29/1/2014 – Il 30 gennaio 1944, a poco più di un mese dall’uccisione dei sette fratelli Cervi e di Quarto Camurri, nel poligono di tiro di Reggio Emilia i fascisti repubblichini fucilarono don Pasquino Borghi e altri otto antifascisti: Ferruccio Battini, Romeo Benassi, Umberto Dodi, Dario Gaiti, Destino Giovannetti, Enrico Menozzi, Contardo Trentini ed Enrico Zambonini.
Il 70simo anniversario dell’eccidio sarà ricordato, giovedì 30 gennaio, con un programma di iniziative promosse da Comune e Provincia di Reggio Emilia, Istituto ‘Alcide Cervi’, Istoreco, associazioni partigiane Anpi, Alpi, Apc, Anppia, Comitato democratico costituzionale, Fondazione I Teatri.
Alle ore 9 al Poligono di tiro di via Paterlini 17, omaggio ai caduti nel luogo dell’eccidio con gli interventi del presidente del Consiglio provinciale Gianluca Chierici e di Orio Vergalli dell’Anpi; alle ore 10 nella Basilica della Ghiara messa in suffragio dei caduti.
Alle ore 10.45 deposizione di una corona in vicolo dei Servi. Alle ore 11, nella Basilica della Ghiara, è previsto il momento più emozionante: l’esposizione, nei pressi del crocefisso del Guercino, degli abiti restaurati indossati da don Pasquino Borghi nel giorno della fucilazione, recanti i fori dei proiettili che ne trapassarono il corpo.
Alla presentazione parteciperanno il sindaco vicario del Comune di Reggio Emilia, Ugo Ferrari, il vescovo della Diocesi di Reggio e Guastalla, mons. Massimo Camisasca e Danilo Morini, presidente dell’associazione Alpi-Apc.
L’esposizione degli abiti di don Borghi, corredata da schede storiche, sarà visitabile fino al 14 febbraio, nei seguenti orari: dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 12 e dalle 16.30 alle 19.30; domenica, dalle 7.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 20.30.
Don Pasquino Borghi (Albertario)
Nasce a Bibbiano il 26 ottobre 1903 da una modesta famiglia di mezzadri. Entra in seminario a 12 anni, dimostrando una spiccata tendenza alla vita ecclesiastica. Nel 1924 entra nell’istituto Benedetto XII delle missioni africane in Verona. Nel 1930, ordinato sacerdote, parte per la missione comboniana di Torit nel Sudan anglo egiziano. Nel 1937 viene fatto rientrare in Italia per motivi di salute e curato presso l’istituto missionario di Sulmona.
Nel 1938 entra nella Certosa di Farneta (Lucca), ove prende i voti di certosino. Nel 1939 chiede dispensa papale per ritornare alla vita sacerdotale, anche per poter aiutare la madre rimasta vedova e in povertà. Nominato cappellano nella chiesa di Canolo (Correggio), assume decisa posizione contro la guerra e la dittatura fascista. Dall’autunno 1943 è parroco a Coriano-Tapignola di Villa Minozzo.
Dopo l’8 settembre 1943, inizia un’intensa attività di aiuto ai soldati italiani sbandati, ai prigionieri alleati fuggiti dai campi di internamento e ai primi partigiani. Aderisce alla Resistenza con il nome di battaglia di Albertario.
Il 21 gennaio 1944 viene arrestato a Villa Minozzo da militi della Repubblica Sociale e incarcerato poi a Scandiano, per essere, nell’ultima notte, trasferito nel carcere dei Servi a Reggio Emilia.
Il 30 gennaio 1944, per rappresaglia dopo l’uccisione di un milite fascista, senza alcun processo viene fucilato insieme ad altri otto patrioti: Ferruccio Battini, Romeo Benassi, Umberto Dodi, Dario Gaiti, Destino Giovannetti, Enrico Menozzi, Contardo Trentini ed Enrico Zambonini.
L’esecuzione ha luogo nello stesso Poligono di tiro dove un mese prima, il 28 dicembre 1943, erano stati fucilati i sette fratelli Cervi e Quarto Camurri.
Un distaccamento partigiano viene ben presto intitolato a Don Pasquino, una delle figure più importanti della Resistenza reggiana. Il 7 gennaio 1947, in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario della nascita del Tricolore, il Capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, consegna alla madre Orsola Del Rio la Medaglia d’Oro al Valore militare alla memoria.