21/1/2014 – Non è il ritorno degli steward, ma qualcosa di più. Dopo la morte di Sylvester, “vigilantes” aziendali alle fermate bus di Reggio a più alto rischio.
Lo annuncia da Modena la direzione generale di Seta. L’iniziativa scatta già questa mattina, martedì, con presidi formati da “proprio personale di verifica e da addetti all’esercizio” alle fermate di Porta Santa Croce – viale Piave (dove una settimana fa Sylvester, studente ghanese di 14 anni, è morto cadendo da un bus della linea 2), via Paterlini (zona Tribunale), piazzale Europa e polo scolastico Zanelli dalle 7,15 alle 8 del mattino e dalle 12,30 alle 14, vale a dire nelle ore di punta di arrivo e partenza degli studenti.
In questo modo Seta ha aderito alla richiesta del comune di istituire subito servizi di controllo alle fermate. Il consiglio comunale, ieri pomeriggio, ha approvato all’unanimità un documento in questa direzione.
Afferma Seta in un comunicato: «Tale iniziativa viene presa in via provvisoria come forma di collaborazione con gli Enti preposti alla tutela della sicurezza sul territorio reggiano in attesa di ulteriori iniziative che saranno concordate a breve attraverso un confronto con tutte le parti in causa. In particolare, Seta riafferma la disponibilità ad attivarsi presso gli istituti scolastici reggiani per organizzare momenti di formazione che contribuiscano ad accrescere la cultura della sicurezza nell’ambito del trasporto pubblico locale.
Resta aperto l’interrogativo sul perché il servizio di steward istituito a suo tempo da Atc sia stato interrotto da Seta, mentre la situazione di pericolosità alle fermate era nota a tutti.
“BASTA CON I VANDALISMI”
L’azienda trasporti di Modena e Reggio lancia anche l’allarme per la situazione di tensione sui bus cittadini, già denunciata nei giorni scorsi da Rep-Reggio Report. Seta «chiede che cessino immediatamente gli atti di vandalismo e le pesanti illazioni a carico del personale o dell’azienda nel suo complesso, che non trovano alcuna giustificazione e non sono di alcuna utilità. In momenti come questo è fondamentale che tutti assumano un senso complessivo di maggiore responsabilità, che consenta alla magistratura di svolgere le proprie indagini ed accertare l’esatta dinamica dei fatti e le eventuali inadempienze».
“GLI AUTISTI SVOLGONO UN SERVIZIO PUBBLICO ESSENZIALE”
«Seta ribadisce con forza che gli autisti dei mezzi pubblici svolgono un servizio essenziale per la comunità, con professionalità, dignità e passione. In simili condizioni, però, i conducenti non riescono a svolgere con la necessaria serenità il servizio richiesto e questo rappresenta un grave danno per la collettività».
«SUL BUS DELLA TRAGEDIA I SISTEMI DI SICUREZZA FUNZIONAVANO»
Seta non manca di prendersela con la stampa e con chi ha levato la voce per denunciare uno stato di cose insostenibile. Parla di «legittime critiche ma anche di insinuazioni e prese di posizione spesso imprecise e fuorvianti».
E aggiunge: «Si ricorda che – da quanto emerso finora dalle indagini – i sistemi di sicurezza del mezzo dal quale è caduta la giovane vittima risultano adeguatamente installati e regolarmente funzionanti.
La pubblicazione su organi di stampa locale di presunti allarmi preventivi lanciati nelle scorse settimane (e che sarebbero rimasti inascoltati), non contribuisce né a fare chiarezza né a rasserenare gli animi».
Seta ammette tuttavia che famosa lettera di dicembre di un responsabile della sicurezza dei lavoratori, esiste ed è vera. Gli organi di stampa dunque hanno fatto il loro dovere. Ciò che non rasserena gli animi è l’incapacità di intervenire tempestivamente in situazioni divergenza che si protraggono nel tempo e si conoscono (come sono, appunto, la situazione in certe fermate e i bus stipati oltre il tollerabile).
«Peraltro – aggiunge l’azienda – a quella lettera Seta ha dato risposta ufficiale appena due giorni dopo il ricevimento, confermando la correttezza e l’efficacia delle procedure di controllo e manutenzione sui mezzi attivate presso il deposito di Reggio Emilia».
«Per il dovuto rispetto delle persone coinvolte è necessario che ognuno faccia la propria parte, – conclude la società modenese – affinché un evento così drammatico e doloroso non venga strumentalizzato al solo scopo di denigrare quello che è un patrimonio di tutta la collettività reggiana».
Non resta che attendere le conclusioni dell’inchiesta della Procura per far luce sulle effettive responsabilità.