reggio, tutto sommato.
BASTA COI GRASSI ANIMALI.
Non fatevi neppure illusioni che io sia dei cinque stelle. Faccio soltanto una considerazione in base al ‘sentiment’ che raccolgo tra le persone.