I tempi sono duri. Anche marinare la scuola può costare molto caro. Specialmente per un mese filato. Specialmente se sei agli arresti domiciliari, puoi uscire solo per andare a studiare e ai carabinieri racconti un sacco di balle.
Tutto questo accaduto a un bravo ragazzo marocchino, arrestato a Riccione per rapina e tentato omicidio in occasione della notte di sangue del 2 settembre di un anno fa, all’esterno di una discoteca del divertimentificio rivierasco.
L’uomo, che ha 19 anni, due mesi dopo aveva ottenuto i domiciliari nella sua abitazione di Reggio, dalla quale con successivi provvedimenti poteva assentarsi inizialmente dalle 8 alle 13,00 e poi dalle 8 alle 17,45 di tutti i giorni, per frequentare uno stage presso un istituto formativo della città.
L’altra sera intorno alle 18,00 i Carabinieri non l’hanno trovato a casa e lui poi li ha chiamati al telefono sostenendo che il bus che da scuola doveva riportarlo a casa aveva avuto un ritardo di quindici minuti motivo per cui non era stato trovato. I militari sul momento hanno sorvolato (la scusa con l’attuale condizione del trasporto pubblico, è plausibile) , tuttavia la mattina hanno controllato a scuola, e lì venivano a sapere che non frequentava il corso da un mese, e che lo stesso stage formativo da qualche giorno era finito.
Cominciate le ricerche dello studente “modello” , i carabinieri lo rintracciavano per strada. di fronte a loro, il marocchino a tirato fuori l’ennesima bugia: “Ho fatto tardi sto andando a scuola”. E’ stato portato direttamente in carcere per evasione in flagranza di reato.