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La ndrangheta torna a sparare: agguato contro edile cutrese dalla vita avventurosa

7/12/2013 – Hanno sparato in piena notte a un edile originario di Cutro, Roberto Turrà, pregiudicato di 38 anni. L’agguato è avvenuto quasi certamente davanti all’abitazione di via Franklin, zona di via Regina Elena in città, dove Turrà vive con la famiglia. Due colpi di arma da fuoco lo hanno colpito al ginocchio sinistro e a un dito della mano sinistra: la prognosi è di 25 giorni. Pochi mesi fa l’uomo era rimasto ferito in una rissa davanti a un locale di Cavriago.

Una vera e propria gambizzazione, stile vendetta di mafia. Il vicequestore Capocasa ha definito l’episodio “allarmante” al punto che il procuratore Giorgio Grandinetti ha affidato le indagini a due sostituti, Maria Pia Pantani e Stefania Pigozzi, per l’ipotesi di tentato omicidio. Indaga la Squadra Mobile.

Turrà è arrivato all’ospedale S. Maria Nuova alle 4,20, tuttavia agli inquirenti ha raccontato di essere uscito di casa intorno alla mezzanotte per fumare una sigaretta, ma nell’androne del palazzo gli si sono parati di fronte due uomini che gli hanno sparato contro cinque colpi di pistola. Un agguato per uccidere, se così sono andate le cose? Chi sia stato a sparare ancora non si sa. Le indagini sono in corso

I vicini di casa sostengono di non aver udito colpi di pistola, quindi Turrà potrebbe essere stato ferito altrove. Tuttavia in mattinata l’androne era stato lavato da grosse chiazze di sangue.

Pochi dubbi sul fatto che il ferimento segni un salto di qualità nella guerra del crimine che va avanti da più di un anno a suon di attentati a auto e cantieri. E si può scommettere che c’entra qualcuno dei 17 clan di ndrangheta che infestano Reggio.

Che Roberto Turrà sia una persona conosciuta nel giro delle ‘ndrine lo conferma la vicenda del furto di un escavatore di sua proprietà che lui e il fratello Salvatore riuscirono a recuperare  grazie ai buoni uffici di Nicolino Sarcone e Francesco Grande Aracri,  fratello del boss Nicolino detto Manuzza, al quale di recente sono stati sequestrati in via preventiva beni e denaro per tre milioni di euro. Nel 2006 era stato arrestato con l’accusa di aver messo una bomba fatta in casa sul davanzale della finestra di un ex-amico per questioni economiche.

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