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Quando Dossetti esaltava “l’opera redentrice” del fascismo. Il discolo Zambrano piazza un ko

di Pierluigi Ghiggini

1/4/2014 Reggio si conferma come città laboratorio non di pace e condivisione, come si vuol far credere in giro, ma dell’autoritarismo buonista e ringhioso che colpisce chiunque difenda la propria libertà di pensiero e non intenda allinearsi al pensiero dominante. Contro il giornalista Andrea Zambrano, colpevole di aver diffuso documenti sull’adesione al fascismo del giovane Giuseppe Dossetti, i dossettiani si sono scatenati senza ritegno, e qualcuno a insulti su Facebook, denotando così un’ignoranza non certa degna del monaco di Monteveglio.

PHOTOSCOOP! Zambrano (a sinistra... ma solo nella foto) chiede all'amico Edo "ET" Tincani (direttore del settimanel diocesano La Libertà) il numero di cellulare di Camisasca. In cambio,  il giornalista di Prima Pagina ha dato al collega il numero di cellulare di Sallusti

PHOTOSCOOP! Zambrano (a sinistra… ma solo nella foto) chiede all’amico Edo “ET” Tincani (direttore del settimanale diocesano La Libertà) il numero di cellulare di Camisasca, e lo memorizza. In cambio, il giornalista di Prima Pagina ha dato al collega il numero di cellulare di Sallusti

Pazienza. Capita che nel mondo cattolico talvolta le reazioni infantili (mamma mi hanno rotto il giocattolo) raggiungano vette impensabili.

In ogni caso il capo redattore di Prima Pagina sa difendersi da solo. E lo ha fatto anche sul Giornale di Sallusti, dove in risposta alla garbata polemica su Avvenire firmata dal suo compagno di inginocchiatoi Edoardo Tincani (direttore del settimanale diocesano La Libertà), Zambrano squaderna citazioni di un articolo a firma Giuseppe Dossetti del 1934, in cui la giovane promessa dei Guf (poi costituente, e maestro politico e morale della democrazia italiana) esaltava le meraviglie del regime di Mussolini in contrapposizione al bolscevismo. Parlava della “meravigliosa opera costruttrice e redentrice del fascismo, che ha fatto dell’Italia il centro di irradiazione di civiltà nel mondo”.

Zambrano ha rintracciato il brano in un libro di Enrico Galavotti, “Il giovane Dossetti”, pubblicato nel 2006 dal MulinoRoba da maneggiare con cura, ma che ottimati di Curia e dossettiani (soprattutto quelli usi all’insulto) non dovrebbero ignorare.

Dossetti nel dopoguerra dirà: “Il fascismo mi stava epidermicamente sullo stomaco”. A conferma che il problema non è l’adesione giovanile al regime da parte di grandi antifascisti, bensì la negazione del proprio passato.

LEGGI ANCHE: Dossetti, la Curia e Avvenire contro Zambrano

Il più amato, il più temuto, il più contrastato. Andrea Zambrano è ormai il Marco Travaglio reggiano. E proprio come Travaglio ha un debole per il teatro, sua grande passione oltre alla lettura e ala scrittura. Qui, ad esempio, lo vediamo recitare ne "La locandiera" di Goldoni

Il più amato, il più temuto, il più discolo, il più contestato dal Pensiero Unico. Andrea Zambrano è ormai il Marco Travaglio reggiano. E proprio come Travaglio ha un debole per il teatro, sua grande passione (oltre alla lettura e al pianoforte). Qui, ad esempio, lo vediamo recitare ne “La locandiera” di Goldoni

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Una risposta a 1

  1. raspolitik Rispondi

    01/04/2014 alle 21:36

    dossetti e’ la prima parte della troika dio patria famiglia assunta anche dalla sinistra. il sottoscritto e’ nato anticlericale e antiautoritario stirneriano puro e dei vari dossetti di questo mondo se ne frega altamente, davvero. E’ ora di disconoscere lo stato del vaticano solo cosi’ l’Italia crescera’.

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