Ndrangheta, convalidato il sequestro di tre milioni di beni
a Francesco Grande Aracri

I carabinieri di Brescello (Reggio Emilia) hanno notificato la convalida del decreto di sequestro preventivo di beni per tre milioni di euro nei confronti di Francesco Grande Aracri perché ritenuti provento di attività illecita. Il 59enne imprenditore edile di origine cutrese, ma da trent’anni residente nel paese della Bassa reggiana, era stato condannato nel 2008 in via definitiva a tra anni e sei mesi per associazione mafiosa, perché accusato di far parte dell’omonimo clan di ‘ndrangheta, guidato dal fratello Nicolino detto Manuzza.

Mercoledì il tribunale di Reggio ha convalidato il provvedimento di sequestro preventivo dei beni (il primo in Emilia-Romagna per reati di ‘ndrangheta). Il collegio ha anche fissato per il 18 dicembre l’udienza per decidere sull misure di prevenzione personale.

Secondo il giudice Francesco Maria Caruso , presidente del Tribunale  (che aveva emesso il provvedimento a inizio di novembre sulla base della risultanze investigative dei Carabinieri di Reggio, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna), sarebbe stata accertata “una sproporzione tra redditi dichiarati negli anni e incremento patrimoniale, divenuto particolarmente consistente a partire dal 2000 in epoca immediatamente precedente l’accertata attività mafiosa”.

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