Il trionfalismo sui conti della multiutility Iren, che al 30 settembre ha registrato un risultato boom in termini di aumento dell’utile netto (+38%) non è condiviso dai piccoli azionisti.
Che invece parlano di una situazione patrimoniale ancora al livello di guardia come a inizio anno, e un fatturato in calo del 21,5% rispetto a un anno fa.
«Il gruppo interprovinciale dei piccoli azionisti IREN- scrive Francesco Fantuzzi – prende le distanze dai toni trionfalistici del comunicato che ha salutato la presentazione del consolidato al 30 settembre: il bilancio, al contrario, ha confermato pressoché tutte le perplessità espresse nell’analisi puntuale della situazione al 30 giugno. Nel dettaglio:
– il volume di affari del gruppo è in ulteriore calo (-21,5%) rispetto al periodo corrispondente del 2012 e alla semestrale (-19,6%) e, in particolare, il fatturato del settore energia e gas (mercato) è diminuito di oltre il 26% (a giugno -23%): tale contrazione sarà assai probabilmente di lungo termine, per il peso della crisi e per le nuove metodologie tariffarie stabilite dall’authority;
– l’incremento del margine operativo rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente (+24%, stabile rispetto a giugno) dipende invece da fattori contingenti ed esogeni (minori costi di approvvigionamento per quasi un terzo, peraltro non tradottisi in bollette più leggere), che potrebbero non esserci più in futuro;
– la situazione patrimoniale e finanziaria resta sul livello di guardia, essendo il rapporto oneri finanziari/fatturato (2,4%) il medesimo di fine anno e gli indici di liquidità e disponibilità ampiamente sotto l’unità (tecnicamente, dicesi stato di insolvenza), nonostante la cessione (peraltro non ancora perfezionata) di circa 300 milioni di partecipazioni, operazioni straordinarie che sostanzialmente non fanno che smentire le scelte strategiche fatte pochi anni addietro; perché, è la mia domanda, se IREN ha ridotto il proprio indebitamento ha dovuto recentemente emettere 125 milioni di obbligazioni di diritto irlandese?
– è ormai del tutto confermata l’ipotesi, da me più volte denunziata – continua Fantuzzi – che la pratica di fatturare i costi presunti e non quelli effettivi abbia portato benefici nella prima parte dell’anno, ma che da qui alla fine del medesimo i dati ritorneranno quelli reali.
Restano infine inevase le due domande sugli scenari futuri condizionati dal peggioramento delle prospettive del mercato energetico: la prima è la minusvalenza che con tutta probabilità sarà generata dall’uscita anticipata da Edipower e quindi dal valore attuale delle centrali acquisite; la seconda è data dal rigassificatore di Livorno, ancora in fase di collaudo e il cui costo è arrivato a 850 milioni, dunque oltre il 100% in più dei 400 milioni stimati nel 2002 e ben 230 milioni in più dei 600 milioni dichiarati ufficialmente da IREN, la cui entrata in funzione non è ancora avvenuta.
C’è ben poco da esultare, purtroppo – conclude il rappresentante dei Piccoli azionisti – Soprattutto per chi dovrà pagare le sempre più salate bollette, nonché gli errori di questo management.
BILANCIO IREN AL 30 SETTEMBRE: LE CIFRE DELL’AZIENDA
Conti brillanti al 30 settembre per il gruppo Iren, la multiutility gas-acqua-rifiuti (quotata in Borsa) che unisce Reggio, Parma e Piacenza e Torino e Genova. L’utile netto sale a 93 milioni con un aumento che sfiora il 40% rispetto ai primi neve mesi del 2012 (La clientela evidentemente paga di più grazie al sistema dei conguagli, ndr). E il miglioramento della gestione finanziaria ha permesso di compensare la svalutazione delle quote in Energia Italiana.
Questi i risultati approvati ieri dal Consiglio di amministrazione, riunito a Reggio Emilia, e resi noti dall’azienda: Margine Operativo Lordo (Ebitda) a 476,4 milioni di euro (+14,4%) • Risultato Operativo (Ebit) a 258,6 milioni di euro (+24,0%) • Risultato netto a 93,9 milioni di euro (+38,7%) • Indebitamento Finanziario Netto in riduzione rispetto al 31/12/2012 e pari a 2.520 milioni di euro, con una lieve diminuzione come conseguenza del contenimento degli investimenti che nel periodo ammontano a 193 milioni di euro.
IL COMUNICATO DIFFUSO DALLA SOCIETA’
“Reggio Emilia, 14 novembre 2013 – Il Consiglio di Amministrazione di IREN S.p.A. ha approvato in data odierna i risultati consolidati al 30 settembre 2013. Il Gruppo IREN conferma il trend positivo già espresso nel primo semestre e con un miglioramento progressivo delle performance a livello operativo. In particolare migliorano i risultati del settore Generazione e Teleriscaldamento sia per le maggiori produzioni sia per il recupero dei margini. Gli ottimi risultati economico-finanziari dei primi nove mesi del 2013 ribadiscono la capacità del Gruppo di fronteggiare al meglio uno scenario di mercato caratterizzato dalla perdurante crisi economica, grazie principalmente al buon mix del suo business portfolio e alla qualità dei suoi impianti di generazione. Ciò ha consentito di registrare aumenti percentuali a doppia cifra nei risultati operativi.
GRUPPO IREN: RISULTATI CONSOLIDATI AL 30 SETTEMBRE 2013
I Ricavi consolidati dei primi nove mesi del 2013, pari a 2.470,3 milioni di euro, presentano una riduzione rispetto a 3148,2 milioni di euro al 30 settembre 2012. Il risultato, riconducibile principalmente alla strategia commerciale del Gruppo, che prevede una maggiore focalizzazione sui segmenti di vendita microbusiness e retail, si combina con una crescita dei margini del Gruppo. Ciò ha portato ad un incremento significativo del rapporto Ebitda/Ricavi – che passa dal 13,2%, registrato nei primi nove mesi del 2012, al 19,3% attuale – e ad una sensibile riduzione del capitale circolante netto.
Il Margine Operativo Lordo (Ebitda), che si attesta a 476,4 milioni di euro, presenta una significativa crescita (+14,4%) rispetto a 416,6 milioni di euro del corrispondente periodo 2012. Sull’Ebitda, oltre al conseguimento delle sinergie programmate, incidono principalmente i risultati delle aree di business non regolate. In particolare le politiche di approvvigionamento del gas continuano a beneficiare della liquidità del mercato, favorendo anche l’area Generazione e teleriscaldamento che registra un notevole miglioramento dei margini unitari insieme a un aumento dei volumi prodotti di energia elettrica (+15,6%), ed in particolare di energia da fonte idroelettrica, e termica (+7,7%). Si confermano infine positivi i risultati delle aree Infrastrutture energetiche (reti elettriche, reti e impianti gas) e Ciclo idrico integrato che compensano l’andamento in leggera contrazione dell’area Ambiente.
Il Risultato Operativo (Ebit) è pari a 258,6 milioni di euro e segna un’importante crescita (+24,0%), rispetto a 208,5 milioni di euro registrati nello stesso periodo dell’anno
Il Risultato Netto del periodo si attesta a 93,9 milioni di euro, in forte incremento (+38,7%) se confrontato con 67,7 milioni di euro dei primi nove mesi del 2012, ed è prevalentemente influenzato dai risultati operativi registrati nel periodo, e da una migliore gestione finanziaria che più che compensa la svalutazione della partecipazione in Energia Italiana.
L’Indebitamento Finanziario Netto al 30 settembre 2013 è pari a 2.520 milioni di euro, in riduzione del 1,4% rispetto a 2.555 milioni di euro al 31 dicembre 2012 e del 3,7% rispetto a 2.617 milioni di euro del 30 settembre 2012, e incorpora gli effetti positivi dei risultati economici e delle azioni intraprese dal Gruppo che hanno permesso di contenere gli investimenti e di ridurre costantemente il capitale circolante.
Gli investimenti lordi realizzati nel periodo ammontano a 193,0 milioni di euro”.