Tragedie sulle strade. Appello
di Rocchi e Comastri ai motociclisti: più prudenza, più preparazione

18/3/2014 – Dopo le tragedie stradali degli ultimi giorni, un appello alla prudenza viene lanciato da Roberto Rocchi in qualità di Presidente dell’Osservatorio provinciale sicurezza stradale, e Pierpaolo Comastri, consigliere e delegato provinciale FMI (Federazione Motociclistica Italiana). I destinatari sono i centauri, che con l’arrivo dalla buona stagione hanno effettuato le prime uscite stagionali. E il bilancio, sottolineano Rocchi e Comastri, «è stato drammatico: due morti e quattro feriti, di cui uno in lotta tra la vita e la morte all’ospedale di Parma».

Rocchi e Comastri lanciano un allarme e un appello: «Mentre avveniva il tragico incidente di Veggia, soltanto un paio di chilometri prima – e sulla stessa strada – tre pattuglie della Polizia municipale erano in servizio controllo e repressione velocità e davanti a loro sono transitati anche i motociclisti coinvolti nel sinistro. Se il buongiorno si vede dal mattino, il resto della giornata non potrà che essere nerissimo». 

Occorre allora fare «alcune considerazioni».

«La prima: chi inforca una moto deve possedere una preparazione specifica che non può essere sintetizzata soltanto nel possesso della patente; il gap tra una moto di strada ed una da competizione è sempre più ridotto ed esige una capacità di guida superiore alla media.

La seconda: lo stato delle nostre strade è palesemente precario e soprattutto in montagna avvallamenti, frane e smottamenti ridisegnano i profili della strada giorno dopo giorno. La stessa curva affrontata gli 80 chilometri orari, in taluni casi, pochi giorni dopo dev’essere percorsa ai 50.

La terza: il lodevole lavoro delle forze dell’ordine, teso a limitare il “bollettino di guerra” domenicale, è insufficiente se non adeguatamente accompagnato dalla piena consapevolezza degli organi giudicanti in sede ricorsuale; soltanto una efficace repressione può limitare l’aumento di condotte imprudenti dalle quali nascono i sinistri più gravi.

Da ultimo,  ciascun motociclista dev’essere conscio delle proprie capacità ed accettare i propri limiti che non possono essere sanati dall’elevata tecnologia motoristica o dalle prestazioni tecniche e costruttive delle moto; queste ultime aumentano sì il grado di sicurezza della conduzione, ma non eliminano i dislivelli delle strade o le gravi violazioni dai quali sono nati proprio i sinistri stradali degli scorsi giorni».

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Una risposta a 1

  1. Cap Rispondi

    19/03/2014 alle 01:50

    Presentato questa mattina a Bologna il progetto del futuro Maternità Infanzia Reggio Emilia alle commissioni Politiche per la salute e Promozione della parità fra donne e uomini

    Il progetto di realizzazione della struttura Maternità e Infanzia di Reggio Emilia (MIRE) è stato presentato questa mattina in sede di audizione congiunta promossa dalle commissioni Politiche per la salute e Promozione della parità fra donne e uomini.
    Sono stati relatori i coordinatori del progetto per le due Aziende sanitarie reggiane, rispettivamente Martino Abrate, Direttore del Dipartimento Ostetrico Ginecologico Pediatrico della Azienda Ospedaliera IRCCS Santa Maria Nuova e Antonella Messori, Direttore dei Servizi Ospedalieri dell’Ausl e Responsabile del Programma Provinciale Materno Infantile. Insieme a loro Deanna Ferretti, Presidente della Associazione CuraRE Onlus, appositamente costituitasi nel Maggio 2011 per sostenere la realizzazione del nuovo ospedale.
    Scopo dell’audizione era approfondire la conoscenza di un progetto ritenuto di strategica importanza per il territorio reggiano ed i diversi passi avanti compiuti nel corso dell’ultimo biennio. Particolarmente vicino, è stato spiegato, è il traguardo della progettazione definitiva che verrà realizzata entro il 2014 dallo Studio Tecnico Binini Partners ed il cui costo verrà interamente coperto con una donazione modale di CuraRE Onlus.
    I coordinatori del progetto hanno illustrato i presupposti che hanno costituito l’origine del MIRE, nel 2011: diventare un ospedale di riferimento nella rete assistenziale del Servizio sanitario regionale, garantendo la migliore integrazione tra ospedale e territorio insieme alle più avanzate modalità di assistenza ed accoglienza ai pazienti ed alle loro famiglie. L’obiettivo sarà rispondere a nuovi bisogni, valorizzando ruoli professionali e rivedendo l’insieme dell’organizzazione sanitaria per la cura delle donne, dei neonati e dei bambini. All’incremento della natalità, infatti, sono andati associandosi una maggiore complessità socio-sanitaria, con l’aumento di nascite premature e gravidanze patologiche (e conseguenti problemi in età pediatrica), oltre ai cambiamenti in atto nella struttura familiare. Sono tutti elementi che impongono agli operatori sanitari di possedere competenze sempre più specialistiche, da integrare con quelle relazionali, nell’ottica della cosiddetta “umanizzazione dei servizi”.
    Una nuova struttura, con spazi appositamente progettati secondo modelli innovativi è la risposta che potrà consentire di favorire la migliore integrazione fra accoglienza e assistenza, formazione continua degli operatori e ricerca clinica.
    Esprimendo un generale apprezzamento e la convinzione che questa esperienza possa avere una valenza nazionale, oltre che regionale, nell’audizione sono intervenuti i presidenti delle due commissioni, Roberta Mori (Parità) e Monica Donini (Salute), e i consiglieri Thomas Casadei, Marco Carini e Marco Barbieri (Pd).

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