7/4/2014 – I rottami del bimotore precipitato venerdì in un costone del monte Casarola, nel complesso dell’Alpe di Succiso, restano dove i soccorritori li hanno trovati e messi in sicurezza, per evitare che rotolino a valle.
La loro disposizione, infatti, è importante per l’inchiesta che sarà svolta dai tecnici dell’Enav per cercare di ricostruire le cause del tragico incidente nel quale è morto il pilota tedesco Hardy Kalitzki.
Intanto si può dire che il fatto che i rottami siano stati trovati nel versante nord della montagna, in un canalone a circa 1600 metri di quota, quando la montagna è oltre 1900 metri, dice che, per un qualche motivo, l’aereo stava volando troppo basso.
Il Piper 30 è un bimotore potente, era leggero perché a bordo aveva solo il pilota, ed essendo decollato da Genova avrebbe dovuto trovarsi ormai a una quota molto più alta, alla quale raggiungere tranquillamente Berlino, dove era diretto. Altro non si può dire, per il momento. Dal tipo di impatto , che dalla dispersione dei rottami sembra essere stato molto violento, si potrà dedurre a quale velocità, e con quale inclinazione, il bimotore sia finito contro il versante.
Sfay
13/05/2014 alle 14:22
L’ipotesi che volasse volontariamente a quota bassa è pressoché impossibile, anche perché, se davvero la sua quota di volo fosse stata di circa 1700 metri sul livello del mare, si sarebbe schiantato sul fianco di un’altra montagna a Sud Est dell’Alpe di Succiso, ma certamente non su quel versante del Casarola. Tale constatazione è alla portata di chiunque conosca il punto esatto dell’impatto al suolo e lo individui su una carta appenninica provvista delle “curve di livello”.
Se il pilota avesse sofferto di un malore improvviso e grave al punto da non permettergli neanche di segnalarlo ai controllori di volo (gli sarebbe bastato premere un pulsantino sulla cloche, accanto al pollice), i medici incaricati di eseguire l’autopsia se ne sarebbero accorti e lo avrebbero detto subito.
Premesso tutto quanto sopra, purtroppo sarà inevitabile per le Autorità considerare le ipotesi di avaria dei propulsori o il malfunzionamento degli strumenti del pannello che permettono di volare quando la nebbia o le nuvole annullano la visibilità (es. l’orizzonte artificiale).
Pierluigi
13/05/2014 alle 19:26
Grazie del suo contributo, veramente interessante. Si può ipotizzare qualcosa sulle origini dell’avaria?
Sfay
18/02/2016 alle 15:10
L’ANSV (Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo) non ha ancora concluso le attività tecniche finalizzate a chiarire le cause del sinistro. I professionisti dell’Agenzia sono molto ben preparati e sapranno senz’altro dissipare i numerosi dubbi al riguardo. Le relazioni dell’ANSV sono esemplari sotto i profili della chiarezza e dell’approfondimento di tutti gli aspetti del sinistro. Purtroppo non è prevedibile quanto tempo si dovrà ancora attendere. In media sono necessari cinque-sei anni.