18/2/2014 – Finalmente una donna. Era ora.
Vorrei ma al momento non posso: ma se insistete ce la farò, ce la faremo. Oppure, citando Lucio Battisti: “Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi…”. Tradotto, per la nota legge dei tempi politici: potrò solo se sarete in tanti a chiedermelo, e se otterrò l’imprimatur dai miei capi nazionali. Si chiama melina, ma non è un piccolo frutto… tantomeno del peccato, anzi. E’ saggezza, cognizione di causa, perché crederci è una cosa, ma bruciarsi è un attimo. E comunque, tornando a Mogol: come può uno scoglio arginare il mare? Appunto.
Se il popolo la reclama, e se i vertici (vertici? quali vertici?) di Forza Italia danno il nulla “c-osta” (nel senso che a loro costerà zero: meno beghe intestine, meno rogne organizzative, et voilà un candidato pret-à-porter, prestigioso e già confezionato, con rifiniture di pregio e chiavi in mano; una figura forte e spendibile, conosciuta e battagliera, trasversale e che piace… senza contare poi che il suo nome, quale candidata ideale e naturale di quell’area, circolava già un anno fa insieme al cognome di Landi, e non solo nei sogni di tanti, bensì anche sui giornali per pochi).
Perché la lusinga batte dove il (conten)dente vuole, e salvo “niet” di natura tecnica (non certo di natura politica, considerata la penuria di candidati papabili ed entusiasti di esserlo in ambito centrodestrista), sarà lei a competere con il vincitore delle primarie Pd, con il pentastellato Norberto Vaccari e con gli altri più o meno cespugliosi e ramificati candidati di bandiera (Lega Nord, civici, destre e sinistre di varia estrazione e distrazione e/o orto botanico) alla carica di sindaco del comune di Reggio.
Lei è Donatella Prampolini in Manzini, di Casalgrande, presidente Ascom e titolare di supermercati, la quale, sul suo profilo Facebook, proprio il giorno di San Valentino (si sa: l’amore quando arriva arriva, e comunque “prima o poi arriva”, direbbe Stefano Benni, che così intitolò il suo primo libro, anno 1981), ha avvalorato l’idea di una sua più che possibile discesa in campo alla guida della coalizione di centrodestra in vista delle elezioni amministrative del 25-26 maggio. Morale: per tagliare la testa ai tanti personalismi, vuoi vedere che verrà impalmata (voce del verbo Palmizio? ah, saperlo…) una personalità esterna al partito? Chissà.
Il “guado” è tratto? Chi vivrà vedrà. E magari voterà.
Donatella Prampolini oggi è a Roma (nella foto, fatta a Piazza di Spagna, è con un’amica commerciante di Casalgrande, titolare di una storica boutique del paese, “Buteiga Mata”) per manifestare a favore delle piccole e medie imprese, strangolate dall’eccesso di tasse e di burocrazia – l’incubo di chi fa impresa
“Il fatto che continuiate a chiedermelo – ha scritto, ispirata da Cupido, la più desiderata dai reggiani all’opposizione, ma non solo – mi rende davvero felice e orgogliosa, ma siccome alla fine devo sempre dire no… mi state torturando!!! Lo sapete che vorrei farlo davvero! Ma non posso!“.
Qualcuno faccia qualcosa. Si mobilitino i Caschi Blu e caschi finalmente il velo. Tutti la cercano, tutti la vogliono: e allora candidatura sia! Non si può remare contro la volontà dei cittadini, proprio non si può, sarebbe una iattura per la democrazia… e sopratutto per l’esito elettorale.
L’unico ostacolo, da lei indirettamente citato l’altro giorno nel suo appello alla “fazione”, è rappresentato dall’importante ruolo associativo, a suo modo pubblico e per certi versi istituzionale, che la donna ricopre a livello locale e nazionale. Ovvero: per venire incontro alle pressanti richieste della sua gente, affamata di leader, la Prampolini (cognome storico a Reggio, baciato dalla storia – cooperativa – e senza mai aver organizzato convegni all’Astoria) dovrà chiedere una deroga ai vertici romani dell’Ascom-Confcommercio.
“Entro la settimana scioglierò questo nodo (gordiano? – ndr), lo devo agli iscritti… e poi avrei l’appoggio trasversale di più forze“, ha aggiunto la candidata in pectore. Che dire: l’entourage è fiducioso sul buon esito della partita, e pure noi siamo pronti a scommettere che la sovrastruttura di categoria che tutto impone, tutto dispone e tutto ricompone, meglio conosciuta come “vertici nazionali”, darà l’atteso e sacrosanto via libera. In dialetto reggiano: “Ascom, dai c’andòm!”.
Intanto, oggi, Donatella è a Roma, a manifestare e a protestare insieme a tanti, partiti anche da Reggio, contro la burocrazia e le tasse, i nemici giurati della piccola e media impresa italiota. “Ci faremo sentire!”.