24/1/2014 – Cosa fare per garantire il lavoro alle aziende della montagna che lavorano a Poiatica, visto che la discarica va a esaurimento? Per Lapam-Confartigianato “è il momento di tirare la riga”, vale a dire lanciare un piano di risanamento ambientale, di controllo e di mitigazione del rischio, in considerazione anche del fatto che si trova in una zona geologicamente instabile.
«La discarica di Poiatica oltre a mettere al centro il tema ambientale interessa fortemente il lavoro delle aziende che vivono in Appenino – affermano Ivo Biagini, presidente Confartigianato Reggio Emilia e Gabriele Arlotti, presidente a Castelnovo Monti -. Oltre ai termini della durata della discarica, infatti, è necessario affrontare il tema delle dovute garanzie, lunghissime nei decenni a venire (se non nei secoli) di gestione di questa mole di rifiuti stoccate in un luogo i cui versanti limitrofi sono idrogeologicamente instabili. Non possiamo assistere a una decisione che cali dall’alto considerata la complessità dei temi toccati. Come Confartigianato chiediamo di pianificare un’opera che, oltre a ricollocare le unità lavorative quando la discarica sarà esaurita, possa dare sicurezze e certezze alle nuove generazioni che verranno».
«Abbiamo anche a cuore – aggiungono Biagini e Arlotti – le centinaia di imprese artigiane e le rispettive famiglie che vivono attorno alla discarica. Riteniamo che ora si debbano necessriamente produrre impegni a favore del lavoro per le opere future di controllo, mitigazione, ripristino e prevenzione di dissesti».
Una malaugurata instabilità del versante potrebbe avere conseguenze nefaste. Secondo i presidenti «è giunto il momento di tirare una riga, senza avere timore di confrontarsi con comitati, ambientalisti e, anche, sacerdoti o chi la pensa diversamente».