1/2/2014 – Il potenziale dei prodotti agroalimentari reggiani all’estero è indiscutibile: già negli anni Novanta fra i dieci prodotti nazionali più gettonati nel mondo, ben quattro avevano radici reggiane.
Oggi questo potenziale aumenta in modo esponenziale grazie al boom della cucina italiana-basta farne. Se poi questi prodotti vengono proposti e “spiegati” in un locale d’eccezione come “Spiaggia” a Chicago, il ristorante in assoluto preferito da Michelle Obama, il gioco è fatto.
Lo ha spiegato a sorpresa una delegazione di opinion leader americani esperti del settore agroalimentare, in visita in Emilia, ospiti della cantina Medici Ermete dal 29 gennaio al 1° febbraio. A guidare la delegazione proprio il responsabile del bar di “Spiaggia”, Derek Mercer, esperto di wine & food e sommelier. Nel menù del suo rinomato bar Mercer propone, a fianco di alcuni champagne, 50 tipi di vini italiani, tra i quali spicca il lambrusco made in Reggio, accompagnato da ricette a base di Parmigiano Reggiano e aceto balsamico.
“Il nostro locale – ha spiegato Mercer – gode di ottima reputazione e presenta prezzi elevati, proprio perché proponiamo piatti con ingredienti originali italiani, dal Parmigiano Reggiano al balsamico di Novellara, al lambrusco di Reggio e Modena, senza dimenticare burrata, passata di pomodoro, tartufo e miele. Quanto ai vini, proponiamo vitigni autoctoni italiani e agli interessati cerchiamo di spiegare i processi di lavorazione e fermentazione. Purtroppo ancora soltanto gli addetti ai lavori sanno che il lambrusco è così salubre e genuino e ancora pochi lo associano all’Emilia Romagna. I più invece non hanno idea dell’esatta provenienza. Quindi da questo punto di vista c’è ancora molto da fare”. Ancora Mercer: “Negli States il lambrusco piace perché è delizioso, fresco, ottimo come aperitivo e vino da tavola. Viene consumato soprattutto in primavera ed estate e dalla fascia d’età giovane e media. Lo accompagniamo spesso alla pasta fatta in casa dalle quattro sfogline del locale, al raviolotto di crescenza ideato dal nostro chef Tony Mantuano e ad altre delizie italiane”.
Durante il suo soggiorno Mercer ha imparato molto sull’Emilia, i valori delle nostre eccellenze e i processi produttivi. E riferisce di voler portare tutto questo anche sul piatto degli americani. E proprio “l’alta formazione mirata agli opinion leader ed il loro incoming sul nostro territorio per un bagno di emilianità” è il cuore della strategia export di Medici Ermete. “Questi saranno i migliori ambasciatori del nostro vino e del nostro patrimonio dell’eccellenza agroalimentare nel mondo”, dichiara Alberto Medici, contitolare della Cantina Medici Ermete.
Continua Medici: “25 anni fa sposammo una filosofia produttiva che, creando un legame saldo tra singoli vigneti e vini prodotti, puntava alla loro massima valorizzazione, con una garanzia di qualità mai raggiunta prima. Il passo fu breve. Il messaggio che sta dietro ad ogni singola bottiglia di vino diventa un valore aggiunto che porta il cliente a desiderare di venire a conoscere il nostro territorio”.
Con 30 addetti, una produzione di 800mila bottiglie/anno di vino da propri vigneti e di 10 milioni di bottiglie inclusa la produzione di vino acquistato dalle cantine sociali della zona, Medici Ermete vanta una quota export del 70% e 60 Paesi importatori. Tra questi, spiccano Germania, Stati Uniti, Giappone, Spagna, Russia e Brasile.
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