Trofeo “Morfeo”: the winner is…
In nove mesi perse 620 imprese tra Reggio e Modena. Confartigianato: “Cari politici, svegliatevi!”

24/12 – Se si volatizzassero i 4.347.339 piccoli imprenditori italiani – in imprese con meno di 50 addetti – l’economia del nostro Paese diventerebbe un vero e proprio deserto: l’impatto sulla popolazione sarebbe del -7,3%, ma il valore aggiunto generato dalle imprese in Italia si dimezzerebbe (-52%); il ‘buco di Pil’ sarebbe equivalente a poco meno (94,3%) di quanto prodotto dalle imprese dell’intero Nord Italia. Il numero dei disoccupati triplicherebbe e il tasso di disoccupazione passerebbe dal 12,0% al 43%. Il made in Italy perderebbe solo di apporto diretto – senza contare quanto prodotto in subfornitura per medie e grandi imprese – un valore equivalente alle esportazioni dell’intero Triveneto e cioè Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige.

“Questo dato, fornito dal centro studi Confartigianato, è eloquente: le piccole e medie imprese, quelle che rappresentiamo sul territorio di Reggio Emilia e Modena, sono semplicemente la spina dorsale del Paese e, nello specifico, delle nostre aree. Inutile dire che questa evidenza è chiara per molti, ma non per tutti: le decisioni a vantaggio delle piccole e medie imprese sono infatti rare e sporadiche e praticamente mai di sistema”. Erio Luigi Munari, Presidente generale Lapam Confartigianato Modena-Reggio Emilia, commenta il dato nazionale ma va oltre e scende nel locale. “Il primo problema è quello legato all’occupazione – spiega il Presidente Erio Luigi Munari – con un -1,3% secondo i dati del nostro centro studi nel periodo gennaio-settembre 2013 ma anche il numero assoluto delle aziende è in picchiata: il calo è di ben 620 unità in nove mesi. Si è passati da 51.423 del 31/12/2012  a 50.803 al 30/09/2013 con un calo dell’1,2%”.

Soffre in particolare il comparto manifatturiero a conferma che la crisi pesa soprattutto sulle spalle della componente produttiva dell’economia, su cui impattano maggiormente componenti legate ai costi di produzione (lavoro, energia, burocrazia, fisco). Il terziario è una delle valvole di sfogo per tentare di rientrare nel mondo del lavoro o uno spazio dove tentare, con investimenti ‘leggeri’ di partire in proprio rispetto alla mancata ricettività del mercato del lavoro dipendente.

“Questi sono i numeri – chiude Munari – che sono la miccia della crisi sociale che sta nascendo. E le risposte chi deve darle se non il mondo della politica e delle istituzioni?”.

Aggiunge Carlo Alberto Rossi, segretario generale dell’associazione interprovinciale: «La scelta associativa di equidistanza dai partiti, che ci ha caratterizzato negli ultimi 20 anni in termini, va declinata in modo nuovo per rispondere in modo efficace ai bisogni delle categorie che rappresentiamo. Non si tratta di equidistanza intesa come ‘neutralità’ o peggio come ‘disimpegno’, bensì di equidistanza come libertà di azione, come volontà di agire, di interpretare e portare nelle sedi decisionali, le proposte e le idee degli imprenditori, del mondo della piccola impresa, che tutti dicono di voler rappresentare ma che nessuno è in grado di conoscere e capire meglio di chi fa impresa tutti i giorni per scelta come noi. Si tratta – conclude Rossi – di ampliare e rafforzare l’attività che da sempre svolgiamo nei confronti degli enti locali, attraverso una relazione diretta con gli interlocutori politici ed istituzionali”.

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Una risposta a 1

  1. leno lazzari Rispondi

    26/12/2013 alle 14:32

    Stiamo a mio parere scivolando verso una situazione
    simile alla greca perche abbiamo in comune lo stesso problema-causa,………una classe politica insulsa e stupida che è ancora oggi talmente concentrata nella sua guerra tra partiti da non accorgersi che la stessa società che sostengono di avere a cuore sta di fatto collassando.

    Che della società possa non importargli più di tanto è assodato. Ma se poi questa arriverà al collasso e i cittadini stufi scenderanno in strada con modi spicci e senza sottilizzare su chi prendere di petto per fargliela pagare allora non potranno neanche lamentarsi.

    Sarebbe ora che la smettessero di pensare alla nostra mungitura e si dessero davvero da fare per le riforme e per l’economia.

    Già, sarebbe, ma loro pare abbiano tutto il tempo di questo mondo.

    Leno Lazzari

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