Macché Renzi! Il vero rottamatore è lui, il Luciano nazionale.
Un altro giorno di dolore che uno ha per il Partito Democratico: dopo il funereo addio di Prodi (autore della hit “Una vita da mediatore”, per anni al primo posto in Cina, Africa e Kazakistan), ecco il requiem in “mondovisione” cantato e suonato dalla rockstar di Correggio, che ieri ha rivelato: “Non voterò alle primarie”.
Insomma, il suo nome è mai più (perlomeno con un centrosinistra così, che “ha deluso gli elettori”: parola di ex consigliere comunale Pci)
Intanto Piero Pelù ha attaccato nuovamente il sindaco di Firenze: “Matteo è un berluschino, è cresciuto con Mediaset”.
Non sono solo canzonette. Guccini, De Gregori, il Litfiba e adesso Ligabue: i big della musica voltano le spalle a Epifani & C.
«Il Pd sa quanto ha deluso gli elettori, non voterò alle primarie e, anche se forse non hanno le risposte giuste, i grillini sono necessari per accorgersi delle esigenze di cambiamento anche drastico».
Parola della rockstar Luciano Ligabue (look “sale e pepe”), che ieri a Milano ha presentato alla stampa il suo nuovo e attesissimo album di inediti, “Mondovisione” (14 pezzi, di cui due strumentali).
Già: un’altra doccia fredda per il partito che fu di Veltroni, che è stato di Bersani, che è di Epifani, che sarà di Renzi e che intanto esprime Letta al governo. A pochi giorni dal traumatico addio di Prodi, che del Pd fu l’ispiratore, ecco un’altra “frattura” eccellente, non meno dolorosa.
Specie per i dirigenti di Reggio. L’affondo, infatti, arriva da un reggiano doc, che vive in centro e che si è risposato in città, uno che in passato, tra le tante cose fatte, fu anche consigliere comunale Pci. Reggiano il suo manager, reggiano il suo fan club, reggiani il suo primo libro (“Fuori e dentro il borgo”) e il suo primo film (“Radiofreccia”).
Luciano dei concerti oceanici al Campovolo, soprattutto. Tutti lì, quelli del Pd locale, a sgomitare per una foto con la celebrità: sindaci, assessori, amministratori di enti pubblici di primo e di secondo grado, tutti lì a godere (musicalmente, certo, ma non di meno politicamente) della visibilità garantita loro dalla rockstar – per non parlare del progetto speciale, poi messo nel cassetto, di allestire un’arena tipo Woodstock più o meno permanente (sempre al Campovolo, nel frattempo diventato brand) da adibire ai raduni e festival musical-giovanili.
«Oggi sono più indignato di quanto lo fossi nel 1994 al tempo di A che ora è la fine del mondo?», ha detto Ligabue di fronte alla platea di giornalisti e telecamere. «La cronaca invecchia le canzoni», ha aggiunto: tuttavia il Liga stavolta ha parlato più chiaro del solito, perché «finora ho sempre cercato di restare vago e di non indignarmi troppo, ora non ce la faccio più».
“Mondovisione”, in uscita martedì 26 novembre, a tre anni di distanza dall’ultimo lavoro “Arrivederci, Mostro!”, è un portento. “Non se ne può più – ha concluso il Liga, che potremmo definire diversamente grillino -, per questo ho dato voce a uno sfinimento“, soprattutto nel singolo Il sale della terra e nel brano Il muro del suono, che entreranno nei concerti negli stadi che terrà tra il maggio e il luglio del 2014.
«Sulla copertina del disco c’è un mondo accartocciato e qualcuno potrebbe pensare chissà cosa: ma in realtà è solo un disegno che mi piace». Punto.
***
E PELU’ RI-ATTACCA RENZI (SINDACO DELLA SUA CITTA’)
“Renzi è un berluschino, è davvero cresciuto con Mediaset nel sangue. Lui è veramente perfetto per la massa degli italiani”.
Lo ha affermato poche ore fa Piero Pelù ai microfoni de “La Zanzara”, su Radio24 (l’emittente degli industriali).
“Renzi di sinistra non ha nemmeno il piede, la mano e il resto della parte sinistra” – ha continuato il leader dei Litfiba –. “La parte sinistra del corpo gli manca proprio – ha aggiunto, come riporta Il Fatto Quotidiano online -. E’ solamente un grande centro. Dicono che sia il male minore, ma questa storia del “male minore” ce la sta mettendo nel culo fino alla gola. Sveglia!” .
Dopodiché il rocker fiorentino se l’è presa con l’intero partito.
“Il Pd è diventato l’acronimo di moccolo, di bestemmia. L’ho votato per anni e anni e ne sono rimasto estremamente deluso”. E su Beppe Grillo spiega: “E’ una delle cose più interessanti, apparentemente fuori dai giochi, ma quando affronta il problema della Bossi-Fini come un leghista lo prenderei a calci nel culo”. Inevitabile – ha spiegato ai microfoni de La Zanzara – il riferimento a Silvio Berlusconi: “Non sopporto più questa sua fiction e sono ancora tutti lì a leccargli il culo. Gli italiani sono lobotomizzati. E Berlusconi e la Tv hanno avuto un ruolo primario in questo”.
Poi ha concluso così: “Penso sempre di andare via dall’Italia, più che altro per i miei figli, è un paese dissestato. Che cavolo di futuro stiamo offrendo loro?”.
IERI IL SEGRETARIO PROVINCIALE PD COSTA HA SCRITTO AL ROCKER
Il neo-segretario Andrea Costa lancia un messaggio in bottiglia a un altro illustre deluso dal Partito Democratico, il correggese Luciano Ligabue. Riuscirà a convincerlo? Sono aperte le scommesse…
Caro Luciano Ligabue,
ho letto che ti ascrivi tra i “delusi del PD” ed anche che hai scelto di non votare alle primarie dell’8 dicembre. Massimo rispetto per la tua riflessione: la gente di Reggio conosce la tua serietà “su e giù dal palco”. Eppure non posso non ricordare che proprio nelle nottate passate a girare in macchina la provincia, da Luzzara a Castelnovo Monti, alzavo spesso la radio quando trasmetteva Il sale della terra.
Sì, certo, una denuncia. Ma anche una grande spinta a cambiare le cose, a dare il meglio perché il futuro sia meglio del presente che conosciamo. A tutto volume. Sappi che se cambiassi idea, con l’indipendenza che ti contraddistingue da sempre, e decidessi di andare a votare nel seggio più vicino a casa, troverai lì non i manifesti della vecchia politica, ma i nostri volontari e le nostre volontarie che dedicano il proprio tempo e le proprie energie proprio alla speranza, magari ritrovando forza proprio nella tua musica.
Pensaci. E in ogni caso, grazie della carica che sai trasmetterci.
Asteroide 423
23/11/2013 alle 17:36
Ha ‘munto’ finché gli conveniva. Ora si vede che non gli conviene più.
Tutto lì.