No finale al deposito hi-tech di grana. La Nuova Castelli se ne va. Pagliani vs Masini: occasione persa

Sfuma il mega investimento della Nuova Castelli, che voleva realizzare alle porte di San Martino in Rio la propria “cattedrale” del parmigiano reggiano: caseificio e stagionatura con un mega magazzino da 650 mila forme.

La Provincia, confermando il proprio orientamento negativo, ha espresso un no definitivo al progetto di Dante Bigi, che ora realizzerà l’intervento in un’altra provincia. Ciò nonostante il parere favorevole del Consorzio del Parmigiano Reggiano e il favore dell’amministrazione comunale di San Martino in Rio, espresso dal sindaco Zurlini.

La presidente della Provincia Sonia Masini aveva espresso una posizione decisamente contraria, motivandola principalmente col fatto che una struttura del genere avrebbe messo in difficoltà i piccoli caseifici. Tuttavia proprio i piccoli caseifici sono privi, dal crac Giglio di vent’anni fa, di una struttura logistica e di commercializzazione all’altezza della sfida sui mercati internazionali.

Stamani ha preso posizione il capogruppo del Pdl in consiglio provinciale, Giuseppe Pagliani, che accusa la Masini di “gettare alle ortiche una importante iniziativa economica per il territorio”. E aggiunge: “Intervenire a gamba tesa su una iniziativa che prevedeva l’investimento sul nostro territorio di circa 60 milioni di euro è l’ennesimo grave errore compiuto da un’amministrazione che  in questi anni prodotto danni enormi; si pensi solo alla preclusione della costruzione di un nuovo stabilimento dell’azienda agroalimentare Pregel ad Arceto di Scandiano, nella zona ubicata a fianco della cantina vinicola”.

“Già il consorzio del Parmigiano Reggiano – aggiunge Pagliani – si era espresso favorevolmente ribadendo che la nuova costruzione avrebbe permesso di locare circa 300.000 forme di Parmigiano Reggiano che ad oggi sono sparse in depositi posti al di fuori della zona di produzione del re dei formaggi”.

E del resto “oggi più che mai sono indispensabili collegamenti diretti tra produttori  ed esportatori: i mercati di riferimento che premiano sono quelli esteri, e le  latterie cooperative del territorio non hanno la forza economica e finanziaria per poter affrontare impegnativi progetti di esportazione”.

Conclude Pagliani, sempre a nome del Pdl: “Il danno compiuto dalla impreparazione della presidente Masini sarà doppio, il territorio avrà perduto un’occasione eccezionale e la concentrazione di forme stagionate avverrà a pochi chilometri da casa nostra. E’ vero “che bisogna ragionare sulla reale qualità delle forme da stagionare nel nuovo deposito” e che in esso va stagionata una quantità prestabilita altissima  di parmigiano reggiano al fine di tutelare la preziosa produzione locale”, ma d’altro canto “non è neppure pensabile cassare a priori una iniziativa che  invece merita di essere promossa, e solo perché non si conosce la realtà del parmigiano reggiano”.

(Pierluigi Ghiggini)

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