” “Non sono sparito. Ho il cellulare spento perché me lo ha ordinato il medico”. Don Franco Ranza fa sentire la sua voce, dopo le dimissioni-choc (con una lettera polemica contro i “giochi curiali sibillini” indirizzata al vescovo Camisasca), anche per fugare le preoccupazioni che si stanno diffondendo tra i suoi parrocchiani di San Francesco e fra i numerosi amici che conta a Reggio.
Don Ranza smentisce le notizie di una sua “scomparsa”: «Contrariamente a quanto è stato scritto, io lunedì ero a Reggio, al punto che ho cenato in pizzeria insieme a una coppia di amici. Se ho il cellulare staccato è perché me lo ha chiesto il medico: dopo domenica ho avuto un attacco di tachicardia e il medico mi ha prescritto qualche giorno di riposo e soprattutto di spegnere il telefonino, che del resto squillava in continuazione». Del resto, Don Ranza deve stare riguardato, perché solo pochi mesi fa ha avuto lo stress gli ha provocato seri problemi cardiaci.
Don Ranza vuole ringraziare tutti coloro che, numerosissimi, gli hanno espresso solidarietà e vicinanza. Ma chiarisce anche che «il vicario del Vescovo (don Nicelli si è recato personalmente a cercarlo in canonica, ndr.) sapeva da più di una settimana che avrei lasciato la parrocchia».
Inoltre rivela una circostanza sinora sconosciuta: «Il Vescovo è in possesso da settembre di una mia lettera con la richiesta di essere trasferito a Roma». Intanto un gruppo di parrocchiani sta organizzando una raccolta di firme a favore del battagliero sacerdote del centro di Reggio.
“DOPO IL CONGEDO DI DON RANZA”: IL COMUNICATO DEL VESCOVO
Sino a questo momento in Curia non è arrivata alcuna richiesta di dimissioni: “Solo allora si provvedera alla nomina di un amministratore parrocchiale”. E’ quanto si legge in un comunicato diffuso nel pomeriggio dall’ufficio stampa del Vescovo. La nota aggunge che “nessuno pensa di accorpare tutte le parrocchi del centro in una sola” e che “la discussione coinvolgerà in prima istanza proprio i parroci interessati”.
Ecco il testo:
“Domenica 3 novembre don Francesco Ranza ha dato lettura in chiesa di una sua lettera di congedo dalle comunità parrocchiali di San Francesco e di San Nicolò in Reggio Emilia, affidate alla sua cura pastorale dal 1999. Egli, fin dall’inizio dell’episcopato di monsignor Camisasca, era stato ricevuto più volte dal Vescovo, che gli aveva espresso la sua stima e il suo affetto. Nonostante ciò, il parroco aveva manifestato, anche per iscritto, il desiderio di dimettersi. Alla fine il Vescovo lo aveva invitato a restare almeno per alcuni mesi, per giungere a decisioni più meditate.
La stampa ha riferito di un malcontento fra alcuni membri delle due comunità cittadine, generato dalla presunta volontà della Curia diocesana di accorpare in un’unica unità pastorale tutte le parrocchie del centro. Nessuna decisione è stata presa a questo riguardo da parte della Diocesi. Nessuno pensa di accorpare tutte le parrocchie in una sola. Certo, a motivo della scarsità del clero, la Chiesa diocesana è da anni impegnata nella riorganizzazione del suo territorio in unità pastorali.
La relativa discussione sul futuro delle parrocchie del centro storico cittadino coinvolgerà in prima istanza proprio i parroci interessati.
Non è giunto finora in Curia, da parte di don Ranza, un nuovo atto formale di dimissioni. Solo allora si provvederà, a norma del diritto canonico, alla nomina di un amministratore parrocchiale”.
Qualcosa era nell’aria, ma nessuno si aspettava un gesto così clamoroso. Don Franco Ranza, il parroco di San Francesco e di San Nicolò, il prete che suono le campane al passaggio del corteo islamico e che guidò i reggiani in processione a “riprendersi” i giardini pubblici, si e dimesso.
Domenica, durante la messa delle 11,30 in San Nicolò, ha letto fra le lacrime una polemica lettera di dimissioni indirizzata al vescovo Camisasca (proprio nel giorno del suo compleanno).
La lettera denuncia l’isolamento della parrocchia e del suo parroco a causa “di sibillini giochi curiali (Papa Francesco direbbe di cortigiani)”. Sottolinea le battaglie sostenute e i pochi appoggi sostenuti. Soprattutto fa riferimento al progetto di riunire le parrocchie del centro storico in un’unica unità pastorale: «La comunità non ci crede. Le parrocchie non saranno famiglia e sarà impossibile conoscere per nome parrocchiani e amici, come vuole Papa Francesco». Ma a quanto sembra all’origine delle dimissione vi sarebbe anche l’ipotesi di assegnare San Nicolò al culto ortodosso.
I fedeli, nelle chiesa gremita, hanno tributato un applauso interminabile a don Ranza che alla fine delle Messa, in sacrestia, ha ricevuto l’abbraccio di tanti parrocchiani e amici in lacrime.
Il battagliero prete di San Francesco si è tolto qualche pesante sassolino dalle scarpe: «Ho amato e difeso la vostra Reggio – ha detto – anche quando ho ricevuto il richiamo pubblico a difesa di Delrio (allora sindaco, ora ministro ndr.) di monsignor Caprioli e monsignor Ghizzoni».
Infine: «Non chiedetemi dove vado: resto un prete libero in una Chiesa libera e madre. Ho dato le disponibilità per le diocesi di Roma e Milano. E se il vescovo vuole inviarmi in Venezuela, dove sono stato missionario da giovane, ci vado volentieri». Nei giorni scorsi don Ranza avrebbe compiuto un viaggio lampo proprio in Venezuela. Ma molti sperano che torni sopra alle sue dimissioni.
Colleoni
05/11/2013 alle 08:18
Non entro nel merito dei sibillini giochi curiali.É anche vero che a Reggio pesano troppo i preti “dossettiani”.Però Don Ranza si é presto chiuso in una cerchia di fans,perdendone via via diversi,senza aprirsi pastoralmente a quella magna pars della comunità che pur desiderava una voce un po’ fuori dal solito coro.
Giovanni Claudio Sicali
15/01/2014 alle 15:34
Vorrei fare un appello personale a don Franco Ranza. Sono un suo collega di studi degli anni 70. Ho un grande desiderio di contattarlo. Penso che gli farà piacere. Gli porto i saluti di tantissimi amici del Fosso Sant’Agnese di Roma. Saluti anche dai miei familiari di CT.
G. Sicali
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enrico papa
01/03/2015 alle 20:09
Ciao Don, sono Enrico di Latina, noto che non sei cambiato, fai battaglia come sempre.Comunque siccome ti conosco faccio sempre il tifo per te. [email protected]