20/2/2014 – Passano i giorni, ma uno dei nodi primari resta sempre quello: farla finita o no con la stagione dei tecnici al ministero dell’Economia? A 48 ore dall’annuncio della nuova squadra di Palazzo Chigi (annunciata per sabato), la rosa dei “papabili” sembra ristretta ormai a due nomi: il collaboratore “primo” di Renzi, Graziano Delrio, nel caso prevalesse lo schema del ritorno a un ministro politico; l’ex rettore dell’università Bocconi Guido Tabellini (già accreditato di “finire” al Tesoro ai tempi del governo Monti) se si optasse invece per lasciare un “esperto” a guardia dei conti pubblici.
Per schiarirsi le idee, intanto, il presidente del Consiglio incaricato è andato ieri, a chiusura delle consultazioni, a “fare una passeggiata” anche in Banca d’Italia: accompagnato proprio dal fido Delrio, Renzi è stato un’ora a colloquio nello studio del governatore Ignazio Visco (…)
(…) È noto che Renzi gradirebbe una figura politica per tornare a una «piena sintonia» fra Palazzo Chigi e il Tesoro, i due centri di potere spesso entrati in conflitto negli ultimi anni… Delrio, comunque, resta in prima linea pure per il ruolo (che di fatto sta già svolgendo in questi giorni) di sottosegretario alla presidenza del Consiglio (…)
(Eugenio Fatigante, “Avvenire”)
GRAZIANO “IETRO”, ALTER EGO DI MATTEO “MOSE'”
Delrio accanto a Renzi, di fronte a Grillo. Delrio in Bankitalia, con Renzi. Delrio al Quirinale, con Renzi. Al posto di Graziano Delrio, già sindaco di Reggio Emilia, ministro del governo Letta, ci sarebbe da preoccuparsi: Matteo Renzi è anche un masticatore di sodali, vedi i casi Civati o Giorgio Gori, amici, alleati, complici, poi improvvisamente allontanati.
Per ora tutto fila alla grande. Sul telefonino di Delrio, quando chiama Renzi, compare il nome Mosè e sul telefonino di Renzi, quando chiama Delrio, appare Ietro, che di Mosè fu suocero, e discreto consigliere politico.
La coppia funziona tanto è diseguale. Renzi attacca lo spazio, direbbe un cronista di calcio. Delrio da ragazzo era un ottimo libero, lo chiamavano il«metronomo del Montecavolo», che era il nome della sua squadra, era il regista della difesa. Brillante, scoppiettante Renzi. Pacato, riservato Delrio. Alla cronaca c’è questa sua battuta, in risposta alla domanda: lei è renziano? «No, sono Graziano». Un irriverente sito di Reggio Emilia lo chiamava «Graziano mio dio», per dire quanto sia timorato.
Adesso è lui che «tiene in mano la matita del programma» del governo Renzi», dice Pierluigi Castagnetti, che lo lanciò come sindaco a Reggio Emilia. Graziano ha cominciato, ufficiosamente, a fare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Quello che Gianni Letta fu per Berlusconi, che Enrico Letta fu per Prodi. Qui, però, il rapporto delle età è invertito: Renzi ha 39 anni e Delrio 53. Un fratello maggiore (se non un padre), che tira le redini se c’è bisogno, che non entra in concorrenza diretta, e può aggiustare la rotta (…)
Renzi e Delrio, al di là dei caratteri, prendono nota delle assonanze fra di loro. Di sicuro, il cattolicesimo. Delrio confessa di essere stato anarchico da ragazzo. Famiglia comunista, case popolari del quartiere Rosta Vecchia di Reggio. Padre muratore e poi piccolo imprenditore edile, nonni sepolti con la bandiera rossa e l’Internazionale. Ma Graziano legge il Vangelo, gli «esplode la fede». Sposa Annamaria a 22 anni, si laurea in Medicina e comincia a fare il ministro, il «ministro dell’eucarestia», porta cioè la comunione ai malati in ospedale. Quando diventa sindaco, dice che si ispirerà a La Pira, «sindaco santo» di Firenze negli anni 50. Renzi su La Pira ha scritto la tesi di laurea (…)
Diventa il ministro «renziano» nel governo Letta: fino a quando è possibile tiene in piedi un ponte tibetano fra Letta e Renzi. Coltivando relazioni con i ministri Pdl. Delrio è ancora in ballo per l’Economia. Più probabile sottosegretario alla presidenza del Consiglio. È convinto che Renzi possa essere quello che Blair è stato per la Gran Bretagna. E lui si ritaglia il ruolo che fu di Gordon Brown, successore di Blair a Downing Street?
(Andrea Garibaldi, Corriere della Sera)
Ivaldo
21/02/2014 alle 12:35
E pensare che il pupillo di Renzi è ricordato a Reggio come il Sindaco della “differenziata” sui rifiuti e dalla frase sulla sicurezza “sono tutte balle”!!!
Jocker
23/02/2014 alle 14:46
Intendeva balle di fieno. Compresse.
😉
Bot da orb
23/02/2014 alle 23:52
“Bot”-people…Flop alla prima curva.
Tempismo zero alla vigilia di una scricchiolante ‘fiducina’.
La Signora dei 100.000 euro ha telefonato per dire che ha già pagato parecchio in questi anni in ritenute dossier titoli, patrimoniali di fatto, e si chiede dove sia finito il mega malloppo messo insieme tra tutti i risparmiatori.
Forse in Germania ? …
La Signora fa sapere inoltre che la sua salute migliorerebbe certamente sapendo di poterlo evitare.
Preferisce continuare a fare beneficenza a gente che lo merita, magari quella lasciata completamente sola dallo stato (lettera piccola).
Le tabelline
25/02/2014 alle 11:46
Tho’, pare che il paventato ma scampato ‘ministrodelleconomia’ abbia pure sbagliato i calcoli presumendo quegli ‘approssimativissimi’ 50 euro al massimo X 100.000 di Bot.
Si parla già infatti della cifra perfino decuplicata, nelle intenzioni.
L’adorabile vecchietta intanto vorrebbe invitarlo a bere una tisana equilibrante, corretta olio di fegato di merluzzo.
Saggezza contro ipocrisia.