14/12 – Il vento del cambiamento soffia prepotente anche a Reggio Emilia. Anche dentro al Pd, dove i renziani vogliono regolare i conti con gli ex dalemian bersaniani, e qualcuno li vuole regolare con entrambi.
Dopo la virtuale discesa in campo di Unindustria, con il report sul sentiment dei reggiani firmato da Enrico Finzi e il programma di governo enunciato dal presidente Landi, dopo il moltiplicarsi dei comitati e l’uscita alla scoperto della prima formazione civica (il movimento Reggio città aperta fondato da Francesco Fantuzzi, spina nel fianco della dirigenza Iren) si affilano le armi anche nel Partito democratico.
A Correggio i renziani (dove in partibus infidelium hanno conseguito un risultato bulgaro) vogliono le dimissioni della segreteria e attaccano la segreteria per la gestione della vicenda En.Cor-Iotti. A Reggio si ingrossano le fila dell’ala underground che considera Luca Vecchi, capogruppo in Sala del Tricolore, un candidato troppo debole, e pure in conflitto d’interessi, per una competizione elettorale dove il rischio di una vittoria dei grillini al ballottaggio non è più una semplice ipotesi accademica.
Ancora una volta si è incaricato di uscire allo scoperto il consigliere avvocato Ernesto D’Andrea, non nuovo a posizioni autonome e anche controcorrente. Bisogna organizzare le primarie per trovare un candidato sindaco per il Pd a Reggio Emilia, e bisogna farlo senza prendere in giro gli elettori» ha dichiarato D’Andrea a Reggionline, con un ragionamento conseguente alla vittoria del segretario Matteo Renzi. Il consigliere annuncia anche la sua disponibilità a candidarsi a primarie “vere”.
“Il popolo va ascoltato. Parecchie persone mi incoraggiano a candidarmi mi hanno detto che la mia idea di candidarsi, ma sul fare o meno le primarie non ho ancora ricevuto risposta. Certo, vanno fatte bene – vanno fatte bene – Non serve mettere in lista solo quello che si sa già essere il candidato ufficiale, a prescindere dai desideri degli elettori”.
Il riferimento a Lucca Vecchi è più che trasparente.