26/3/2014 – E’ ancora vivo nella memoria di molti reggiani lo smacco subito negli anni 70, quando dalla galleria Parmeggiani sparirono alcuni “falsi Marcy” di eccezionale valore storico e artistico, fra cui la celebre elsa della spada del Vescovo di Metz.
Oggi la storia si ripete alla Galleria Anna e Luigi Parmeggiani di Reggio Emilia, testimonianza unica dei gusti della belle epoque parigina, che possiede la più importante collezione pubblica d’Europa di oggetti della bottega Marcy.
Nel tardo pomeriggio l’ufficio stampa del Comune ha comunicato che la direzione dei Musei Civici ha sporto una denuncia di furto, dopo avere riscontrato alla Galleria Parmeggiani la scomparsa di cinque importanti oggetti di oreficeria.
Si tratta di una placca in oro con smalti, di una fistola in argento dorato, di un medaglione d’oro a forma di quadrifoglio, di un medaglione circolare, di un frammento di cintura in rame dorato. Gli oggetti sono di produzione ottocentesca, anche questi riconducibili alla bottega Marcy, su modelli riferiti a secoli molto più antichi. Il valore è difficilmente determinabile, perchè queste opere d’arte hanno significato soprattuto all’interno di una collezione. E ci sono collezionisti disposti a fare pazzie per capolavori di oreficeria del genere.
Aggiunge la nota del Comune: «Sono state riscontrate manomissioni alle bacheche che li contenevano. Sono in corso accertamenti utili a comprendere la dinamica dell’accaduto. La Galleria è dotata di sistema antifurto attivo negli orari di chiusura e di sorveglianza diretta nelle ore di apertura. Gli oggetti sono coperti da assicurazione». Pubblichiamo le fotografie dei cinque gioielli, fornite dal comune di Reggio, nella speranza che ciò possa contribuire al loro ritrovamento.
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27/3/2014 – La direttrice dei Civici Musei di Reggio, Elisabetta Farioli, è visibilmente scossa: la Galleria Parmeggiani infatti ricade sotto la sua responsabilità.
Tuttavia è perplessa di fronte alla scomparsa di cinque gioielli della bottega Marcy: “Sono oggetti che hanno soprattutto un valore storico, difficilmente collocabili sul mercato e il cui valore comunque non supera i ventimila euro a pezzo – ha dichiarato a Prima Pagina. Penso piuttosto a un dispetto».
In questo caso dunque, le indagini dovrebbero restringersi a una cerchia più ristretta, cercando di far luce anche su eventuali minacce, lettere, alterchi, gelosie professionali. Ma al tempo stesso è evidente che se gli oggetti non hanno mercato, si rafforzerebbe l’ipotesi di un furto commissionato da qualche collezionista.
LA COLLEZIONE MARCY
I pezzi della collezione dei “falsi Marcy”, una quarantina dopo questo furto, sono conservati nella Sala dei Gioielli della galleria Parmeggiani.
Il primo ad accertare la reale provenienza della raccolta è stato Sir John Hayward, in occasione di un sopralluogo a Reggio Emilia nel 1975. Direttore della sezione metalli del Victoria & Albert Museum di Londra, Hayward ha riconosciuto subito il legame tra la raccolta di Reggio Emilia e il gruppo di falsi Marcy presenti nel museo londinese. Il lavoro di John Hayward è stato poi continuato da suoi colleghi del Victoria & Albert Museum di Londra, Claude Blair e Marian Campbell che per anni hanno studiando i gioielli Parmiggiani istituendo preziosi confronti con materiali di Musei e collezioni private.