Mille firme reggiane contro i superstipendi dei top manager (bancari)

11/12 – Sono 1.126 i reggiani hanno firmato per chiedere un tetto ai compensi dei top manager. Firme che si aggiungo così a quelle di 118mila italiani (13mila dall’Emilia Romagna) raccolte dalla Cisl e dai bancari Cisl (Fiba) per la proposta di legge d’iniziativa popolare indirizzata a porre un tetto ai compensi dei top manager e già consegnate alla Camera dei Deputati.

«Si conclude felicemente la campagna di raccolta firme ‘Se firmi li fermi’ anche a Reggio Emilia, partita lo scorso giugno subito dopo che il leader della Cisl Raffaele Bonanni e il segretario generale dei bancari Cisl, Giulio Romani, avevano depositato in Cassazione una proposta di legge popolare per mettere un tetto massimo alle retribuzioni e bonus dei top manager. La proposta che prevedeva un tetto per la retribuzione fissa di 294 mila euro (pari a quello dei manager pubblici) e un rapporto di 1:1 per il salario variabile (come da indicazioni europee)», commenta Margherita Salvioli Mariani, segretaria della Cisl di Reggio Emilia.

«Una situazione che in Italia è iniqua maggiormente in situazione di crisi – aggiunge – dato che è consuetudine ritenere l’attività di un manager molto più importante e retribuita rispetto a quella dei dipendenti; i quali però, contribuiscono a loro volta, e molto attivamente, alla valorizzazione dell’impresa ed al raggiungimento di un determinato profitto. In Italia nel 2012 la media delle retribuzioni dei direttori e degli amministratori delegati dei principali gruppi bancari e assicurativi è stata di 42 volte superiore alla media delle retribuzioni previste nei rispettivi contratti nazionali, con punte di 108 volte. Le remunerazioni elevate dei top manager incoraggiano l’assunzione di rischi eccessivi. E mentre le famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese e le imprese si ritrovano con i rubinetti del credito serrati, i sacrifici vengono chiesti solo ai lavoratori, con prepensionamenti e tagli di stipendio, e non ai super-manager».

«Gli esempi – entra nel merito Leonello Boschiroli, segretario dei bancari Cisl di Reggio Emilia– non mancano: all’amministratore delegato di Unipol servono solo cinque giorni per guadagnare lo stipendio medio annuo di un dipendente di banca, quindici al direttore generale di Credem e sedici all’amministratore delegato della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, mentre, in media, necessitano solo otto giorni per gli amministratori delegati o direttori generali delle più grandi banche e assicurazioni italiane».
«D’altro canto – continua il dirigente Cisl – la nostra richiesta, rivolta a tutte le società quotate, non fa altro che raccogliere gli indirizzi contenuti nelle direttive europee e le continue sollecitazioni di Banca d’Italia in tal senso, senza dimenticare che è perfettamente in linea con quanto già deciso nel 2011 dal decreto “Salva Italia”, che ha posto un massimale annuo per i manager delle società pubbliche di 294mila euro».

E conclude: «Nel quadro del settore finanziario regionale. la metà degli istitutie sono banche di credito cooperativo che già erogano stipendi nel limite della nostra proposta, per le altre vi  sarebbe un effetto trascinamento o, quantomeno, una spinta a fare più chiarezza e trasparenza nei propri bilanci”.

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