di PIERLUIGI GHIGGINI
Ancora guai giudiziari per Coopsette. La Procura della Repubblica di Genova ha acceso un faro sul colosso cooperativo di Castelnovo Sotto, impegnato in una difficile ristrutturazione del debito (in luglio il Tribunale di Reggio ha omologato gli accordi con ben 1600 creditori per oltre 300 milioni, che saranno saldati in cinque anni). Coopsette è nell’occhio del ciclone per l’inchiesta sui crediti incagliati di Banca Carige aperta dalla Procura della Repubblica di Genova a seguito dei rilievi mossi da Bankitalia a conclusione dell’ispezione interna di agosto.
Ieri mattina la Guardia di Finanza ha acquisito numerosi documenti nella sede della banca su ordine dei pm Nicola Piacente e Silvio Franz. L’indagine riguarda l’ipotesi di concessione di fidi senza adeguate garanzie, con istruttorie carenti e per il presunto mancato intervento per il rientro dei prestiti.
Nel complesso si tratterebbe di operazioni per un miliardo di euro riguardanti 32 fra società e persone fisiche. Nel mirino c’è appunto Coopsette, che secondo gli ispettori di Bankitalia ha goduto di aperture di credito eccessive, insieme a esponenti della finanza e dell’industria. La documentazione sequestrata riguarderebbe anche le linee di credito concesse al Genoa. Per il momento il fascicolo è a carico di ignoti, quindi non vi sarebbero indagati.
Sui vertici di Castelnovo Sotto nei mesi scorsi si è scatenata l’inchiesta su appalto e lavori della stazione Tav di Firenze (31 indagati, in gran parte di Coopsette e Nodavia) e sul villaggio turistico di Campione del Garda: inchiesta quest’ultima che ha portato al sequestro di trecento alloggi, di un parcheggio da 700 posti e dell’università della vela, con una ventina di indagati.