Intanto a Reggio Grillo cerca candidati online entro il 30/11
Scazzo politico, è arrivata l’audizione. D’altronde si chiama Edera. No, non c’entra il PRI (Partito Repubblicano Italiano), tranquilli.
C’entra invece il fatto, ed è normale, intendiamoci, che una cittadina rappresentante di altri cittadini e che di nome fa Edera prima o poi si “avvinghi” su alcune questioni di principio come del resto farebbe l’omonima pianta rampicante resa celebra da una canzone di Nilla Pizzi (“Son qui tra le tue braccia, ancor avvinta come l’edera”).
Insomma: sarà anche avvinta, Edera (con la E maiuscola): di sicuro, però, non vuole darsi per vinta, e quindi eccola dare battaglia, decisa com’è ad andare alla “radice” della vicenda, cioè alle immagini video di quei concitati momenti, che la politica nostrana vuole chiarire.
Da qui le polemiche sui social, dunque le tinte forti e i toni ironici.
La giovane parlamentare reggiana, che gli amici di Casaleggio ricordano essere “la prima firmataria della convenzione di Istanbul sulla violenza sulle donne”, ha riportato proprio ieri sul suo profilo Facebook la testimonianza resa davanti a tre questori della Camera circa la “aggressione” che sostiene di aver subito – al termine di un vivace diverbio in aula – ad opera del collega deputato Enzo Lattuca (Pd, addirittura più giovane di lei: 25 anni) il 24 ottobre.
Qui di seguito il lungo testo (la “deposizione”, versione social network) postato qualche ora fa dall’on. pentastellata Maria Edera Spadoni.
“Quest’oggi ho avuto l’audizione per l’aggressione subita da parte del collega Lattuca il 24 novembre: c’erano i questori della Camera Dambruoso, Fontanelli e Fontana.
Abbiamo visionato il video. La telecamera da cui hanno recepito il video è in alto, quindi lontana, ma si vede chiaramente l’avvicinamento del collega e il gesto del simulare un pugno sulla mia testa. Peccato che essendo così in alto non si veda effettivamente quanto vicino era al mio viso. Ho richiesto se ci fossero altri video ma mi è stato risposto che non ce ne sono.
Ho fatto il mio intervento, che qua pubblico:
Il 24 ottobre alla fine dell’aula, durante gli ultimi interventi verso le 22.30 dopo un diverbio verbale il collega Lattuca si è avvicinato a pochi centimetri da me urlando e simulando dei colpi sulla mia testa.
Il deputato dava per scontato che il suo fosse un semplice gesto per mostrare, attraverso un gesto del colpire, il poco sale in zucca del mio collega Di Stefano.
Il problema è che, non potendo conoscere il suo ragionamento, chiaramente non potevo immaginare che il suo fosse un semplice gesto.
Oltre al gesto del colpire, si è aggiunto l’avanzare a passi svelti e il protendere verso di me, a pochi centimetri dal mio viso.
“Il deputato più giovane d’Italia” Lattuca a Reggio Emilia, intervistato dal neosegretario cittadino Lanfranco De Franco
Il tutto è durato una decina di secondi.
Parto dalla terminologia di alcune parole:
Minacciare: far temere a qualcuno un danno, un male, con l’intenzione di mettere in atto il proprio proposito o con lo scopo di intimorire.
Minaccia: azione violenta di una o più persone nei confronti di altre persone. È termine del linguaggio corrente, non giuridico, usato anche in senso più ampio, per indicare in genere atti compiuti con spirito di aggressività, di sopraffazione.
Violenza: con riferimento a persona, la caratteristica, il fatto di essere violento, soprattutto come tendenza abituale a usare la forza fisica in modo brutale o irrazionale, facendo anche ricorso a mezzi di offesa. In senso più ampio, l’abuso della forza (rappresentata anche da sole parole, o da sevizie morali), come mezzo di costrizione, di oppressione.
Timore: la condizione, lo stato d’animo di chi teme, di chi pensa possa verificarsi un evento dannoso, doloroso o comunque spiacevole, al quale vorrebbe sottrarsi.
Mi sono quindi sentita minacciata, cioè con l’idea che il deputato Lattuca potesse provocarmi un danno, un male?
La risposta è sì.
Mi sono sentita intimorita, cioè ho sviluppato quello stato d’animo di chi pensa possa verificarsi un evento dannoso?
La risposta è si.
Comprendo quello che dice il collega, cioè che la sua intenzione non era quella di colpire o minacciare.
Ma c’è una grossa differenza tra il pensiero di un uomo che sa di non voler aggredire ma di simulare e chi sta dall’altra parte subendo un atteggiamento prepotente e violento. Il collega non ha preso in considerazione il fatto che l’altra persona non può immaginare la stessa cosa. Non c’è giustificazione a quello che è successo, si è trattato di un evento di sopraffazione, di aggressività e di poco rispetto nei confronti di una persona, in questo caso una collega. Una mancanza totale di rispetto e una dimostrazione di arroganza.
Pretendo una sanzione disciplinare nei confronti del collega, per un semplice fatto: se non ci saranno sanzioni vorrà dire che, da adesso in poi, un atteggiamento di urla e di avvicinamento a pochi centimetri dal volto facendo un gesto di simulare dei colpi in testa verrà considerato come normale, non eccessivo e autorizzato in un’aula parlamentare.
Aggiungo inoltre che pretendo, se mai dovesse accadere un fatto simile in futuro, che non ci sia nessun segnale di solidarietà nè da parte dell’ufficio di presidenza né da parte degli altri gruppi fino alla visione dei video e l’avvio del procedimento di verifica come è successo nel mio caso.
Nella schermata qui sopra, da Facebbok, Enza Bruna Bossio (Pd) difende Lattuca. Mentre molti parlamentari grillini hanno attaccato Lattuca: «Quel che è accaduto in aula è intollerabile in una Repubblica parlamentare», ha spiegato Alessandro Di Battista. Intanto l’hashtag #TocToc spopola da giorni in rete. Una tempesta perfetta nel bicchiere d’acqua mezzo pieno e mezzo vuoto di Twitter
Pretendo inoltre la pubblicazione dei video, visto che moltissimi cittadini hanno fatto richiesta di ciò anche dubitando della mia versione dei fatti. Se questo non avverrà informerò della decisione dei questori di non pubblicare i video, decisione non condivisa dalla sottoscritta.
Concludo immaginando cosa sarebbe successo se un deputato del movimento 5 stelle avesse compiuto lo stesso gesto verso una deputata del partito democratico.
Spero la stessa cosa, anche se non ne sono così sicura.
La replica del questore Dambruoso è stata la seguente:
“Bene Spadoni, visto che dice che ci sono moltissimi cittadini che le hanno richiesto la pubblicazione, ci faccia avere le richieste e le valuteremo”.
Al mio disappunto (scusi questore, ma valgono tot cittadini e non un deputato?) la risposta è stata la stessa: visto che l’ha dichiarato, allora porti le richieste.
Impressione personale: il clima era un po’ da inquisizione nei miei confronti. Tutto mi aspettavo meno questo.
A questo punto tocca a voi. Mandate il seguente messaggio alla Presidente (su www.camera.it, icona la Presidente, link scrivi alla Presidente): con la presente richiedo la pubblicazione dei video a circuito chiuso della Camera della seduta del 24 ottobre riguardanti l’episodio che ha coinvolto il deputato Lattuca e la deputata Spadoni.
Vediamo se ascolteranno almeno voi.
ELEZIONI, IL PARTITO DI GRILLO FA SCOUTING A REGGIO
Volete candidarvi alle elezioni comunali di Reggio? Avete tempo ancora pochi giorni, sino al 30 novembre, per provarci con il Movimento 5 Stelle, che a Reggio è abbastanza forte da esprimere due parlamentari (Maria Edera Spadoni e Maria Mussini) e punta persino ad andare al ballottaggio con il centro-sinistra replicando il “protocollo Parma”.
I Cinquestelle di Reggio hanno pubblicato nel loro sito l’avviso di selezione per aspiranti consiglieri comunali. Le regole e il modulo per la candidatura si possono scaricare da www.reggio5stelle.it . Chiunque può partecipare e seguire tutte le fasi che porteranno a formare la lista dei 33 candidati. “Il Movimento 5 Stelle – si legge nel sito – da sempre si batte per la trasparenza di ogni atto politico, vogliamo la politica dei cittadini, vogliamo scegliere i nostri rappresentanti alla luce del sole”.
Un gruppo di controllo – riferisce il Fatto Quotidiano – valuterà le candidature in collaborazione con lo staff di Beppe Grillo, per poi passarle al verdetto della votazione online.
Il fatto è che da inizio ottobre si sono fatte avanti un sacco di persone, e il numero degli aspiranti ha già superato ampiamente quello dei posti in lista. Di conseguenza è prevista la votazione onlinesul portale Uno vale uno (Uvu), che a Reggio Emilia conta circa 2mila iscritti.
Tre posti saranno comunque riservati ai cosiddetti “cittadini meritevoli”, vale a dire persone con affinità agli ideali dei Cinque stelle che si siano distinte per il proprio lavoro e impegno sociale, e che saranno selezionate in un momento successivo dalla squadra dei candidati.
La scelta del candidato sindaco invece avverrà direttamente sul portale di Beppe Grillo. Per quanto riguarda i candidati, tra i requisiti ci sono quelli previsti dalla legge e quelli stabiliti dal blog di Grillo. Chi ha intenzione di correre con i Cinquestelle potrà presentare una candidatura univoca per il Comune di Reggio Emilia, rinunciando alle elezioni per altri Comuni o alle Europee. Dovrà inoltre essere iscritto alla piattaforma Uno Vale Uno in data non successiva al 30 giugno 2013 e dovrà avere svolto almeno tre attività con il Movimento: dalle campagne elettorali (regionali 2010, amministrative 2011, politiche 2013) alle raccolte firme (acqua pubblica, rifiuti zero) sino all’organizzazione di eventi pubblici: comizi di Beppe Grillo, Vaffa-day, festee incontri del movimento.
Per avere una lista completa di nomi si dovrà attendere l’inizio del 2014, quindi si passerà alla scelta del candidato sindaco. Matteo Oliveri, consigliere comunale in carica, ha già anticipato l’ intenzione di non correre alle prossime amministrative. «Avevo detto che avrei dato il massimo in questo periodo e in questi anni ho lavorato tanto per i cittadini e per il Comune, ma non mi ricandiderò – ha dichiarato al Fatto – Credo molto nel movimento e rimarrò a disposizione con la mia esperienza, che potrà servire per il futuro, anche in un ruolo marginale». Ma c’è chi parla di molto amaro in bocca perchè il suo lavoro, che è stato tanto, non ha ricevuto un vero riconoscimento politico.
Asteroide 423
22/11/2013 alle 08:16
L’Italia rimarrà un paese fortemente maschilista, il Pd ancora di più (come sempre nonostante proclami )e la ‘lattuga’ sarà sempre più commestibile dell’edera.
Però sarà coltivata in campi democraticamente contaminati e successivamente bonificati tramite i soliti appalti…
In conclusione il Pd non ce la può fare più neppure sul restyling…ormai fa veramente schifo.