1/4/2014 – Hanno prenotato un pranzo per 20 persone in un ristorante reggiano per poi presentarsi in 6 (marito, moglie, figlio, genera e nipoti) e consumare un lauto pranzo. Quando hanno chiesto il conto, non hanno battuto ciglio: il figlio ha estratto dal portafoglio un assegno che ha firmato e consegnato alla madre che l’ha dato, a saldo dell’abbuffata, al ristoratore. Il malcapitato esercente si è poi ritrovato con un pugno di mosche: la banca ha restituito l’assegno insoluto risultando falsa la firma di traenza.
Non riuscendo a rintracciare gli scrocconi, al ristoratore non è rimasto altro da fare che rivolgersi ai Carabinieri di Rubiera formalizzando la denuncia per truffa. Le indagini dei Carabinieri hanno trovato il bandolo della matassa grazie alle successive verifiche, anche con confronti fotografici, da cui è emerso che gli avventori erano una famiglia non nuova a tali condotte truffaldine.
Con l’accusa di concorso in truffa quindi i Carabinieri hanno denunciato alla Procura una casalinga di 45 anni e il figlio di 23 entrambi residenti a Reggio Emilia. L’assegno era stato manipolato dal figlio con una firma falsa.