di Pierluigi Ghiggini
27/4/2014 – La Digos di Reggio è da ieri al lavoro per individuare al più presto i responsabili dei tafferugli provocati dalla testa del corteo di Aq16, il giorno della festa della Liberazione. Per due volte il corteo ha divelto gli sbarramenti nel tentativo di arrivare sotto l’hotel Posta dove era in corso il convegno della Lega Nord con il leader Matteo Salvini. Un momento veramente pericoloso all’ingresso di piazza Del Monte, quando la testa del corteo ha cercato lo scontro con polizia e carabinieri, che presidiavano la zona in forze. Insieme ai giovani reggiani c’erano esponenti dei centri sociali di Bologna e di altre città.
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26/4/2014 – Ieri mattina il corteo dei cosiddetti “ragazzi” di Aq16 ha cercato lo scontro fisico con le forze dell’ordine che presidiavano piazza Del Monte, nel centro di Reggio.
Con un attacco preordinato la testa del corteo ha sfondato le transenne che bloccavano l’accesso alla piazza da via Emilia Santo Stefano. Aq16 aveva annunciato di voler “fare la festa” alla Lega Nord, riunita con Salvini alla Sala del Capitano, e non era una minaccia pro forma. Ci hanno provato davvero, e solo grazie al sangue freddo degli agenti e alla professionalità con cui è stato organizzato, diretto e gestito il presidio delle forze dell’ordine, tutto si è risolto con un breve tafferuglio e qualche lacrimogeno.
Chi era presente allo scontro, e ha visto la determinazione e la pervicacia con cui sono state sfondate le transenne, ha avuto la sensazione netta che la testa del corteo cercasse lo scontro a tutti i costi, per poter poi mettere sotto accusa Polizia e Carabinieri. Non ha funzionato, ed è stato meglio così.
La strategia di Aq16 ne è uscita sconfitta, ma la questione non può essere rimossa. Ieri è cambiato qualcosa in città, ed e un cambiamento inquietante.
1) É evidente il tentativo di imporre a Reggio un livello degradato e violento di lotta politica, antidemocratico, liberticida, illegale. Chi sarà il prossimo obiettivo dei centri sociali? A chi vorranno fare la festa? Matteo Salvini, gli ha dato dei “fascisti”, ma più propriamente dovrebbero essere definiti stalinisti – visto che sono figli viziati di una sinistra reggiana molto ben omologata e tuttavia legata a doppio filo ai miti del passato – o ancora meglio “fasciostalinisti”.
2) Prendiamo atto che in questa città date che dovrebbero essere di tutti gli italiani, come il 25 aprile e il Primo Maggio, e anche la festa del Primo Tricolore, sono diventati strumenti di bassa politica, in questo caso elettorale. L’ennesima dimostrazione è venuta dall’intervento ufficiale in piazza Martiri del ministro Poletti, ex presidente nazionale di Legacoop: avrebbe dovuto chiedere scusa per i crac delle grandi cooperative che hanno messo in ginocchio migliaia di lavoratori, imprese e prestatori, ma non lo ha fatto anche se molti se lo aspettavano. E d’altra parte non viviamo ancora nel migliore dei mondi possibili, specialmente in campagna elettorale?
3) Prendiamo atto che in questa città c’è chi si arroga il diritto di decidere chi ha il diritto di parola e chi no (fatto di gravità inaudita specialmente in campagna elettorale), e ciò nell’indifferenza dei più, chi per ragioni di compromesso politico e di consenso, chi preso a inseguire i propri guai.
4) È necessario che vengano chiamati a rispondere
politicamente gli irresponsabili che di fronte alle minacce di Aq16 hanno buttato benzina sul fuoco, anzichè fare appello al rispetto delle regole della democrazia, che valgono per tutti. E il caso del presidente dell’Anpi Giacomo Notari, che ora avrebbe il dovere di riconoscere l’errore e di riflettere sulla deriva assunta da spezzoni importanti della sua associazione. Ma Notari dovrebbe sapere bene che certi slogan riportano dritti agli anni 70.
Infine è necessario che la città riprenda le fila del dialogo e della coerenza democratica. E la prima cosa da fare, uniti, è espellere i violenti, chiudendogli in faccia le porte di Reggio.
L’INTERVENTO
Cinzia Rubertelli: “Aq16 non merita la convenzione col Comune”
“I tafferugli avvenuti in centro il 25 aprile tra giovani del centro sociale Aq16 e le forze dell’ordine, sono stati una mortificazione dei valori di libertà e democrazia che si celebrano ogni anno con la festa della Liberazione.
Gli esponenti di Aq16 non sono nuovi a contestazioni prepotenti, condotte sul filo della violenza con metodi che poco hanno di tollerante di democratico. Eppure la stessa maggioranza uscente di centrosinistra ha sempre proclamato che Aq16, per meritarsi gli spazi concessi in convenzione dal Comune al Foro Boario deve attenersi a principi di legalità, rispetto delle regole e delle norme di convivenza civile e sociale.
Ci pare che questi principi vengano violati dal centro sociale Aq16 ormai sistematicamente, e crediamo quindi che sia ora che il Comune riveda o revochi questa convenzione”.
dario caselli
26/04/2014 alle 17:59
Caro direttore
complimenti, sottoscrivo tutto, ma i violenti non saranno ancora “compagni che sbagliano” e non risuonerà ancora il grido “PS uguale SS” sempre per ritornare agli anni 70. I cooperatori invece non saranno solo compagni che sbagliano i conti? Questo voler salvare tutti finisce col non rendere merito a coloro che anche a sinistra fanno bene il loro lavoro. Ti dirò che mi fanno sorridere quegli amici di Forza Italia che votano Vecchi perchè innamorati di Renzi. Mi fanno sorridere perchè Renzi, come Godot non è mai arrivato ed il Pd reggiano si fa le cose sue come se il mondo non si fosse rovesciato. Tanto siccome loro guardano al passato, la Città vince ed il mondo è ancora diritto
Terapie
26/04/2014 alle 19:49
Direi opportuna una task force psichiatrica per i malati ideologici di tutte le latitudini.
Curatevi.