2/5/2014 – Ma signora Prampolini, perchè mi fa arrabbiare le centrali cooperative?
“Mah, non li ho proprio capiti. Io non ho attaccato le cooperative in quanto tali, ma le storture del sistema all’origine del disastro che abbiamo sotto gli occhi. Eppure dovrebbero essere loro per prime a denunciarle, queste storture, e a mettervi rimedio. Dovrebbero essere loro le prime a difendere i soci e le piccole coop messe in crisi dai dissesti delle grandi cooperative”.
Non le sembra siano intervenuti a gamba tesa in campagna elettorale?
“Certamente trovo tutto questo di cattivo gusto. Il tema delle porte girevoli è stato uno dei primi che ho tirato fuori quando sono diventata presidente di Confcommercio. Nessuno può dire niente. Ed è assolutamente naturale che un’associazione intrattenga buoni rapporti con le altre altre. Penso che siano stati spinti da qualcuno che sulla questione delle girevoli si è sentito tirato in causa”. Nomi? “Ma no. Ho voluto sollevare il problema, e vedo che ho centrato l’obiettivo”.
E’ stato un Primo Maggio duro e lavorativo quello della candidata magenta al comune di Reggio: Legacoop e Confcoop le sono saltate addosso con un comunicato congiunto mentre lei era impegnata ad attaccare i suoi manifesti elettorali con pennello e olio di gomito. Altro che ditte e coop di attacchini: Donatella Prampolini si è rimboccata le maniche come nei tempi in cui la politica si faceva con il cuore. Una sfida aperta a Luca Vecchi: “Sei capace a fare come me”?
Donatella Cristiana Allam insieme al fratello d’Italia candidato europeo Magdi mercoledì all’Europa alla presentazione della lista di Fratelli d’Italia-An
Dunque Donatella Prampolini ha scatenato un putiferio con il suo intervento sullo stato della cooperazione, scritto di getto dopo le notizie sul bilancio Ccpl in perdita di 30 milioni di euro. In sostanza, la Prampolini ha rilevato che la crisi delle grandi coop, soprattutto di costruzioni, nasce anche da quel sistema delle porte girevoli – termine coniato da Bernardo Caprotti – che ha portato ai vertici delle imprese anche persone scelte non con criteri meritocratici, ma in base all’appartenenza politica.
Luca Vecchi le ha subito replicato con una intervista-lenzuolo prendendo le difese d’ufficio della cooperazione. Va ricordato che Vecchi, capogruppo del Pd in consiglio a Reggio, ha rapporti consolidati col sistema Legacoop, di cui è uno dei commercialisti e revisori di riferimento. Al punto che quando il Comune ha venduto l’area ex casello A1 a Immobiliare Nord Est, che fa capo a Coop Nord Est, lui era contemporaneamente capogruppo Pd e presidente dei revisori dell’immobiliare.
Ma Donatellla Prampolini ha avuto il raro privilegio di una replica congiunta di Legacoop (presidente Simona Caselli) e di Confcoop (presidente Alai) che hanno usato toni piccati, definendo addirittura “inquietanti” le parole delle candidata. Avrebbe usato, secondo le due centrali, “termini e argomentazioni inusuali e fuorvianti”.
“È un film già visto – affermano – quando si è a corto di argomenti si attaccano le cooperative e si parla un tanto al braccio di agevolazioni”. Comunque la si veda, è la conferma che la crisi delle grandi coop, che colpisce duramente non solo soci e prestatori, è il tema caldo della campagna elettorale, che vede in difficoltà Vecchi e il Pd.
La Prampolini, in ogni caso, ha subito risposto per le rime. “Evidentemente abbiamo toccato un nervo scoperto, perché Vecchi non è assolutamente entrato nel merito delle questioni che ho posto e il suo intervento è stato semplicemente un manifesto ideologico della cooperazione, mentre oggi il nostro territorio ha bisogno di risposte urgenti, chiare e non autoreferenziali – scrive la candidata -. Vorrei precisare che il mio non è un attacco alla cooperazione in quanto tale, ricordiamoci infatti che ci sono tanti cooperatori che subiscono tutt’ora gli effetti di un sistema malato rappresentato da poche grandi cooperative che sviluppano fatturati da SpA”.
E aggiunge: “La tutela dell’imprenditoria sana, cooperativa o privata, deve essere un punto prioritario per tutti ed evidenziare le storture di una parte di un sistema non significa metterne in discussione i valori ma piuttosto tutelare i diritti di quei lavoratori che nelle difficoltà sono i primi a pagarne le conseguenze.
Non possiamo nascondere gli errori di una parte di questo mondo cooperativo, che ha messo in crisi una fetta consistente del nostro territorio provinciale, e non possiamo dimenticare gli effetti collaterali di alcuni concordati che hanno messo sul lastrico dipendenti, soci cooperatori, imprenditori dell’indotto, piccoli risparmiatori. Ci sono ancora migliaia di famiglie che aspettano risposte concrete che vanno al di là di un manifesto cooperativo, perché con le ideologie non si porta il pane in tavola”.
“Quanto al commento delle associazioni di categoria – Legacoop e Confcooperative – che ho trovato francamente stonato, ribadisco che l’eliminazione delle storture di una piccola parte del sistema da loro rappresentato dovrebbe stare a cuore soprattutto a loro, in quanto i primi ad essere penalizzati da una realtà caratterizzata da disparità di occasioni sono proprio le cooperative e gli imprenditori fuori dal “giro”, vittime collaterali di regole distorte. Riguardo alla mia doppia veste, non mi trovo assolutamente in imbarazzo perché sia da Presidente di Confcommercio che da candidata sindaco e cittadina la mia posizione è sempre stata coerente e rispettosa. Ciò non toglie che non si possa far finta che in questa provincia nulla sia successo”.
(Pierluigi Ghiggini)
Fare la sfoglia..
03/05/2014 alle 19:41
Chi non fa la sfoglia ‘è un ladro o una spia’ !!
Donatella credimi, torniamo alle ‘resdore’ di una volta, quelle che non si fanno fottere da un festivaldell’Umidità (anche perché l’umidità fa male alla sfoglia!).
DOVETE IMPASTARLI !!!
Recuperare antichi sapori…