Iren: più profitti, meno costi e cittadini tartassati. Come la mettiamo?

Iren, il PD tartassa famiglie e imprese

Il 2013 pare essere stato un anno brillante per Iren sul fronte borsistico con una rivalutazione del titolo Iren, nei primi dieci mesi dell’anno, di circa il 150%. Chiaramente questa dinamica non elimina la perdita di valore potenziale di circa il 50% per chi ha acquistato le azioni nel 2007, così come resta la pesante situazione del debito che si attesta su circa 2,5 miliardi di euro.

Uno degli aspetti più significativi, anche sotto il profilo politico, è il fatto che l’aumento dei profitti della società derivi dal crollo del costo delle materie prime (-33%) che ha assorbito il calo dei ricavi (-18%). L’Assessore Spadoni ha sempre sostenuto che l’aumento delle tariffe a carico dei cittadini/utenti, fosse giustificato proprio dall’aumento del costo delle materie prime: non solo egli viene smentito dai numeri ma non si capisce perché allorquando questi costi diminuiscono le tariffe non fanno lo stesso?

Durante l’ultima seduta di Commissione dedicata all’approfondimento dei costi che costituiscono la base di calcolo per i servizi sottostanti la Tares che dovranno essere affidati all’Azienda, abbiamo chiesto di sapere quale fosse il margine di guadagno, ma nessuno ha saputo o voluto rispondere. Riteniamo che un’Amministrazione pubblica debba prodigarsi per migliorare la qualità dei servizi e contenere il più possibile le tariffe a famiglie ed imprese, non mettere le mani nelle tasche dei cittadini con la sola giustificazione che si tratta di una società partecipata o magari per pagare gli attuali stipendi iperbolici ai dirigenti di Iren.

Questa situazione di fatto evidenzia come il PD, trasformando i servizi di base in una fonte di speculazione finanziaria, tartassa famiglie e imprese incurante della crisi e di una corretta gestione della cosa pubblica.

Giacomo Giovannini

Capogruppo Progetto Reggio (consiglio comunale Reggio Emilia)

 

 

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