di Pierluigi Ghiggini
20/11 – Per la prima volta da parecchi mesi, il week end di Reggio Fiere sarà dominate non dalle disgrazie della società in concordato e dalle azzuffatine fra gli enti soci (Comune, Provincia e Camera di commercio), bensì dalla Mostra Ornitologica Internazionale, la più importante d’Europa e certamente la più antica al mondo nel suo genere: la prima edizione si svolse nel 1944, sotto le bombe, ed ora è arrivata alla 74ma edizione. L’Ornitologica vale ben 40milioni di affari e indotto che ricade su tutta la città, e quest’anno rappresenta anche la prova del fuoco per la stazione Mediopadana. I viaggiatori in arrivo da Milano e e da Bologna non troveranno neanche un chiosco bar, ma saranno comunque tantissimi. Nei giorni scorsi l’Ornitologica è stata l’occasione, per il patron Enrico Banfi e per gli organizzatori di Comer e Mostra canina, di lanciare l’ultimo disperato appello ai politici: «Discutete sin che volete, ma garantite lo svolgimento delle prossime manifestazioni. Perché altrimenti rischiamo di farle scappare per sempre». Sarebbe la fine di via Filangieri come polo fieristico.
Resta il fatto che tra i soci è ancora bailamme, con uno scontro tutto interno al Pd. Sonia Masini si è messa contro anche Mimmo Spadoni (vero sindaco ombra in nome di Delrio) ed è rimasta isolata nel suo Aventino astensionista. Tuttavia le macerie coinvolgono tutti: non è stata votata la lettera d’intenti presentata da Spadoni (che doveva riaprire i giochi con Milano) ed è finita che Paolo Lusenti non sa ancora se è presidente o no. L’astensione del tutto inattesa dell’inquilina di palazzo Allende, unita a quella tecnica di alcune banche socie (che ieri avevano dichiarato di non avere il mandato specifico per la nomina del presidente), probabilmente hanno fatto mancare il quorum del 70% al povero Lusenti. Si vocifera di un suo asse di ferro con Spadoni (che infatti gli aveva chiesto di votare per lo slittamento dell’assemblea, salvo pentirsi ed essere costretto alle dimissioni) e che la Masini lo ha impallinato proprio per colpire attraverso lui il mega assessore di piazza Prampolini. Sarebbe interessante sapere se le banche hanno ricevuto telefonate, prima dell’assemblea, in funzione astensionista.
Ora tocca ai sindaci di Reggio Fiere sciogliere il nodo Lusenti: devono stabilire se nel quorum del 70% vanno considerate anche le astensioni puramente tecniche delle banche, oppure se vanno escluse perché equivalenti a una non partecipazione al voto. In questo caso Lusenti sarebbe presidente, ma nell’altro no (venendogli a mancare il 70% delle quote). L’ultima parola al cda, riconfermato lunedì scorso (salvo Lisa Ferrarini, che ne ha avuto abbastanza) e convocato per lunedì prossimo. La telenovela: come sempre in onda dal teatro di via Filangieri. Speriamo che il week end ornitologico porti buoni consigli. Ma più che per gli artigli delle aquile, ora, si trema per l’inchiesta aperta dalla Procura. Incertezza e fifa regnano sovrane.
ALL’ASSEMBLEA VOLANO I PIATTI TRA I SOCI PUBBLICI. MA ALMENO C’E’ UN CDA
19/11 – Lunga assemblea con momenti di tensione fra i soci pubblici di Reggio Fiere (in concordato) questa mattina in via Filangieri. L’assemblea iniziata prima delle 10 e conclusa dopo le 13 ha visto Comune e Camera di commercio sostanzialmente sulle stesse posizioni, con la presidente della Provincia Sonia Masini in posizione critica. Che si sia incrinato anche il rapporto con Piazza Prampolini, lo si è capito dall’astensione della Masini sulla conferma di Paolo Lusenti alla presidenza di Reggio Fiere. Erano presenti per il Comune capoluogo l’assessore Mimmo Spadoni e per la Camera di commercio il presidente Enrico Bini.
I soci (tutti) hanno confermato la fiducia sia al cda, decaduto dopo le dimissioni di Lisa Ferrarini, di Lusenti e Riccardo Simonini, sia ai consulenti di Reggio Fiere: lo studio Sutich Barbieri Sutich e lo studio Ppi. Lisa Ferrarini tuttavia considera chiusa l’esperienza di via Filangieri e non ha voluto essere confermata. Ragion per cui il conisiglio di amministrazione ora è formato da Lusenti (Comune) , Simonini (banche), Attolini (Provincia) e da Aspro Mondadori, professionista della Bassa e revisore dei conti, nominato dall’ente camerale.
Sulla conferma di Lusenti alla presidenza hanno votato a favore Comune, Provincia, i soci minori (associazioni professionali e imprenditoriali), i rappresentanti di Credem e Banco Popolare. Si sono astenuti gli altri istituti di credito (i rappresentanti hanno dichiarato di non avere il mandato per votare la presidenza) e, come detto, la Provincia: per Sonia Masini la nomina del presidente spetterebbe comunque al cda. Per queste ragioni è in corso una verifica delle percentuali di favorevoli e astenuti, perché la nomina potrebbe non essere valida.
Per il resto ennesimo rinvio, e ancora scintille fra Masini e Spadoni: proprio a causa della posizione critica di Sonia Masini non è stata votata la lettera d’intenti presentata dal Comune. Tuttavia è stato fissato il termine del 10 dicembre al fine verificare se la società sia effettivamente nelle condizioni di uscire dal concordato e tornare a una gestione in bonis del debito.
Curioso il fatto che dopo tante polemiche, tutti quanti hanno sottolineato la necessità in primo luogo di far funzionare Crpa Eventi per garantire le prossime manifestazioni fieristiche, e di guardare sia a Parma sia a Milano come possibili partner. Volontà espressa da Comune e Camera di commercio in un documento congiunto, ma a quanto pare non votato, e sul quale tuttavia la Masini ha dichiarato di non essere mai stata contraria all’opzione Milano. Su tale revisione forse ha pesato la latitanza della Regione, che non ha fatto pervenire alcun piano operativo, se non una richiesta di informazioni sulla situazione di Reggio Fiere.
La Provincia ha comunque assicurato che provvederà alla ricapitalizzazione di Crpa Eventi per la sua quota (50 mila euro), cosa che Comune e Provincia hanno già fatto.
Da segnalare anche nuove scintille verbali tra la presidente di palazzo Allende e il presidente della Camera di commercio a proposito delle responsabilità nella formazione del debito che ha portato al tracollo Reggio Fiere. “Spero che l’inchiesta della Procura faccia il suo corso” ha detto Masini, e Bini ha ribattuto: “Lo spero anch’io, e soprattutto che vada a vedere a fondo nei debiti della Sofiser”.
ESCLUSIVO: ECCO COME SONO “SCOMPARSI” 500 MILA EURO DALL’ULTIMO BILANCIO SOFISER
18/11 – Domani, martedì, alle 9,30 si riunisce l’assemblea dei soci della società Reggio Fiere (strapiena di debiti e finita per questo in concordato), assemblea convocata per statuto dopo la decadenza del consiglio di amministrazione a seguito delle dimissioni di Lisa Ferrarini, Riccardo Simonini e del presidente Paolo Lusenti.
Comune, Provincia e Camera di Commercio – l’un contro gli altri armati – molto probabilmente confermeranno la fiducia al cda uscente. Ma dovranno pur decidere qualcosa di fronte alle novità di questi giorni. Sempre domattina , inoltre, faranno sentire la loro voce anche gli operatori fieristici, che hanno deciso di presenziare alla conferenza stampa per mostra Ornitologica.
La Regione, dopo aver sbarrato la strada alle trattative con Fiera Milano, al di là dei comunicati fragorosi dell’assessore Muzzarelli non ha fatto pervenire neppure una bozza di un piano per la gestione del polo fieristico. E nemmeno esiste una proposta operativa per ricapitalizzare Reggio Fiere, come vorrebbe la Provincia, in modo da farla uscire dal concordato, ricondurre il debito di 24 milioni a una gestione in bonis e mantenere così le proprietà di via Filangieri in mano pubblica.
Si è detto e ripetuto che la situazione è prossima al caos. Tuttavia la novità più rilevante è ancora un’altra: l’avvio di un’indagine da parte della Procura della Repubblica sul crac di via Filangieri e sul debito (insostenibile) riversato su Reggio Fiere dall’immobiliare pubblica Sofiser. E’ possibile che la Procura si muova, con la consueta prudenza, sulla base dell’esposto presentato in estate dal capogruppo di Progetto Reggio Giacomo Giovannini. Sarebbero stati acquisiti altri documenti e anche ascoltate persone informate sui fatti. Significative le dichiarazioni del vicepresidente della Provincia Pier Saccardi sulla volontà di “aiutare il lavoro della Procura”.
Di certo la Limited Due Diligence affidata lo scorso anno dal cda Fiere allo studio PPi ha messo in luce non poche situazioni critiche negli ultimi bilanci di Sofiser e Siper: al punto che quel rapporto, evidentemente per i suoi contenuti imbarazzanti, è secretato da mesi nei cassetti di via Filangieri e degli enti soci. Sono documentati “errori” contabili, entrate e valutazioni incerte che avrebbero alterato non poco i bilanci stessi, utili compresi.
Non si può escludere che la Procura abbia acceso un faro su quella che appare la contestazione principale contenuta nella Due Diligence: un errore di trascrizione fra un documento e l’altro inerente la valutazione delle rimanenze finali calcolate sui lotti di aree industriali di Corte Tegge. Errore che ha provocato la “scomparsa” di cinquecento mila euro dal bilancio 2010 di Sofiser: l’ultimo prima della fusione con Siper in Reggio Emilia Fiere.
Secondo la Due Diligence l’errore avrebbe conseguentemente ridotto di mezzo milione gli utili dell’anno, con l’effetto di un problema tributario di non poco conto. Inoltre punta il dito sull’ex direttore di Sofiser Fabrizio Catelli, che secondo il documento avrebbe accentrato su di sé la gestione delle valutazioni delle compravendite.
Qualunque cosa dovesse decidere la Procura, i soci di Reggio Fiere non potranno eludere il nodo della gestione e dei debiti accumulati da Sofiser, immobiliare controllata dalla politica. Il presidente della Camera di commercio Enrico Bini ha dichiarato che “tutti i cassetti vanno aperti”. Vedremo sino a che punto ci sarà la volontà di fare chiarezza.
(Pierluigi Ghiggini)