Colpo alla ndrangheta. Tredici arresti (sei donne) e sequestri per tredici milioni. In carcere il boss Michele Pugliese

9/4/2014 – Duro colpo alla cosca di ‘ndrangheta Arena Nicoscia di Isola Capo Rizzuto, alleata con i Dragone di Cutro, profondamente radicata nel reggiano, e ai suoi colletti bianchi che operano in Emilia.

Con una imponente operazione iniziata nella notte e tuttora in corso i carabinieri di Reggio Emilia, Modena e Bologna – con la collaborazione dei militari di Crotone – hanno arrestato 13 persone tutte accusate di riciclaggio e tutte considerate contigue alla cosca Arena-Nicoscia. In particolare è stato disrticolato il ramo della cosca che fa capo a Michele Pugliese, indiscusso referente degli Arena nella Bassa reggiana. Cinque arresti sono stati eseguiti a Gualtieri e a Guastalla. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal Gip di Bologna su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia dell’Emilia-Romagna. All’operazione, avvenuta in varie parti d’Italia, hanno partecipato 250 Carabinieri, unità cinofile ed elicotteri.

L’operazione è denominata “Zarina-Aurora” (la Zaina sarebbe Caterina Tipaldi, ex compagna del boss) . Le ordinanze di custodia cautelare sono tredici, di cui  sette in carcere e sei agli arresti domiciliari. Sei sono donne. Tutti i destinatari sono accusati  in concorso tra loro e nel contesto di un medesimo disegno criminoso, illecitamente e fittiziamente intestato a prestanome, società, beni mobili e immobili, con il reinvestimento di capitali di illecita provenienza. L’operazine prevede anche il sequestro di beni per un valore stimato di circa 13 milioni e l’esecuzione di 30 perquisizioni. I dettagli saranno illustrati in conferenza stampa in Procura a Bologna.

Fra gli arrestati (sotto l’elenco completo, comunicato nel corso di un conferenza stampa in Procura a Bologna)  figurano per l’appunto Michele Pugliese detto Michele la Papera, la sua ex-compagna Caterina Tipaldi (ai domiciliari), Mirko Pugliese, Vito Muto  e Mary Pugliese moglie di Fabrizio Arena. I sequestri, come detto,  per oltre 13 milioni senza considerare il denaro nei conti correnti, sono avvenuti a carico di nove persone. Nell’elenco dei beni figurano l’Hotel Sala Verde, l’Hotel Fly, appartamenti, autovetture, e imprese: fra queste la Muto Trasporti e altre ditte di autotrasporto.

Operazione Zarina-Aurora: gli arrestati, con Mary Pugliese, in carcere

Operazione Zarina-Aurora: gli arrestati, con Mary Pugliese, in carcere

TUTTO E’ PARTITO DA UNA DENUNCIA DI ENRICO BINI

L’estate scorsa gli studenti di un istituto superiore di Correggio hanno partecipato a un campo di lavoro e di formazione alla legalità organizzato da Libera, proprio nelle terre confiscate al clan Arena a Isola capo Rizzuto. Al campo c’era anche l’ex presidente della Camera di Commercio Enrico Bini.

L’inchiesta è partita proprio da una denuncia Enrico Bini, ex presidente della camera di commercio di Reggio Emilia. Lo rivela Giovanni Tizian su l’Espresso on line.  Era stato Bini a notare per primo che i mezzi sotto sequestro delle aziende di Pugliese continuavano a girare per i cantieri emiliani grazie agli imprenditori complici che oggi sono finiti agli arresti.Sempre Tizian riporta lo stralcio di un’intercettazione in cui Mary Pugliese, moglie del boss Fabrizio Arena, minacciava gli imprenditori vicini al clan ma che evidentemente non eseguivano gli ordini a puntino: “Da domani in poi chiudetevi in casa perché io verrò a rompervi il culo… Devi guardarti da me perché io ci metto 5 minuti a prendere l’aereo e faccio scoppiare una guerra”.

I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE 

L’operazione costituisce l’esito di due filoni di indagine svolte dai Carabinieri di Reggio Emilia (cd. Operazione “Zarina”) e Bologna (cd. Operazione “Aurora”), condotte rispettivamente da giugno 2010 ad ottobre 2011 e da novembre 2011 ad ottobre 2012, aventi per oggetto, in gran parte, gli stessi personaggi, pertanto coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia in un unico filone investigativo.A Reggio Emilia l’indagine traeva origine, nel mese di giugno 2010, da una segnalazione della locale Camera di Commercio e da un controllo dei carabinieri finalizzato a chiarire l’attività posta in essere da una società calabrese con sede operativa in Gualtieri (RE) e sede legale ad Isola di Capo Rizzuto (KR), la “Autotrasporti Emiliana Inerti S.r.l. unipersonale”, il cui amministratore unico era PERITI Federico. La successiva attività faceva emergere a monte di questi la figura di PUGLIESE Michele, elemento di spicco delle cosche ARENA-NICOSCIA. Il boss della ‘ndrangheta, colpito da sequestro di beni nell’ambito di precedente indagine antimafia convenzionalmente denominata “Pandora” (della D.D.A. di Catanzaro e della Squadra Mobile di Crotone del 2009) era riuscito a intestare società ed altri valori a lui riconducibili a prestanome di sua fiducia. Tra questi, tra gli  arrestati nell’operazione odierna, TIPALDI Caterina, legata sentimentalmente al PUGLIESE Michele, che i carabinieri di Reggio Emilia chiamavano da subito “zarina” per l’ascendente che aveva sugli altri indagati, dando il nome a quella parte di indagine.A Bologna le attività vennero avviate, nel novembre 2011, dalla Compagnia di San Giovanni in Persiceto (BO), a seguito dell’incendio di alcuni escavatori presso una cava della società “Lame 91”, con sede a Castel Maggiore  ma con attività di estrazione in Sala Bolognese, presso la quale risultavano effettuare movimento terra alcune ditte calabresi.Le indagini, proseguite dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Bologna, si sono poi concentrate in particolar modo sulla famiglia TIPALDI, originaria appunto di Isola Capo Rizzuto (KR) ma da anni presente in Emilia Romagna ed in particolare in San Giovanni in Persiceto e Sant’Agata Bolognese, legata alle cosche ARENA  NISCOSCIA.Le indagini hanno esaminato la condizione patrimoniale degli indagati, le attività economiche, la riconducibilità ad essi di tali attività, le relazioni e i rapporti intercorrenti tra gli stessi e con associazioni criminali di tipo mafioso operanti in Calabria; da questi accertamenti sono emersi i rapporti tra Salvatore Mario TIPALDI, fratello di TIPALDI Pasquale (assassinato alla vigilia di Natale del 2005), e la famiglia PUGLIESE, sempre di Isola di Capo Rizzuto, con particolare riferimento al citato Michele PUGLIESE, legato alle cosche ARENA e NISCOSCIA.

CATERINA TIPALDI ALLE PRESE CON I DEBITI

Il rapporto tra la famiglia TIPALDI con le cosche ARENA – NISCOSCIA è stato assicurato dal legame sentimentale tra TIPALDI Caterina, figlia di Salvatore Mario e residente a Sant’Agata Bolognese, e PUGLIESE Michele. Infatti la TIPALDI gestiva (almeno sino all’estate 2011 quando si interruppe la relazione) alcune aziende ubicate a Gualtieri (RE) a lei intestate per conto dell’allora compagno.Dalle investigazioni di Bologna e Reggio Emilia emergeva che Caterina TIPALDI si era trovata a fronteggiare una situazione di grave crisi debitoria, nella gestione delle aziende tra le province di Bologna e Reggio Emilia a lei fittiziamente intestate dall’allora convivente PUGLIESE Michele.Gli investigatori hanno ricostruito una rete di attività imprenditoriali, tanto in Emilia Romagna quanto in Calabria, strettamente connesse tra loro che, pur formalmente intestate a prestanome, venivano mosse da un’unica volontà criminale/imprenditoriale.Gli accertamenti patrimoniali condotti dal Nucleo Investigativo di Bologna hanno consentito altresì di evidenziare la sproporzione tra i redditi dichiarati e le effettive disponibilità economiche di PUGLIESE Michele e dei suoi prestanome, che ha portato all’emissione del decreto di sequestro preventivo di aziende, alberghi, trattori e rimorchi, autovetture, unità immobiliari (tra cui 2 alberghi) in isola Capo Rizzuto (KR), Viadana (MN), Sant’Agata Bolognese (BO) e Gualtieri (RE), nonché di tutti i rapporti con saldo attivo intrattenuti  con istituti di credito o finanziari sul territorio nazionale. La stima per difetto dei beni sequestrati è valutabile in circa 13 milioni di euro.

Operazione Zarina- Aurora:  le arrestate e Salvatore Mungo ai domiciliari

Operazione Zarina-Aurora:
le arrestate e Salvatore Mungo ai domiciliari

Il PUGLIESE Michele, benché sottoposto a misure restrittive della libertà personale, avrebbe reinvestito i capitali illeciti derivanti dalla contiguità con le cosche ARENA – NICOSCIA, trasferendo di fatto le attività della società PUGLIESE TRASPORTI (oggetto dei provvedimenti connessi all’operazione PANDORA) nelle società intestate ai prestanome: GLOBAL D&G, GMP AUTOTRASPORTI, AURORA AUTOTRASPORTI, VI.TO. TRASPORTI, S.G. TRASPORTI e MUTO TRASPORTI. Anche la società NORD PETROLI, acquistata da TIPALDI Caterina nel giugno 2011, sarebbe stata parte di questo sistema e dopo appena tre mesi era passata, al termine della relazione tra la TIPALDI ed il PUGLIESE,, alla madre di quest’ultimo FAUSTINI Carmela.

Il PUGLIESE, nonostante la limitazione ai suoi movimenti conseguenti alla detenzione ed agli arresti domiciliari, avrebbe quindi coordinato, pur non figurando, questa articolata serie di attività lecite in Emilia Romagna, impiegando poi gli utili derivanti in ulteriori investimenti in Isola Capo Rizzuto (KR), dove si trovano, ad esempio, le due strutture alberghiere (Hotel Sala Verde, riconducibile a FAUSTINI Carmela, e Hotel Fly, riconducibile a PUGLIESE Vittoria, Mary e Doriana) oggetto dei provvedimenti di sequestro.

E’ il figlio del noto PUGLIESE Franco (peraltro uno dei destinatari delle perquisizioni odierne), arrestato nel 2010 per la vicenda che coinvolse anche il senatore Nicola di Girolamo, cui avrebbe garantito l’elezione raccogliendo voti tra gli emigrati calabresi in Germania. 

CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE

PUGLIESE Michele, alias “Michele la Papera”, nato a Crotone il 30 giugno 1976, residente ad Isola di Capo Rizzuto (KR), imprenditore, pregiudicato, detenuto per altra causa ed agli arresti domiciliari dal 16 luglio 2010, recidiva specifica;

PUGLIESE Mirko, nato a Crotone il 2 agosto 1988, residente ad Isola di Capo Rizzuto, commerciante, detenuto per altra causa dal 04.08.2012;

RANIERI Giuseppe detto Pino, alias “Zomba”, nato a Crotone il 21 agosto 1982, residente ad Isola di Capo Rizzuto, imprenditore, pregiudicato, recidiva reiterata specifica ed infraquinquennale;

MUTO Vito, nato ad Isola Capo Rizzuto il 27 settembre 1964, ivi residente, via Pietro Nenni nr.17, recidiva reiterata specifica ed infraquinquennale,

TARANTINO Diego, nato a Catanzaro il 19 settembre 1973, residente a Crucoli (KR), recidiva specifica;

PERITI Federico, nato a Crotone, il 23 gennaio 1978, residente ad Isola Capo Rizzuto, recidiva reiterata specifica ed infraquinquennale;

PUGLIESE Mery, nata a Crotone il 18.05.1979, residente a Isola di Capo Rizzuto (KR), recidiva semplice; 

ARRESTI DOMICILIARI

TIPALDI Caterina, nata a Crotone il 1° gennaio 1983, residente a Sant’Agata Bolognese (BO), via Aldo Moro nr. 26/B, domiciliata a Gualtieri (RE), imprenditrice, compagna di PUGLIESE Michele;

FAUSTINI Carmela, nata a Isola di Capo Rizzuto (KR) il 05.08.1955, ivi residente, recidiva reiterata e specifica;

PUGLIESE Vittoria, nata Crotone il 19.08.1986, residente a Isola di Capo Rizzuto (KR);

PUGLIESE Doriana, nata a Crotone il 2 novembre 1983, residente ad Isola di Capo Rizzuto;

LA FACE Anna, nata a Crotone il 24.07.1969, residente a Guastalla (RE);

MUNGO Salvatore, nato a Crotone il 31 dicembre 1987, residente a Gualtieri (RE).

Il dispositivo ha inoltre previsto il contestuale sequestro preventivo di beni mobili ed immobili siti nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Mantova e Crotone.

BENI SEQUESTRATI E VALORE

PUGLIESE Michele, 3 unità immobiliari (Isola di Capo Rizzuto), 1.500.000

PUGLIESE Mirko, 4 autovetture, 60.000

Ranieri Giuseppe, impresa GLOBAL D & G SRL (anche 4 mezzi) – GMP Autotrasporti Srl (15 mezzi), 3.000.000

FAUSTINI Carmela, HOTEL SALA VERDE, impresa NORD Petroli (con 4 unità immobiliari in prov. RE), impresa  AURORA Autotrasporti Srl, 4.500.000

PUGLIESE (Doriana, Mery e Vittoria), HOTEL FLY Srl,  2.500.000

PUGLIESE Vittoria, 2 unità immobiliari (Mantova), 300.000

TIPALDI Caterina, 2 unità immobiliari (s. Agata Bolognese), 300.000

TARANTINO Diego, imprese VI.TO Trasporti Srl – MUTO Trasporti – S.G. Trasporti, 150.000

ed altri beni, per un totale di circa 13 mln di euro, cui vanno aggiunti i valori dei conti bancari intestati ai destinatari delle misure.

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Una risposta a 1

  1. Cardinali Jacopo Rispondi

    21/03/2015 alle 11:05

    Mi sembra molto giusto che queste donne, che di primo acchitto, sembravano delle Sanatrelline, in cuor loro hanno un vero e proprio profilo criminale, ed è alquanto giusto se finiscono in carcere e sarei molto contento se ci marciscano queste sporche criminali.

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