Giustizia: da Vietti analisi puntuale e ricetta convincente
“Il nostro sistema va riformato, perché datato, incoerente, inefficiente: penalizza chi vuole investire, dunque non aiuta il sistema-paese. Uffici giudiziari intasati, molti contenziosi vanno risolti fuori dal processo”

25/3/2014 – Grande partecipazione di pubblico, ieri pomeriggio, nell’aula magna dell’ateneo reggiano, in occasione della lezione-intervento del vice-presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Michele Vietti, super-ospite del convegno degli ingegneri dal titolo “Respons-Abilità”.

vietti

Una “lectio” molto interessante, nel corso della quale l’uomo delle istituzioni ha spiegato le forti connessioni tra sistema-giustizia e sistema-paese, dunque tra diritto ed economia, in quanto il buon funzionamento della macchina burocratico-amministrativa, e cioè degli uffici giudiziari, aiuterebbe non poco l’Italia in questo fase di forte crisi.

“Per funzionare bene l’economia ha bisogno di un sistema giudiziario che funzioni altrettanto bene. Per questo serve riavvicinare i tempi delle domande (di giustizia – ndr) ai tempi delle risposte, perché il sistema giudiziario ha bisogno di ritrovare una sua credibilità”, ha detto Vietti.

I concetti-chiave sono quindi “tempestività” e “prevedibilità” delle risposte, nel senso che, ad esempio, l’imprenditore che voglia investire dovrà essere messo nelle condizioni di sapere a che tempi e a quali esiti va incontro, senza ritardi e senza incertezze nel diritto (“Devo sapere in anticipo che se vanto un credito alla fine mi sarà data ragione”) che ai più, e con molte ragioni, appare oggi come una selva di processi aleatori (“La casualità, cioè l’incertezza, provoca danni all’economia”) e di ricorsi pretestuosi, che allungano i tempi delle sentenze e che anzi vengono fatti nella speranza di arrivare alla prescrizione.

In aula magna erano presenti anche Giuseppe Pagliani, Donatella Prampolini, Gabriele Giordani e Benedetta Fiorini

In aula magna ieri erano presenti anche Giuseppe Pagliani, Donatella Prampolini, Gabriele Giordani e Benedetta Fiorini, da due anni a Roma

Così la macchina s’ingolfa e il motore esplode. Quindi bisogna snellire e al tempo stesso ridare una logica lineare e una coerenza interna all’intero sistema giudiziario, altrimenti non ci saranno né ripresa né sviluppo (un imprenditore valuta il rischio, e in tal senso deve sapere prima a cosa andrà incontro, altrimenti troverà più conveniente andare a investire in paesi con tempi certi e patti sicuri).

“Un sistema senza regole è un sistema anti-economico, che tra l’altro falsa la competizione, che diventa non sana, anche perché se arrivo a recuperare un credito tardivamente e magari senza la certezza di incassarlo, quello stesso credito che vanto alla fine mi costa di più”.

Dopodiché bisogna riformare la “geografia” giudiziaria”, perché quella di oggi risale all’Ottocento. “Serve una ridistribuzione degli uffici giudiziari, più razionale e aggiornata, perché dove c’è la domanda lì deve esserci la risposta, questo per evitare che in alcune zone i processi durino un anno mentre da altre parti magari servono cinque anni… uno scompenso che penalizza tutti” (giustizia e cittadini).

Al tavolo dei relatori del convegno c'erano anche Stefano Landi e Stefano Curli

Al tavolo dei relatori del convegno c’erano anche Stefano Landi e Stefano Curli

“Il nostro sistema, così com’è, determina purtroppo anche la natalità (perché è un deterrente alla costituzione di nuove attività) e le stesse dimensioni delle imprese”, nel senso che le piccole non riescono a crescere; con la riduzione della metà della durata dei processi civili, ad esempio, si otterrebbe una loro crescita del 20%, e a dirlo è uno studio.

“La durata media dei processi in Italia, poi, supera di 2-3-volte la durata media europea. E ancora: da noi si fanno 80.000 ricorsi l’anno in Cassazione, mentre negli Stati Uniti i ricorsi che arrivano alla Suprema Corte sono appena 80”.

“Ecco perché – ha concluso Vietti –  la riforma della giustizia è tra le priorità da mettere in campo per rilanciare il nostro paese”. Basta partire, affrontare un nodo alla volta, ma iniziare subito. “Bisogna innanzitutto portare fuori dal processo ciò che intasa e che può essere risolto fuori dal processo, sia nel civile che nel penale”, così magari eviteremo il paradosso di avere un eccesso di prescrizioni da una parte (dove nessuno pagherà mai) e un eccesso di custodie cautelari dall’altra (dove molti pagano in anticipo, anche quelli che magari saranno poi riconosciuti innocenti).

Cercare cioè riti alternativi, riducendo i contenziosi per i quali si richiede il carcere, francamente troppi. Ridare cioè un’armonia e una coerenza al tutto, ma in maniera strutturale, senza cioè cedere a interventi sconnessi dettati solitamente dalla cronaca e dall’emotività.

La Fiorini ha presentato Michele Vietti alla candidata sindaco Prampolini

La Fiorini ha presentato Michele Vietti alla candidata sindaco Prampolini

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