5/3/2014 – Lo scontro all’interno della Cgil ha dominato anche il 17° congresso provinciale della Cgil di Reggio Emilia, con un confronto acceso gli esponenti della sinistra “sabattiniana” – che fanno quadrato intorno alla Fiom di Maurizio Landini – e lo schieramento che fa capo alla segretaria generale Camusso. Guido Mora è stato rieletto segretario della Camera del Lavoro di Reggi per i prossimi 4 anni con oltre il 60% di voti favorevoli.
«Un Congresso – si legge in un comunicato in cui si sono misurati due documenti alternativi e che ha visto al suo interno il prodursi di una dialettica accesa tra diverse sensibilità e posizioni, in particolare sul tema dell’Accordo del 10 gennaio su Democrazia e Rappresentanza». Si è arrivati comunque una conclusione unitaria grazie a un ordine del giorno che accoglie la proposta sull’avvio di una consultazione dei lavoratori proprio sul Testo Unico, e co un unico documento politico conclusivo.
La Cgil reggiana chiede un Piano per il Lavoro «che punta a capovolgere le attuali politiche mettendo al centro la difesa dell’occupazione, la redistribuzione dei redditi, un welfare pubblico, un sistema universale di ammortizzatori sociali e una politica industriale innovativa e sostenibile».
Da qui la proposta di convocazione di una Conferenza provinciale dell’economia e del lavoro da tenersi entro la prossima estate «come occasione di confronto sulla qualità del nostro sistema economico, sul grado delle infiltrazioni mafiose e del dumping contrattuale, iniziando dal tema degli appalti di servizi nel settore della logistica e trasporti, puntando ad un patto di regolarità competitiva e di clausole sociali per il lavoro».
Sulle difficoltà attraversate dalle più importanti cooperative reggiane di produzione e lavoro, l’impegno è su due terreni: «recupero dello scarso coinvolgimento dei soci-lavoratori nelle scelte delle loro cooperative e quello dell’impegno a contrastare l’uso distorto della stessa forma cooperativa. Forma che è funzionale ad un abbattimento del costo del lavoro e che contestualmente provoca il peggioramento delle condizioni contrattuali e di lavoro dei soci».
Sul versante degli effetti della crisi «si ribadisce il no ai licenziamenti collettivi, ridistribuendo l’orario di lavoro attraverso i contratti di solidarietà e si riafferma il carattere autonomo della contrattazione collettiva su base rivendicativa, solidale e non derogatoria».
Sostegno alle famiglie, accesso ai servizi scolastici, risposte agli sfratti, diritto alla casa, trasporto pubblico, tenuta dei servizi essenziali, questioni urbanistiche e sostenibilità ambientale sono altrettanti temi affrontati nel documento politico finale.
Relativamente alla contrattazione confederale «si stabilisce l’impostazione di una nuova piattaforma territoriale , finalizzata a contrastare l’evidente spinta alla privatizzazione nei servizi sociali, con il coinvolgimento di tutte le strutture di rappresentanza della nostra organizzazione, su cui ottenere il mandato di lavoratori e pensionati e ricercare la condivisione delle altre confederazioni sindacali».
Il Congresso, infine, ha condiviso la proposta del Segretario Guido Mora di «avviare una consultazione le cui modalità possano fornire ai lavoratori del nostro territorio tutti gli strumenti possibili per esprimersi sul contenuto del nuovo TU sulla rappresentanza firmato da CGIl CISL UIL e Confindustria il 10 gennaio scorso, a partire proprio dalla possibilità di ascoltare nelle assemblee due punti di vista differenti nel merito del Testo stesso».
«L’obiettivo che mi ero proposto, di individuare una modalità di consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori sull’accordo del 10 gennaio su democrazia e rappresentanza è stato raccolto è condiviso dal Congresso – spiega Guido Mora – Caratterizzando in questo modo una specificità di consultazione che lavora per coinvolgere al meglio e consapevolmente i lavoratori tutti nel giudizio sull’accordo. E realizza anche una traccia di percorso unitario di gestione collegiale di questa Camera del Lavoro. Da qui – conclude – si riparte per gestire una fase, sia interna alla Cgil, sia sui temi della crisi, sui giusti presupposti, sapendo che sarà sicuramente molto impegnativa».