di Gianluca Paoli*
15/1/2014 – La vicenda legata al coinvolgimento del vicesindaco Daniele Ferrari sugli episodi di offese rivolte su Facebook ai cittadini di Bagnolo dal sedicente utente Pasquino Romano arriva in Consiglio Comunale. Vi arriva però a fatica e tra il palpabile imbarazzo del Sindaco e della maggioranza.
All’inizio della settimana, il Sindaco Paola Casali aveva proceduto alla convocazione di una seduta del Consiglio Comunale per il prossimo lunedì, 20 gennaio. Tra gli argomenti in discussione all’ordine del giorno non figurava però l’interrogazione depositata dal gruppo consiliare di Progetto Bagnolo lo scorso 23 dicembre e rivolta al Sindaco stesso con cui si chiedeva espressamente alla Casali se “il comportamento del suo vice era di sua conoscenza” e se, una volta appurati i fatti, “li avvalla o li ripudia”.
All’immediata richiesta di spiegazioni, il Sindaco ha proceduto nella giornata di oggi ad integrare l’ordine del giorno aggiungendo però non solo l’interrogazione della minoranza ma anche una interpellanza dello stesso gruppo di maggioranza rivolta direttamente al vicesindaco Ferrari, con la quale gli si chiede di “chiarire” la sua posizione riguardo alla vicenda.
Ora, sappiamo già che l’interpellanza della maggioranza porterà, a stretto giro di regolamento, a un’unica trattazione della vicenda la quale, ridotta agli strumenti dell’interpellanza e dell’interrogazione (per loro natura escluse dal dibattito consiliare e quindi non soggette a votazione da parte del Consiglio Comunale), si esaurirà presumibilmente nella recita da parte del vicesindaco Ferrari della propria versione dei fatti e nella conseguente presa d’atto, senza alcuna altra “scomoda” dichiarazione in merito, da parte del Sindaco Casali.
Una vicenda che il Sindaco doveva avere la decenza di risolvere rapidamente con la richiesta immediata di dimissioni al suo vice, si esaurirà quindi presumibilmente nella solita difesa dell’indifendibile. Le responsabilità del vicesindaco Ferrari sono indiscutibili e i tentativi di minimizzare o addirittura di ignorarle da parte della maggioranza sono un vulnus intollerabile per chiunque abbia un minimo di senso delle istituzioni.
Come se ciò non bastasse, lascia perplessi la decisione dell’Amministrazione di procedere alla discussione delle istanze in “seduta segreta”, così come specificato nell’atto di convocazione. In poche parole, i cittadini non consiglieri dovranno uscire dall’aula al momento della discussione e non potranno assistervi.
Lo riteniamo un atto ingiustificato, lesivo dell’obbligo di trasparenza a cui dovrebbe attenersi ogni Amministrazione che si rispetti. Se è pur vero che il regolamento prevede che “l’adunanza del Consiglio Comunale si tiene in forma segreta quando vengono trattati argomenti che comportano apprezzamento delle capacità, moralità, correttezza od esaminati fatti e circostanze che richiedono valutazioni delle qualità morali e delle capacità professionali di persone”, non si capisce come la risposta a una legittima richiesta di spiegazioni posta a un Amministratore, pubblico per definizione, non possa essere pubblicamente ascoltata.
La comprensibile attenzione alla riservatezza e tutela nei confronti dei cittadini non crediamo possa essere strumentalmente utilizzata per sollevare gli amministratori dalla valenza pubblica dei loro comportamenti, azioni e dichiarazioni.
La richiesta avanzata stamattina dal sottoscritto di togliere il vincolo della segretezza alla discussione consiliare crediamo debba essere accolta senza riserve. A meno che non si ritenga la segretezza la naturale evoluzione di quell’anonimato del cui uso scellerato è accusato proprio il vicesindaco Ferrari, nel qual caso il modus operandi dell’Amministrazione sarebbe perfettamente in linea con quello dei suoi massimi rappresentanti.
*Consiglieri comunale di Alternativa Civica, Bagnolo in Piano