di Pierluigi Ghiggini
22/11 – Ieri sera il consiglio di amministrazione di Reggio Fiere in concordato ha confermato Paolo Lusenti di gestire alla presidenza della società. Si è così ricomposta, almeno per ora, la crisi aperta dallo scontro fra i soci pubblici, e in particolare dall’astensone della presidente della provincia Sonia Masini – nel corso dell’assemblea dei soci di lunedì – proprio sul nome di Lusenti. Il cda ha preso atto della regolarità della votazione, in cui alcune banche socie aveva espresso un’astensione “tecnica” (mancanza di mandato) sull’elezione del presidente.
21/11. Crac, caos, farsa. Più propriamente scandalo politico. Chi più ne ha più ne metta. La vicenda ormai tragicomica di Fiere di Reggio, alla vigilia dell’apertura dell’Ornitologica, è ancora in alto mare.
Oggi il gruppo dei consiglieri comunali di Progetto Reggio (ex Lega Nord) hanno chiesto l’azzeramento delle cariche di Reggio Fiere in concordato, vale a dire le dimissioni del presidente Paolo Lusenti (che per la verità non è chiaro se ha ottenuto il quorum, causa astensione di Sonia Masini) e del consiglio di amministrazione, peraltro riconfermato appena lunedì.
Nel contempo il sindaco di Cavriago Vincenzo Delmonte (alle prese con la patata bollente degli extraoneri per undici milioni di euro riconosciuti a suo tempo dall’immobiliare Sofiser al suo comune per i lotti di aree industriali di Corte Tegge) ha voluto mettere i puntini sulle i di una vicenda che probabilmente è al vaglio della Procura nell’ambito del fascicolo aperto sull’affaire di via Filangieri.
In una conferenza stampa il capogruppo di Pro.Re. Giacomo Giovannini ha puntato il dito sul Pd come responsabile numero uno del tracollo e del pasticcio. «Cose da pazzi, anzi cose da fiere, viene da dire. Più passano i giorni più questa situazione si rivela una barzelletta: chi ha sbagliato non paga e resta comodamente al suo posto – denuncia -. E’ questo il messaggio disastroso mandato dal Pd.
Abbiamo un presidente come Lusenti che ha portato la società al concordato gettando le basi per la vendita del patrimonio, senza accorgersi che intanto veniva aperta la stazione Mediopadana. Lusenti è risultato sfiduciato prima dalle perizie sul parimonio, poi da Legacoop».
Ma, aggiunge, «l’inverosimile si è toccato all’assemblea di lunedì: l’assessore Spadoni si è presentato con un documento forse scritto da lui e che non risulta approvato da nessuno, nè dalla Giunta nè dal consiglio comunale, ma non è nemmeno riuscito a farlo approvare. Non solo, all’assemblea hanno invitato dei consulenti ma non il commissario del concordato, che pure deve dare il nulla osta per qualsiasi spesa. Non lo hanno invitato: cosa dire di più?».
La ricetta di Progetto Reggio è semplice: fare tabula rasa. «Il Pd si è dimostrato incapace di gestire una vicenda del genere, anche perchè è dilaniato dalla guerra delle correnti, non sa cosa fare e neppure sa andare oltre, verso una situazione di coalizione. Senza dimenticare che non è mai sato fatto un piano industriale».
In sostanza, Giovannini chiede che, vista la situazione d’emergenza, tutti, anche le opposizioni, entrino nella stanza dei bottoni. «Chiediamo l’azzeramento delle cariche perchè tutti devono essere chiamati e ascoltati. E’ necessario mettere in Reggio Fiere figure competenti e frutto di una condivisione: non è più l’epoca delle teste di legno. Bisogna smetterla con la guerra di tutti contro tutti, che parte dalle correnti di partito e dalla difesa degli interessi particolari». La prima cosa da fare, conclude «è impedire che scappino gli eventi organizzati dai privati che rappresentano una grande ricchezza e sono la grande maggioranza delle attività fieristiche di Reggio».
LA VERSIONE DI DELMONTE: “ORGOGLIOSI DI AVERE LANDI A CORTE TEGGE”
Dato che se ne scrive e se ne parla tanto, coinvolgendo anche l’Amministrazione comunale di Cavriago, mi preme fare il punto sulla situazione degli accordi e dei rapporti che intercorrono tra Sofiser (oggi Reggio Fiere) e il Comune di cui sono il sindaco pro tempore.
I fatti
Nel 2003, il PSC (Piano strutturale comunale) approvato dal Consiglio comunale prevede l’ambito di espansione, a nord – ovest fino al confine settentrionale con Reggio Emilia, della zona industriale di Corte Tegge, considerata “area industriale sovracomunale” e in quanto tale successivamente riconosciuta e prevista dal PCTP (Piano territoriale di coordinamento provinciale) della Provincia di Reggio Emilia.
L’espansione dell’area industriale, dopo un lungo periodo di stasi, è prevista nell’ambito di un complessivo riassetto urbanistico e riorganizzazione dei servizi dell’area produttiva che vede rafforzare il proprio ruolo nel sistema infrastrutturale dell’asse della Via Emilia tra Sant’Ilario e Reggio Emilia. La nuova urbanizzazione dell’area (date le sue dimensioni) non sarà realizzata in un’unica fase, ma per stralci, a cura di SOFISER, società finanziaria per lo sviluppo e la valorizzazione dell’economia reggiana, sulla base di un accordo di pianificazione urbanistica con il Comune di Cavriago (secondo la Legge Urbanistica n° 20 del 2000 della Regione Emilia Romagna), che ha creato le condizioni per un significativo incremento delle “dotazioni territoriali”, vale a dire la formazione, senza espropri e spese, di un patrimonio di attrezzature, servizi, aree per la comunità cavriaghese. L’importo delle “dotazioni territoriali” ammonta a circa 11 milioni di euro. Tutto è documentato sul sito Internet del Comune di Cavriago HYPERLINK “http://www.comune.cavriago.re.it/” www.comune.cavriago.re.it.
Oggi la superficie territoriale edificabile a cura di Sofiser è di 245.000 metri quadrati; ne risultano edificati 76.000 (31 %), venduti altri 144.000 (59 %), invenduti 25.000 (10 %).
Tra gli acquirenti di porzioni di terreno destinato a nuovi insediamenti produttivi, ci sono società come la Landi Renzo (per circa 60.000 metri quadrati) che intende trasferire a Corte Tegge attività oggi ubicate in altri luoghi. Ritengo che se alcune imprese tra le più grandi e rappresentative del mondo industriale e produttivo reggiano decidono di investire nella zona industriale di Cavriago lo facciano a ragion veduta, probabilmente perché ravvisano le condizioni (organizzazione dei servizi, le condizioni logistiche, infrastrutture e non ultimo il costo dell’area) favorevoli alla realizzazione dei loro piani industriali. Fa piacere, in tempi di globalizzazione del mercato, pensare che grandi imprese hanno il coraggio di investire nei nostri territori.
PATATRAC ALL’ASSEMBLEA: L’ASTENSIONE DI SONIA IMPALLINA MIMMO (VIA LUSENTI)
20/11 – Per la prima volta da parecchi mesi, il week end di Reggio Fiere sarà dominato non dalle disgrazie della società in concordato e dalle azzuffatine fra gli enti soci (Comune, Provincia e Camera di commercio), bensì dalla Mostra Ornitologica Internazionale, la più importante d’Europa e certamente la più antica al mondo nel suo genere: la prima edizione si svolse nel 1944, sotto le bombe, ed ora è arrivata alla 74ma edizione. L’Ornitologica vale ben 40milioni di affari e indotto che ricade su tutta la città, e quest’anno rappresenta anche la prova del fuoco per la stazione Mediopadana. I viaggiatori in arrivo da Milano e e da Bologna non troveranno neanche un chiosco bar, ma saranno comunque tantissimi. Nei giorni scorsi l’Ornitologica è stata l’occasione, per il patron Enrico Banfi e per gli organizzatori di Comer e Mostra canina, di lanciare l’ultimo disperato appello ai politici: «Discutete sin che volete, ma garantite lo svolgimento delle prossime manifestazioni. Perché altrimenti rischiamo di farle scappare per sempre». Sarebbe la fine di via Filangieri come polo fieristico.
Resta il fatto che tra i soci è ancora bailamme, con uno scontro tutto interno al Pd. Sonia Masini si è messa contro anche Mimmo Spadoni (vero sindaco ombra in nome di Delrio) ed è rimasta isolata nel suo Aventino astensionista. Tuttavia le macerie coinvolgono tutti: non è stata votata la lettera d’intenti presentata da Spadoni (che doveva riaprire i giochi con Milano) ed è finita che Paolo Lusenti non sa ancora se è presidente o no. L’astensione del tutto inattesa dell’inquilina di palazzo Allende, unita a quella tecnica di alcune banche socie (che ieri avevano dichiarato di non avere il mandato specifico per la nomina del presidente), probabilmente hanno fatto mancare il quorum del 70% al povero Lusenti. Si vocifera di un suo asse di ferro con Spadoni (che infatti gli aveva chiesto di votare per lo slittamento dell’assemblea, salvo pentirsi ed essere costretto alle dimissioni) e che la Masini lo ha impallinato proprio per colpire attraverso lui il mega assessore di piazza Prampolini. Sarebbe interessante sapere se le banche hanno ricevuto telefonate, prima dell’assemblea, in funzione astensionista.
Ora tocca ai sindaci di Reggio Fiere sciogliere il nodo Lusenti: devono stabilire se nel quorum del 70% vanno considerate anche le astensioni puramente tecniche delle banche, oppure se vanno escluse perché equivalenti a una non partecipazione al voto. In questo caso Lusenti sarebbe presidente, ma nell’altro no (venendogli a mancare il 70% delle quote). L’ultima parola al cda, riconfermato lunedì scorso (salvo Lisa Ferrarini, che ne ha avuto abbastanza) e convocato per lunedì prossimo. La telenovela: come sempre in onda dal teatro di via Filangieri. Speriamo che il week end ornitologico porti buoni consigli. Ma più che per gli artigli delle aquile, ora, si trema per l’inchiesta aperta dalla Procura. Incertezza e fifa regnano sovrane.
ALL’ASSEMBLEA VOLANO I PIATTI TRA I SOCI PUBBLICI. MA ALMENO C’E’ UN CDA
19/11 – Lunga assemblea con momenti di tensione fra i soci pubblici di Reggio Fiere (in concordato) questa mattina in via Filangieri. L’assemblea iniziata prima delle 10 e conclusa dopo le 13 ha visto Comune e Camera di commercio sostanzialmente sulle stesse posizioni, con la presidente della Provincia Sonia Masini in posizione critica. Che si sia incrinato anche il rapporto con Piazza Prampolini, lo si è capito dall’astensione della Masini sulla conferma di Paolo Lusenti alla presidenza di Reggio Fiere. Erano presenti per il Comune capoluogo l’assessore Mimmo Spadoni e per la Camera di commercio il presidente Enrico Bini.
I soci (tutti) hanno confermato la fiducia sia al cda, decaduto dopo le dimissioni di Lisa Ferrarini, di Lusenti e Riccardo Simonini, sia ai consulenti di Reggio Fiere: lo studio Sutich Barbieri Sutich e lo studio Ppi. Lisa Ferrarini tuttavia considera chiusa l’esperienza di via Filangieri e non ha voluto essere confermata. Ragion per cui il conisiglio di amministrazione ora è formato da Lusenti (Comune) , Simonini (banche), Attolini (Provincia) e da Aspro Mondadori, professionista della Bassa e revisore dei conti, nominato dall’ente camerale.
Sulla conferma di Lusenti alla presidenza hanno votato a favore Comune, Provincia, i soci minori (associazioni professionali e imprenditoriali), i rappresentanti di Credem e Banco Popolare. Si sono astenuti gli altri istituti di credito (i rappresentanti hanno dichiarato di non avere il mandato per votare la presidenza) e, come detto, la Provincia: per Sonia Masini la nomina del presidente spetterebbe comunque al cda. Per queste ragioni è in corso una verifica delle percentuali di favorevoli e astenuti, perché la nomina potrebbe non essere valida.
Per il resto ennesimo rinvio, e ancora scintille fra Masini e Spadoni: proprio a causa della posizione critica di Sonia Masini non è stata votata la lettera d’intenti presentata dal Comune. Tuttavia è stato fissato il termine del 10 dicembre al fine verificare se la società sia effettivamente nelle condizioni di uscire dal concordato e tornare a una gestione in bonis del debito.
Curioso il fatto che dopo tante polemiche, tutti quanti hanno sottolineato la necessità in primo luogo di far funzionare Crpa Eventi per garantire le prossime manifestazioni fieristiche, e di guardare sia a Parma sia a Milano come possibili partner. Volontà espressa da Comune e Camera di commercio in un documento congiunto, ma a quanto pare non votato, e sul quale tuttavia la Masini ha dichiarato di non essere mai stata contraria all’opzione Milano. Su tale revisione forse ha pesato la latitanza della Regione, che non ha fatto pervenire alcun piano operativo, se non una richiesta di informazioni sulla situazione di Reggio Fiere.
La Provincia ha comunque assicurato che provvederà alla ricapitalizzazione di Crpa Eventi per la sua quota (50 mila euro), cosa che Comune e Provincia hanno già fatto.
Da segnalare anche nuove scintille verbali tra la presidente di palazzo Allende e il presidente della Camera di commercio a proposito delle responsabilità nella formazione del debito che ha portato al tracollo Reggio Fiere. “Spero che l’inchiesta della Procura faccia il suo corso” ha detto Masini, e Bini ha ribattuto: “Lo spero anch’io, e soprattutto che vada a vedere a fondo nei debiti della Sofiser”.
ESCLUSIVO: ECCO COME SONO “SCOMPARSI” 500 MILA EURO DALL’ULTIMO BILANCIO SOFISER
18/11 – Domani, martedì, alle 9,30 si riunisce l’assemblea dei soci della società Reggio Fiere (strapiena di debiti e finita per questo in concordato), assemblea convocata per statuto dopo la decadenza del consiglio di amministrazione a seguito delle dimissioni di Lisa Ferrarini, Riccardo Simonini e del presidente Paolo Lusenti.
Comune, Provincia e Camera di Commercio – l’un contro gli altri armati – molto probabilmente confermeranno la fiducia al cda uscente. Ma dovranno pur decidere qualcosa di fronte alle novità di questi giorni. Sempre domattina , inoltre, faranno sentire la loro voce anche gli operatori fieristici, che hanno deciso di presenziare alla conferenza stampa per mostra Ornitologica.
La Regione, dopo aver sbarrato la strada alle trattative con Fiera Milano, al di là dei comunicati fragorosi dell’assessore Muzzarelli non ha fatto pervenire neppure una bozza di un piano per la gestione del polo fieristico. E nemmeno esiste una proposta operativa per ricapitalizzare Reggio Fiere, come vorrebbe la Provincia, in modo da farla uscire dal concordato, ricondurre il debito di 24 milioni a una gestione in bonis e mantenere così le proprietà di via Filangieri in mano pubblica.
Si è detto e ripetuto che la situazione è prossima al caos. Tuttavia la novità più rilevante è ancora un’altra: l’avvio di un’indagine da parte della Procura della Repubblica sul crac di via Filangieri e sul debito (insostenibile) riversato su Reggio Fiere dall’immobiliare pubblica Sofiser. E’ possibile che la Procura si muova, con la consueta prudenza, sulla base dell’esposto presentato in estate dal capogruppo di Progetto Reggio Giacomo Giovannini. Sarebbero stati acquisiti altri documenti e anche ascoltate persone informate sui fatti. Significative le dichiarazioni del vicepresidente della Provincia Pier Saccardi sulla volontà di “aiutare il lavoro della Procura”.
Di certo la Limited Due Diligence affidata lo scorso anno dal cda Fiere allo studio PPi ha messo in luce non poche situazioni critiche negli ultimi bilanci di Sofiser e Siper: al punto che quel rapporto, evidentemente per i suoi contenuti imbarazzanti, è secretato da mesi nei cassetti di via Filangieri e degli enti soci. Sono documentati “errori” contabili, entrate e valutazioni incerte che avrebbero alterato non poco i bilanci stessi, utili compresi.
Non si può escludere che la Procura abbia acceso un faro su quella che appare la contestazione principale contenuta nella Due Diligence: un errore di trascrizione fra un documento e l’altro inerente la valutazione delle rimanenze finali calcolate sui lotti di aree industriali di Corte Tegge. Errore che ha provocato la “scomparsa” di cinquecento mila euro dal bilancio 2010 di Sofiser: l’ultimo prima della fusione con Siper in Reggio Emilia Fiere.
Secondo la Due Diligence l’errore avrebbe conseguentemente ridotto di mezzo milione gli utili dell’anno, con l’effetto di un problema tributario di non poco conto. Inoltre punta il dito sull’ex direttore di Sofiser Fabrizio Catelli, che secondo il documento avrebbe accentrato su di sé la gestione delle valutazioni delle compravendite.
Qualunque cosa dovesse decidere la Procura, i soci di Reggio Fiere non potranno eludere il nodo della gestione e dei debiti accumulati da Sofiser, immobiliare controllata dalla politica. Il presidente della Camera di commercio Enrico Bini ha dichiarato che “tutti i cassetti vanno aperti”. Vedremo sino a che punto ci sarà la volontà di fare chiarezza.
(Pierluigi Ghiggini)