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“COALIZIONE” DA TIFFANY
Scandalo rimborsi in Regione: a Natale anche le punte di grana e le penne di lusso del Pd. Monari ha un malore. Errani humanum est: “No al tritacarne mediatico”

Ogni giorno ha la sua pena per i consiglieri regionali. Dopo il conto da mezzo milione per cene e pranzi in soli diciannove mesi, e dopo le spese alberghiere (due notti a venezia per Marco Monari, ex capogruppo Pd, e due ad Amalfi per il collega Roberto Montanari, ma lui per il partito) saltano fuori anche le spese per i cesti natalizi da dare in omaggio, a carico dei contribuenti.

Secondo le indiscrezioni trapelate dalla Procura, nel Natale 2010 il Pd avrebbe speso 8 mila euro fra agende, panettoni, punte di parmigiano, zamponi e spumante Ferrari. Tremila euro invece per agente e libri distribuiti dal Pdl, 2.200 per gli omaggi di Sel, l’Udc mille euro per vini e generi alimentari.

Per il momento sono indagati tutti i capigruppo, che nei prossimi giorni riceveranno un avviso di comparizione, ma si parla con insistenza di altri avvisi di garanzia. Per Marco Monari la vicenda giudiziaria si è trasformata in dramma personale: ieri non ha partecipato al consiglio regionale perchè vittima di un malore. Monari, chiamato in causa per 30 mila euro di rimborsi pasto e anche per le due notti all’Hotel dei Dogi di Venezia, si è dimesso da capogruppo. Tra i suoi rimborsi è spuntata anche una penna di pregio da 500 euro.

Si fa sempre più strada l’idea che, nel caso probabile di un allargamento dell’inchiesta, si possa andare verso le dimissioni di un numero cospicuo di consiglieri, sino allo scioglimento dell’assemblea. L’ipotesi per ora è assai remata, ma non peregrina se proprio ieri il governatore Vasco Errani si è speso in difesa dell’assemblea stessa.

“Non si può mettere l’istituzione Regione in un frullatore. Se qualcuno ha fatto una battaglia sulla riduzione dei costi della politica, quella è la Regione Emilia-Romagna – ha detto Errani ai giornalisti. Se le indagini in corso dovessero evidenziare irregolarità – e io sono convinto del contrario – ciascuno di assumerà, come sempre è stato, le proprie responsabilità. Dopodiché, non si può mettere l’istituzione Regione in un frullatore. Sarebbe, prima di tutto, un danno grave per i cittadini. L’Emilia-Romagna è quello che è, con i suoi dati di qualità nei servizi, con le scelte che ha fatto nel governo, le scelte fatte per il lavoro, l’industria, la salute, la non autosufficienza, il terremoto. Non bisogna confondere, perché quando tutto è confuso non si fa un buon servizio ai cittadini”.

“L’amarezza mia corrisponde al disagio più che comprensibile della gente – ha aggiunto – ma ai cittadini va detto che le norme attualmente in vigore sulle spese di funzionamento delle Regioni sono sicuramente più stringenti delle precedenti, ossia con costi più bassi e disposizioni omogenee a livello nazionale. Prima c’erano delle regole, e ciò che è stato fatto va verificato sulla base di quelle regole. Dopodiché abbiamo ritenuto doveroso cambiarle, e le abbiamo cambiate”.

Errani, è utile ricordarlo, era stato portato in causa nell’inchiesta sui contributi alla cooperativa Terremerse, all’epoca guidata dal fratello.
Tuttavia la rivolta fra i cittadini e nella base dei partiti principale, Pd e Pdl, è palpabile. Vicinio Zanetti, segretario regionale dei Giovani Democratici, ha un’opinione diversa da Errani: «I cittadini dell’Emilia-Romagna hanno il diritto di sapere se ci sono stati illeciti e come e in che modo vengono spesi i loro soldi. Pur consapevoli del fatto che attualmente non ci sono illeciti accertati, riteniamo che alcuni comportamenti siano inaccettabili sul piano etico e su questo l’atteggiamento del Pd dev’essere netto, chiaro e trasparente».

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