Le disgrazie del Vittoria Park: mega fuga di gas, evacuato l’isolato San Rocco. Rischio archeologico, esposto M5S

Benvenuti nel cantiere del Park Vittoria. Oggi pomeriggio poco prima delle 15 un colpo di ruspa sbagliato ha tranciato una tubatura della rete Iren in piazza della Vittoria, dove sono in corso i lavori preliminari per il contestato parcheggio sotterraneo. Risultato: una grande  fuga di gas. L’escavatore stava lavorando alla posa d’una conduttura per cavi elettrici al servizio del cantiere. Sul posto due squadre dei Vigili del fuoco, squadre di Iren e polizia municipale. Per precauzione i negozi dell’isolato San Rocco sono stati evacuati, mentre l’area più vicina al parco del Popolo è sta transennata. I lavori di ripristino di messa in sicurezza  sono andati avanti sino alle 17, poi il ritorno alla normalità anche nell’isolato. Iren ha comunicato che nessuno è rimasto senza gas. Lunedì i lavori riprenderanno per la completa sostituzione del tubo.

PERICOLO ARCHEO-DISASTRO: ESPOSTO DI OLIVIERI (MOVIMENTO CINQUE STELLE) AI CARABINIERI

La mossa del cavallo… di Troia, mitica città dell’Ellesponto (Turchia) cantata da Omero e riscoperta nel 1871 dall’archeologo Schliemann.

Ebbene, i grillini puntano a fermare il parcheggio interrato di piazza Vittoria (da mesi al centro di vivaci contestazioni), dunque a mettere al riparo da scavi rischiosi o dannosi un’area archeologica (risalente all’epoca romana) definita “estesa e promettente”.

Il consigliere comunale Matteo Olivieri (nei panni di Indiana Jones pentastellato) ha inoltrato un’informativa al Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Bologna. Qui di seguito le perplessità e le ragioni espresse dal politico del M5S.

Stiamo per distruggere un altro tesoro di inestimabile valore? Il rischio c’è, se è vero che negli stessi metri quadrati nel 1956 il direttore dei Civici Musei Degani, in un vecchio tubo di piombo, trovò un sacchetto con i meravigliosi gioielli del tesoro romano barbarico, una dei “pezzi” più pregiati esposti ai musei reggiani. Lì infatti il Comune ha autorizzato all’ultimo momento la costruzione di un muro di trincea che potrebbe distruggere i reperti archeologici nascosti nel sottosuolo di piazza della Vittoria. Di certo ci sono i resti di una domus romana, con preziosi mosaici di epoca imperiale (come quelli rinvenuti dodici anni fa in via dell’Abbadessa).

Da qui l’esposto del Movimento 5 Stelle

“Sono 7.000 le firme contro i box interrati di Piazza della Vittoria a Reggio Emilia, un progetto per ricchi mascherato da opera di pubblica utilità – scrive il consigliere comunale Matteo Olivieri –

Tanti i motivi che hanno visto la popolazione contro, ma in questi giorni è emersa con forza una delle questioni più clamorose: quella archeologica. A pochi metri dal luogo in cui venne rinvenuto nel 1957 il tesoro romano-barbarico di Reggio, con monili e gioielli che hanno fatto il giro del mondo in questi decenni, una vasta verifica con carotaggi e sondaggi ha portato alla luce indizi di un’area archeologica estesa e promettente. Un carotaggio ha riportato alla luce le tessere di un mosaico in buono stato di conservazione, e non stupisce, visto che già negli anni 50-60 il quartiere venne completamente ricostruito, con il ritrovamento di pavimenti a mosaico appartenenti ad una o più domus romane.

A pochi metri da lì altri sondaggi con altri reperti di epoca romana, e in mezzo il patatrac. Con il progetto esecutivo approvato un mese fa la Giunta ha autorizzato la costruzione preliminare di un muro a distruzione, il diaframma, che nasce per garantire la sicurezza nello scavo del parcheggio, ma si colloca esattamente in mezzo all’area definita ad alto rischio archeologico, a soli 3 metri dal mosaico già carotato. Un’opera che non consentirà di preservare quanto viene scavato, né di verificarne l’interesse culturale prima della distruzione.

Per questo motivo è stata presentata un’informativa al Nucleo Tutela del Patrimonio culturale dell’Arma dei Carabinieri di Bologna, nella convinzione che la verifica dell’interesse culturale non sia garantita dalle modalità di realizzazione del progetto. Sono state prodotte numerose prove documentali, in 4 pagine di relazione, 8 di estratti grafici e in centinaia di documenti digitali, del fatto che esiste una continuità del sito archeologico. La speranza è che non si proceda con l’opera distruttiva. L’informativa, trascritta in denuncia e trasmessa alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, sarà all’esame anche della competente Sovrintendenza”.

Matteo Olivieri – Consigliere comunale Movimento 5 Stelle

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