di Pierluigi Ghiggini
Gira e rigira è il Pd nell’occhio del ciclone per l’’inchiesta sulle spese allegre dei consiglieri regionali condotta dalla Procura della Repubblica di Bologna. Ieri sera si è dimesso con effetto immediato il capogruppo democrat Marco Monari, indagato per peculato al pari di tutti gli altri capigruppo. Ma nel suo caso la corda si è strappata, oltre che per la rivolta nella base Pd, per le notizie su un presunto rimborso di 1.100 euro per due notti in hotel a Venezia (circostanza negata da Monari) e per i 30 mila euro in pranzi e cene spesi o autorizzati in un anno e mezzo, dal giugno 2010 al dicembre 2001.
“Molte, troppe, dichiarazioni disinformate quanto contraddittorie su indiscrezioni incontrollate e incontrollabili – ha dichiarato Monari annunciando il passo indietro – mi convincono che il mio senso di responsabilità, innanzitutto nei confronti del Partito, viene male inteso e, persino, interpretato come un mio tentativo di nascondere a riparo di un ruolo pubblico mie responsabilità personali che rivendico insussistenti ”. Un riferimento evidente alle dichiarazioni di diversi dirigenti del Pd, soprattutto di Bologna, compreso il sindaco Merola.
“Ogni mia azione dal momento in cui ho assunto la guida del Gruppo regionale del Pd – aggiunge Monari – è stata ispirata all’assorbimento di tale pesante responsabilità. Questa è la motivazione che mi ha impedito di imboccare la via facile delle dimissioni di fronte a quel processo mediatico che già ho dovuto denunciare. In questa situazione il rispetto che devo a me stesso, unito all’affetto per il Partito che ho contribuito a fondare, per i colleghi Consiglieri che mi hanno eletto, e per gli iscritti, mi impone di lasciare immediatamente la guida del Gruppo regionale”.
Vestiti rimborsati a Filippi? “Una cravatta, magari una sciarpa. Spese di rappresentanza. Abbordabili”
Il consigliere regionale di Casina Fabio Filippi (Pdl), anche lui nella bufera per tre scontrini di negozi d’abbigliamento rimborsati dal gruppo, afferma di aver fatto soltanto spese di rappresentanza ammesse dal regolamento, e per importi “abbordabili”. «Io non sono indagato, questa è una caccia alle streghe – risponde oggi alle domande del Carlino Reggio risponde – Può darsi una cravatta, forse l’abbia regalata a qualche deputato. Magari una sciarpa. Spese abbordabili, comunque , non importi elevati. Per intenderci non stiamo parlando di un vestito da 800 euro. Comunque spese che il gruppo può sostenere ai sensi della legge e di tutti i regolamenti».
E lo scontrino del 2009? Secondo Filippi “è sicuramente un errore”. «Possibile che ci sia uno scontrino del 2009 e nessuno se ne sia accorto?». E conclude: «Io pagavo sempre con i soldi di Fabio Filippi; poi chiedevo cosa fosse ammissibile rimborsare… Mai io avevo già pagato con i contanti. Credo di essere nella norma al 100%».
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L’onda montante dell’indignazione si avverte a pelle, e potrebbe travolgere l’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna. Le notizie sui rimborsi allegri ai consiglieri regionali, su cui indagano i pm di Bologna Morena Plazzi eAntonio Scandellari, crescono di giorno in giorno e appaiono sempre meno sopportabili agli occhi dell’opinione pubblica.
Si è cominciato con i cinquanta cent per entrare nei bagni della stazione rimborsati al Pd Thomas Casadei e si arrivati ai 500 mila euro per placare i morsi della fame di tutti i consiglieri in una ventina di mesi. E pure cene da veri signori da Rosetta e Alle Ostriche di Roma, o al quotatissimo Calandre di Sarmeola, provincia di Padova, dove un politico ha scrociato quasi 700 euro per tre persone, naturalmente a carico dei contribuenti.
Ogni giorno, dicevamo, una notizia: secondo il Corriere Bologna anche il consigliere del Pdl Fabio Filippi, reggiano di Casina, non avrebbe resistito alla tentazione: perché sarebbero saltati fuori tre scontrini fiscali per l’acquisto di vestiti, rimborsati dal gruppo Pdl. Al momento Filippi non risulta indagato.
E’ certo che nel registro degli indagati ci sono invece i nomi di tutti i nove capigruppo dell’Assemblea regionale (nessuna escluso), perché sono loro ad aver autorizzato i rimborsi. Ma si parla di un’ondata di consiglieri “semplici” sottoposti a indagini, o in procinto di esserlo.
La casistica che sta emergendo dall’indagine è stupefacente. Nel tunnel degli orrori, per fare qualche esempio, compaiono la cena di solidarietà con l’Associazione tumori che la consigliera Silvia Noè, cognata di Pierferdy Casini, ha messo in carico al gruppo Udc e ai gioielli acquistati; o ai colpi gobbi messi a segno da Luigi Giuseppe Villani, già capogruppo Pdl, alle Tre Ville di Parma (1.750 euro, cena per 50 persone) e persino da Tiffany nel 2010 per un piccolo gioiello da alcune centinaia di euro (ma potrebbe averlo acquistato un altro consigliere), tutte spese per elevare la qualità della politica saldate con una carta di credito a carico della Regione dalla quale uscì la quisquilia di 43 mila euro tra il giugno 2010 e il dicembre 2011.
Il capogruppo Pd Marco Monari non è stato da meno: nello stesso periodo ha speso 30 mila euro in pranzi e cene, e sempre in ristoranti di buona caratura. L’ipotesi, per tutti, è di peculato. La rabbia della gente aumenta a vista d’occhio.
Asteroide 423
04/11/2013 alle 09:21
…un Rapporto europeo sulla CORRUZIONE del 2012 dice:
“La corruzione è profondamente radicata in diverse aree della pubblica amministrazione, nella società civile, così come nel settore privato.Il pagamento delle tangenti sembra pratica comune per ottenere licenze e permessi, contratti pubblici, finanziamenti, per superare gli esami universitari, esercitare la professione medica, stringere accordi nel mondo calcistico ecc… La corruzione IN ITALIA è un fenomeno PERVASIVO e SISTEMICO che influenza la società nel suo complesso”.
…
Con buona pace degli ‘aventi diritto’.
The insider
04/11/2013 alle 12:50
Filippi è un mito. Va a Cutro perché è religioso. Si fa rimborsare la cravatta. Ed è l’unico che non si vergogna a metterci la faccia per dire queste cose: Mito assoluto
Alessandro Raniero Davoli
05/11/2013 alle 15:00
Caro ing. Fabio Filippi, sono sicuro che ti starai chiedendo che male c’é? Il primo abito ti è servito per avere il decoro e l’immagine dell’uomo politico, si sa che giacca e cravatta fan miracoli. Il secondo abito (buon taglio di sartoria, blu ministeriale) ti ha aiutato a mantenerlo, quel decoro… dopo aver vinto le elezioni (…)
Un saluto misericordioso, Alessandro Raniero Davoli