di Pierluigi Ghiggini
28/5/2014 – Il procuratore della Repubblica Giorgio Grandinetti ha incaricato la Digos delle indagini sui presunti brogli ai seggi elettorali 7 di viale Montegrappa e n. 149 di via Premuda, relativi a preferenze per Salvatore Scarpino e Teresa Rivetti del Pd, che sarebbero state scritte dalla stessa mano.
Il fascicolo, aperto sulla base di due denunce della deputata Maria Edera Spadoni e del Movimento 5 Stelle, è stato affidato al sostituto procuratore Isabella Chiesi. Si prevede uno sviluppo relativamente rapido delle indagini, anche se potrebbe rendersi indispensabile una perizia calligrafica sulle preferenze scritte su alcune decine di schede (una trentina, secondo le denunce, soltanto quelle di viale Montegrappa). La Digos comunque è già al lavoro.
Ricordiamo che secondo l’esposto presentato dall’on. Spadoni, rappresentanti di lista e scrutatori avrebbero visto con i propri occhi che una trentina di schede conterrebbero preferenze scritte sempre dalla stessa mano per Scarpino, autorevole esponente del Pd in Sala del Tricolore, al suo terzo mandato da consigliere, e Teresa Rivetti, esordiente in Sala Tricolore, sempre del Pd, moglie dell’ex consigliere Carmine De Lucia, con alle spalle due legislature. Secondo l’ipotesi al vaglio della magistratura le preferenze sarebbero state aggiunte a schede già votate, e per tale ragione sarebbe balzata agli occhi la differenza della calligrafia.
Si tratta di accertare l’esistenza o meno degli estremi di reato previsti dall’articolo 100 del TU delle Leggi elettorali, relativo a falsificazione o alterazione del risultato elettorale: reato punibile con la reclusione da uno a sei anni che possono aumentare da 2 a otto anni se il fatto è commesso da un appartenente al seggio.
Del caso intanto si è occupata oggi pomeriggio anche la Commissione elettorale comunale, presieduta dal giudice Ramponi e riunita in seduta a porte aperte nella Sala Rossa del Comune. La Commissione oggi ha ascoltato il presidente del seggio n. 7 Pietro Drammis, il quale ha spiegato di aver deciso di non assegnare provvisoriamente la trentina di schede contestate a causa del trambusto creatosi nel seggio. Drammis su richiesta dei commissari avrebbe ricostruito la situazione di domenica sera.
Davanti alla telecamera di una tv locale sarebbe iniziato lo scrutinio delle schede una a una, come del resto prevedono le regole in vigore. Ma conclusa la ripresa tv, il presidente ha rovesciato l’urna sul tavolo e ha fatto i classici mucchietti, distribuendoli agli scrutatori. Operazione questa non proprio regolare, ma che viene effettuata spesso nel seggio al fine di sveltire lo scrutinio. Senonchè, commentano gli esperti, in una situazione del genere potrebbero effettivamente crearsi le condizioni per dei brogli.
La Commissione elettorale ha deciso di inviare il verbale con le dichiarazioni di Drammis alla Procura della Repubblica. In altra seduta dovrebbe essere ascoltato anche il presidente del seggio 149.
IL PD: NO RESPONSABILITA’ DI NOSTRI CONSIGLIERI
28/5/2014 – In serata il segretario cittadino del Partito Democratico, Mauro Vicini, è intervenuto sulla vicenda dei presunti brogli elettorali.
«Il caso del seggio 7 – ha detto Vicini – rischia di offuscare una vittoria cristallina del PD e dispiace, non per gli esiti sul risultato elettorale (su cui non influisce minimamente), ma per la grande generosità profusa dai candidati e dal partito in questo lungo periodo elettorale.
Spetta agli organismi preposti acclarare i fatti e se vi siano state responsabilità personali e limiti di vigilanza. Sono convinto – ha concluso il segretario cittadino PD – che non esistano coinvolgimento e responsabilità personali dei consiglieri PD eletti, cui va l’apprezzamento per l’impegno profuso e per il successo personale ottenuto».
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28/5/2014 – Il procuratore della Repubblica Giorgio Grandinetti ha annunciato un’inchiesta sui presunti brogli denunciati dalla deputata M5S Maria Edera Spadoni, per accertare se vi si siano fatti penalmente rilevanti. Alla procura della Repubblica sono stati presentati ieri mattina due esposti per presunte falsificazioni di preferenze su schede già votate: le hanno presentate la deputata grillina Maria Edera Spadoni, assieme ad Alessandra Guatteri, eletta in Sala del Tricolore, e all’avvocatessa Paola Soragna, pure lei eletta consigliera.
Le irregolarità denunciate riguardano il seggio 149, via Premuda, e il 7, viale Montegrappa. In sintesi, nei due seggi sono comparse schede che riportavano preferenze che sono sembrate scritte con la stessa calligrafia, e a favore dei candidati Pd Teresa Rivetti, moglie dell’ex consigliere Pd Carmine De Lucia e al suo primo mandato, e Salvatore Scarpino, un veterano del consiglio alla sua terza consigliatura. L’avvocatessa Soragna ha chiesto anche l’immediato sequestro di tutte le schede.
Da ieri intanto è al lavoro la commissione elettorale centrale che, presieduta dal giudice Luca Ramponi, dovrà riesaminare, a prescindere dai due esposti, tutte le schede che hanno avuto una qualche contestazione messa a verbale dal presidente. Non è ancora ben chiaro come la procura si potrà muovere: per dimostrare che la scrittura è di una stessa mano, e in tal caso saremmo di fronte a un reato penale, è indispensabile una perizia calligrafica.
Ecco cosa scrive l’on. Maria Edera Spadoni: “Stamattina io e la rappresentante di lista M5S Alessandra Guatteri abbiamo sporto denuncia contro ignoti: tutto è successo ieri quando durante lo spoglio delle schede riguardanti le amministrative, alla presenza di altri due rappresentanti di lista – Mario Lanzafame per la lista “Un’ altra Reggio” e Fabrizia Pini per il “Partito Democratico”- ci siamo accorti che su alcune schede per il Partito Democratico risultavano segnate delle preferenze tutte con la stessa grafia: su 31 schede sono state apposte preferenze per i candidati Rivetti e Scarpino.
Tutti i membri del seggio hanno verificato e confermato che la grafia era uguale e che in alcune schede la grafia con cui era scritto il nome Rivetti era chiaramente differente rispetto alla prima preferenza indicata, e uguale a quella apposta nelle schede contestate. Sono stata chiamata e ho visionato personalmente le schede.
Ma non è finita. A fine verbalizzazione dei rappresentanti del seggio ho chiesto di verbalizzare una mia dichiarazione: lo stesso presidente di seggio Pietro Drammis si è inizialmente rifiutato e da qui è iniziato un diverbio. Stesso problema si è verificato al seggio 149 in via Premuda: stessa calligrafia per preferenza Scarpino. Questa volta ad accorgersene è stata Patrizia Domenichini anche lei rappresentante di lista M5S che ha chiesto al presidente Marco Ascari di far intervenire immediatamente le forze dell’ordine: il presidente si è rifiutato. Ha messo comunque tutto al verbale. L’avvocato Paola Soragni – neo consigliere comunale M5S – ha presentato stamattina una querela su questa vicenda”.
Intanto Salvatore Scarpino, dirigente della Agenzia delle entrate, si è detto scosso e amareggiato: “Devo ancora approfondire i fatti, ma so solo che è una tegola che mi è caduta sulla testa e per me è una sofferenza – ha dichiarato alla Gazzetta di Reggio – Non nego che ha portato anche sconforto in famiglia. Confido nel lavoro della magistratura, perché sarà a tutela della mia onorabilità. Sono amareggiato ma non mi dimetto: non intendo dare ragione a chi mi vuole male». (p.l.g.)
carla
29/05/2014 alle 13:21
la risposta gia’ data da Vecchi come dal suo segretario è stata che “chi ha perso non sa accettare la sconfitta e quindi va a caccia di streghe”…
Ma credo che chi ha perso abbia l’intelligenza di capire che un risultato cosi’ schiacciante non sia discutibile solo per 20/30 schede contraffatte….
Piuttosto tale denuncia invece mette alla prova la veridicita’ di un’amministrazione che si professa a difesa della legalita’….
Quindi al posto dei cari consiglieri ai quali sono state date le preferenze fossi stata il Sindaco per trasparenza e legalita’ li avrei momentaneamente NON NOMINATI visti gli accertamenti in corso…
Ed invece pare che il nostro caro Sindaco parta proprio con un’azione di Superbia e non di Umilta’ nei confronti di chi ha richiesto la verita’.
Luisa
03/06/2014 alle 13:30
Dunque dato che quelle 30 schede palesemente contraffatte non modificano il risultato finale non bisogna fare luce sui fatti?
Da quando la correttezza e la trasparenza hanno colore politico?
Si è capito che quelle trenta schede erano modificate perchè erano scritte con la stessa calligrafia, se avessero laciato solo la X non si sarebbe mai scoperto. Come sono state mescolate alle altre? Ne sono state tolte altrettante perchè il numero complessivo fosse giusto? E se sono riusciti a sostituire quelle 30 schede, chi ci dice che non sia successo anche ad altre schede segnate solo con la X e quindi irrintracciabili?
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