[[ Interdittiva Sincre, Enrico Zini olimpico: “Prefettura corretta”. Appello degli on. grillini: “Reggiani alzate la testa”

7/2/2014 – Dopo l’interdittiva antimafia che ha colpito la Sincre, con l’esclusione dalla white list dei grandi lavori del post-terremoto, il presidente Enrico Zini – uno dei più noti costruttori reggiani, vicepresidente dell’Ance-Unindustria e per un biennio presidente del Rotary – ha reagito in modo olimpico.

detectiveIn una dichiarazione pubblicata stamani dalla Gazzetta di Reggio dà atto alla Prefettura di un comportamento corretto: “Mi ha avvisato dei rischi che potrei correre”. L’interdittiva dipenderebbe dalla presenza nella Sincre di un artigiano parente di un imprenditore con precedenti per attività illecite delle cosche.

“Da quando operiamo – ha dichiarato Zini – abbiamo sempre presentato la certificazione antimafia. Da dieci mesi la normativa è cambiata, è diventata decisamente più stringente. Proprio sulla scorta di queste normative la Prefettura, con grande correttezza, ci ha informato del potenziale rischio in cui potremmo incorrere per la presenza in azienda di questo nostro dipendente». Il quale aveva un ruolo di responsabilità nei cantieri e si è subito dimesso.

«La white list per escludere le aziende colluse con la malavita – ha aggiunto – è un’idea straordinaria per la quale mi sono sempre battuto. Adesso ci apprestiamo, dopo aver adempiuto alle prescrizioni della Prefettura, a richiedere di nuovo l’iscrizione nella White List. Parliamo di ottanta famiglie, e si deve valutare l’impatto che può avere questo provvedimento che non configura reati».

La Sincre è attiva dal 2001: è controllata pariteticamente dalla Zini & Zambelli Costruzioni e dalla F.lli Bari Srl.

L’interdittiva è un atto amministrativo, di tipo discrezionale, per il quale non sono necessari prove come in un processo, ma è sufficiente il solo fumus di un possibile condizionamento da parte di organizzazioni di tipo mafioso. Di conseguenza può colpire, per evitare danni più gravi e in filtrazioni, anche aziende vittime delle cosche.

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“LA MISURA E’ COLMA”: ALLARME DEI PARLAMENTARI M5S

bla-bla6/2/2014 – “Reggiani alzate la testa. Contro le mafie non ci sono colori politici”. E’ l’appello lanciato da cinque parlamentari emiliani del Movimento Cinque Stelle, dopo l’interdittiva che ha colpito la Sincre. La nota, diffusa stamani è firmata da Maria Edera Spadoni e Maria Mussini, deputata e senatrice di Reggio, nonchè dai deputati Michele dell’Orco, Vittorio Ferraresi e dal senatore Luigi Gaetti vicepresidente della commissione parlamentare antimafia. Nell’occasione annunciano che il tema della penetrazione mafiosa a Reggio, Parma e Modena sarà portato nell’agenda dell’ufficio di presidenza della commissione antimafia.

«La misura è colma – scrivono – La nuova interdittiva antimafia questa volta ha riguardato un’azienda la Sincre nel cui consiglio di amministrazione siedono nomi noti e importanti di Reggio Emilia.

Persone note, come Enrico Zini, già presidente del Rotary Club nel 2011-12, che attualmente figura nella commissione saggi dell’associazione, ex presidente della Cna e vicepresidente del consiglio direttivo dell’Ance reggiano, il collegio costruttori edili degli Industriali. Amministratore delegato dell’azienda è Saverio Bari, 44 anni, attualmente componente del consiglio direttivo dell’Ance reggiano. Consiglieri di Sincre Salvatore Bari e Glauco Zambelli, ingegnere già responsabile dei lavori per la messa a norma dello stadio Giglio nel 2008. La Sincre nata nel 2011, è posseduta in parti uguali da due aziende: la Zini e Zambelli Costruzioni Srl e la Fratelli Bari Srl. La Fratelli Bari lavora a Reggio dal 1989 ed è di proprietà di Salvatore Bari, 68 anni, e del figlio Saverio, 44 anni. Un’azienda che era finita nelle carte dell’operazione antimafia Edilpiovra, condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Bologna, su un giro di estorsioni e false fatture per conto del clan di ‘ndrangheta Grande Aracri, anche se poi Saverio e Salvatore Bari non erano stati indagati.

A fronte di questa ennesima interdittiva antimafia che riguarda aziende reggiane (dopo i casi Bacchi ed altri) , arriva l’ulteriore conferma degli allarmi lanciati sin dal 2008 da parte del Movimento 5 Stelle e dal Meet Up Amici di Beppe Grillo di Reggio Emilia.

Ora non si può più rimanere indifferenti e reagire con i soliti proclami. Questo è l’ennesimo anello di una catena che sembra senza fine. Il tema delle infiltrazioni delle mafie in Emilia Romagna con particolare attenzione alle province di Reggio Emilia, Modena e Parma verrà portato nell’agenda del prossimo Ufficio di Presidenza della Commissione parlamentare anti-mafia. I rappresentanti del Movimento 5 Stelle, proporranno in tale sede che la Commissione Antimafia si riunisca in sede itinerante (come già fatto in altre occasioni) a Reggio Emilia, Modena e Parma per un confronto aperto con le associazioni che si battono contro le mafie, le forze dell’ordine e le istituzioni.

Contro le mafie non esistono colori politici. Esiste un solo colore. Quello della coscienza civica, della cultura della legalità e della trasparenza che deve tornare a prevalere.

I cittadini di Reggio Emilia, Modena, Parma per alzare la testa, devono prendere coscienza che il rischio è altissimo e non si può più far finta di nulla!”.

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