La Tares, e non solo, sta avvelenando i rapporti tra imprenditori e Comune di Reggio. Il vicepresidente di Unindustria Reggio, Enzo Bartoli, ha risposto a muso duro all’assessore al Bilancio Filomena De Sciscio che “per mancanza di tempo” ha snobbato le domande sollevate qualche giorno fa dallo stesso Bertoli. L’esponente degli industriali aveva chiesto la sospensione delle delibere e il ritorno al sistema di tassazione precedente (Tia) in considerazione del fatto che con il nuovo regime le imprese dovranno affrontare una nuova mazzata, aumenti percentuali anche a due cifre.
“La nostra posizione – dichiara Bertoli – è stata suffragata da dati, osservazioni e proposte, ma ha ricevuto da alcuni diretti interessati solo risposte generiche e approssimative. L’Assessore al Bilancio del Comune di Reggio Emilia Filomena De Sciscio, ad esempio, ha eluso nel merito la questione adducendo come giustificazione la mancanza di tempo”.
Ma il tempo è praticamente scaduto. “E’ il 30 novembre – ricorda Bartoli – il giorno in cui i Comuni sono chiamati a decidere quali aliquote intendono applicare per il nuovo tributo comunale annuale sui rifiuti e sui servizi. Quindi le tempistiche tecniche per intervenire ci sono, ma evidentemente non c’è la volontà”.
“Gli imprenditori poi non possono più accettare queste argomentazioni, poiché sono anni che l’Associazione sollecita i Comuni e i gestori IREN e SABAR a dare una svolta al sistema di applicazione della tariffa rifiuti. Abbiamo infatti chiesto a più riprese che venga applicata tramite sistemi che consentano di misurare le quantità conferite. Una richiesta sulla quale abbiamo anche offerto la nostra disponibilità per avviare sperimentazioni”.
Bartoli elenca anche una serie di leggi, dal 97 al 2011, dimostrando che i comuni avrebbe potuto avere una gestione diversa della tassa rifiuti: “I Comuni nn hanno mai avuto le mani legate. E a ulteriore riprova dei fatti basta poi analizzare i livelli di costo inseriti nei piani finanziari e le aliquote delle tariffe, dalle quali ci accorgiamo che il grado di discrezionalità risulta essere massimo”.
Unindustria rilancia quindi alle Amministrazioni locali richiesta di revisione della Tares: “Lo ribadiamo, la crisi ha messo in ginocchio gli unici soggetti in grado di garantire la produzione di ricchezza del territorio: le imprese. Serve che gli amministratori pubblici mettano in atto azioni concrete a loro salvaguardia, iniziando proprio da qui.
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