Miki Tanaka, una giornalista giapponese, ha dedicato un’articolo alla visita “Museo del Tricolore’, pubblicato per “Heartliner Club”, rivista nipponica di turismo
Il Museo del Tricolore di Reggio Emilia non smette di interessare e non solo in Italia. Ubicato nei locali adiacenti alla storica Sala del Tricolore , il museo documenta con criteri storiografici innovativi il contesto storico e politico in cui si colloca la nascita della nostra bandiera. Inaugurato il 7 gennaio 2004, dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e ampliato il 7 gennaio 2006, il museo del Tricolore di Reggio, oltre ai tanti studenti e appassionati provenienti da ogni parte d’Italia, ha sorpreso e interessato Miki Tanaka, una giornalista giapponese che ha dedicato un’articolo alla visita “Museo del Tricolore’, pubblicato per “Heartliner Club”, una rivista giapponese di turismo.
E’ un interessante riconoscimento alla nostra città e alla sua storia che ha segnato quella nazionale. Il percorso espositivo del Museo, curato scientificamente da Maurizio Festanti e allestito su progetto di Cesare Mari, si snoda su due linee parallele: la storia della bandiera nazionale, dalle sue origini alla conquista dell’indipendenza e dell’unità del Paese, e la storia delle vicende politiche di Reggio Emilia, dalla nascita della Repubblica Reggiana nel 1796 alle testimonianze del contributo offerto dai reggiani alle battaglie per il riscatto nazionale. Messo al bando e poi divenuto il vessillo della lotta risorgimentale, oggi il Tricolore è l’emblema della Repubblica Italiana così come sancito dalla Costituzione: La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a bande verticali e di eguali dimensioni.
Nel Museo oltre ai documenti sono presenti strumenti audiovisivi moderni che agevolano la lettura del percorso espositivo e del significato della Bandiera come simbolo di eccellenza dell’identità nazionale. E non è un caso che proprio a Reggio Emilia il 7 gennaio 2011, a 214 anni dalla nascita del primo vessillo, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano abbia festeggiato il Tricolore aprendo l’anno delle celebrazioni del 150° anniversario dell’unità d’Italia.
Colleoni
02/01/2014 alle 16:13
Ho incontrato reggiani,professionisti,imprenditori,laureati ecc. che manco sanno che esiste il museo del Tricolore…certo si puó vivere senza saperlo,PERÓ………..
Carlo Casali
05/01/2014 alle 15:33
Complimenti per l’articolo che pone l’attenzione su come anche all’estero, persino nel lontano Giappone, siano interessati al nostro Museo del Tricolore ma mi dovete spiegare che cosa “c’azzecca” la locandina del film “HARAKIRI” con l’argomento trattato !!!! Forse che dopo aver visitato il Museo la gente, presa dallo sconforto, si uccide? o forse si suicidano tutti quei giapponesi che non riescono a venire il 7 gennaio 2014 alla commemorazione per la nascita della bandiera? Per favore un pò di attenzione … in questo modo un argomento serio e interessante corredato di tale disegno diventa inevitabilmente una “troiata” !!!
Saluti
Carlo
Pierluigi
05/01/2014 alle 21:37
Gentile Casali, il senso mi sembra un altro. Siamo NOI reggiani che facciamo harakiri: snobbiamo un nostro museo che invece viene apprezzato all’estero, e non sfruttiamo una buona occasione se non altro per promuovere la città. Grazie per le sue osservazioni.