Teatro dell’assorto, dell’as-sordo ai richiami, dell’assurdo in persona come canterebbe Bennato (nella fattispecie Edoardo “Bannato”, sennò i piddini 2.0 non capiscono).
l’atmosfera da stagnante si straniante, il partito galleggiante si fa navigante a tal punto che, giustamente, c’è chi pensa – nella base, ma soprattutto nel database – che l’avvenuto e recente ricambio del board politico reggiano in fondo non sia che l’ennesima presa per il cloud.
Prima riunione Pd, quella del debutto: già, viva l’attenzione, entusiasmo saltami addosso e fallo “adesso” (citazione renziana: l’adesso, non il fallo, sia chiaro…).
Il segretario (maestrino dalla penna rossa) Nikka Costa parla, ma nessuno sembra ascoltare, o meglio, magari l’ascoltano pure (ci sono le orecchie apposta, in effetti), ma nessuno lo guarda. Sarà mica timore reverenziale?
Fatto sta che (le due foto parlano chiaro, nel senso che tacciono proprio) sono tutti presi dal guardare o maneggiare ciascuno il proprio smartphone, a chattare o a cinguettare, a instagrammare o googlare, a fare “selfie” dalla sede o a fare surf tra i profili altrui (e senza il minimo surf-control).
Verrebbe da dire: chissà che argomenti appassionanti ha tirato fuori il buon Costa Brava, grande teorico e pletorico del “riunirsi intorno a un tavolo”… se non fosse che per certi monologhi (o conversazioni alla Ion-esco “a fare due passi se solo potessi”) basterebbe uno specchio concavo o con-vezzo.
Sì, ma senza “riflettere” troppo prima di prendere la parola, che tanto verba volant e comunque c’è tempo: insomma, la MatTeo-Crazia ha appena vinto, D’Alema ha appena perso, Festareggio comincia in agosto e le amministrative ci sono in primavera, ovvero “che fretta c’era / maledetta prima volta” avrebbe infatti esclamato il giornalista di Cremona, pentito di aver permesso ai colleghi di gabinetto (leggasi cabinet, per dire governance) di portare in sala telefoni e ogni sorta di tabLet-ta.
Tuttavia, moderno e comprensivo com’è, il segretario in carica ha perdonato le distrazioni social dei suoi. Perché o ci sei wi-fi, e vale per tutte le cose. Insomma: “primum vivere, deinde philosophari”, cioè prima esserci, poi eventualmente farsi sentire.
E ancora: come si sa, il silenzio è d’oro, e in questa fase di lenta transizione, o di lunghe mal-intese o larghe sottintese, dalle parti della Reggio democrat va molto di moda il motto secondo cui “un bel tacer non fu mai scritto”.
Al massimo, solo taggato o linkato.