24/3/2014 – Spacciatori e truffatori, specialisti del “pacco” ai ragazzi dello sballo del week end.
Chissà che effetto avrebbero fatto quelle venti pastiglie di falsa ecstasy, una volta consumate da altrettanti sprovveduti avventori della festa che si è tenuta al Sali e Tabacchi: la polizia, che è intervenuta all’esterno del locale di via Einstein per arrestare tre spacciatori, ha infatti poi accertato che, delle 51 dosi trovate in loro possesso, una ventina erano costituite da polvere bianca innocua che soltanto un molto convinto effetto placebo avrebbe potuto trasformare in roba da sballo.
I tre arrestati venivano appositamente da Rimini, richiamati dalla notizia della festa. Ma non erano i soli, perché successivamente altri poliziotti, all’interno del locale, hanno bloccato e denunciato un giovane che di pasticche analoghe ne aveva 56, più tre di cocaina.
L’arrivo dei tre (Antonio Maione, 30 anni, napoletano, Pietro Costantino, 31 anni, palermitano, Domenico Sele, 28 anni, di Salerno) era evidentemente atteso. Alle 23 Sono arrivati a bordo di un furgone che, secondo quanto poi da loro dichiarato, era guidato da un tipo ingaggiato come taxista abusivo che, per 120 euro, li aveva portati a Reggio da Rimini.
Uno dei tre, appena sceso, ha scambiato due poliziotti per clienti e ha loro proposto una dose di marijuana e una di ecstasy. A quel punto sono stati tutti perquisiti (oltre all’autista, sul furgone c’era un altro individuo che, come il taxista abusivo è risultato estraneo allo spaccio). In questo modo sono stati trovati, addosso ai tre arrestati, complessivamente 12,50 grammi di ecstasy e 0,60 di marijuana, più 470 euro. Controllando le dosi, gli agenti hanno poi accertato che una ventina di queste, sequestrate a due dei giovani arrestati, erano fatte con semplice polvere bianca. Una patacca, in sintesi, anzichè sostanza di sintesi.
I tre, comparsi questa mattina all’udienza di convalida davanti al giudice Andrea Rat, e difesi dall’avvocato Carlo Mussini, hanno fornito versioni contraddittorie. Resteranno comunque in carcere in attesa del processo, che è stato fissato per il 10 aprile. Poco dopo l’arresto dei tre, si è poi verificato l’altro sequestro, all’interno del locale. Non sono emersi finora elementi che colleghino quest’ultimo spacciatore ai tre catturati fuori. Può essersi trattato di una semplice convergenza di interessi.