[[ Coop di dipendenti per rilevare l’attività: ora si può con l’anticipo della mobilità

14/2/2014 – «E’ una grande opportunità, e proprio per questo abbiamo predisposto nuovi strumenti e servizi che consentano il superamento di crisi aziendali attraverso quell’opzione cooperativa per la quale è stabilito un percorso preferenziale».

Così il presidente dei Confcooperative, Giuseppe Alai, a pochi giorni dalla conversione in legge del decreto “Destinazione Italia” (ora in attesa di un ok del Senato che viene dato per certo), esprime l’impegno della centrale cooperativa a fianco dei lavoratori di imprese in crisi che si propongano di acquisire o affittare aziende o rami d’azienda in crisi, facendo confluire direttamente nel capitale sociale di una nuova cooperativa l’indennità di mobilità cui hanno diritto, senza arrivare al licenziamento.
«In sostanza – spiega Alai – laddove vi siano imprese in procedura concorsuale, ai dipendenti che costituiscono un’impresa cooperativa per proseguire l’attività produttiva viene comunque riconosciuta (e in un’unica soluzione) l’indennità di mobilità cui avrebbero diritto in caso di licenziamento senza che questo avvenga, a condizione che quelle risorse vadano a costituire il capitale iniziale della cooperativa stessa».
«Un passaggio fondamentale – prosegue il presidente di Confcooperative – che consente ai lavoratori di arrivare ad un percorso di autoimprenditorialità senza interruzioni dell’attività lavorativa e potendo contare subito su un volume di risorse proprie che agevola l’avvio dell’impresa anche nei rapporti con gli istituti di credito e i fornitori».
«Esemplificando – sottolinea il direttore servizi di Confcooperative/Unioncoop, Vanni Ceccardi – il lavoratore con meno di 40 anni d’età può far confluire nel capitale sociale della cooperativa circa 10.000 euro, quello tra i 40 e i 50 anni arriva vicino ai 20.000 euro e quello con oltre 50 anni può incidere per circa 27.000 euro, raggiungendo in questo modo entità di capitale sociale iniziale piuttosto rilevanti anche in ambiti d’impresa che richiedano solide capitalizzazione».
«La cooperazione – prosegue Ceccardi – assume quindi una rilevanza centrale per assicurare ai lavoratori coinvolgimento e continuità di lavoro laddove sussistano possibilità di rilancio anche di specifici rami aziendali, ed è proprio attorno a questa chance che abbiamo costruito una rete di opportunità, che vanno dal materiale informativo/formativo a servizi gratuiti o a costi contingentati  per quel che riguarda la valutazione dei progetti imprenditoriali, lo statuto, l’atto costitutivo, i regolamenti interni, il business plan, i servizi amministrativi e giuslavoristici».

«L’obiettivo – conclude il presidente di Confcooperative, Giuseppe Alai – è sostenere concretamente quelle forme di auto imprenditorialità che oggi appaiono decisive in una situazione di crisi che moltiplica il disagio economico e sociale, accrescendo il numero dei lavoratori che non intravvedono prospettive al di là dei periodi di mobilità e, oggi, possono a maggior ragione investire sulle proprie capacità e sul proprio lavoro».

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