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Industria, in sei anni -24%. Appello di Bergonzini: “Impegni veri per Reggio Emilia Innovazione”

L’industria metalmeccanica reggiana, forte di 464 imprese che occupano oltre 127 mila addetti addetti, sta vivendo un difficile momento e per restare competitiva deve darsi nuove strategie, promuovere nuovi modelli di sviluppo, rinnovare la cultura aziendale. Nello stesso tempo sono necessari un calo della pressione fiscale, un’agevolazione nel credito e rapporti migliori con il sindacato. Nel frattempo, la prima risposta a livello locale deve essere il sostegno al “Progetto Reggio Emilia Innovazione”.

E’ il succo del convegno organizzato ieri (martedì) dal gruppo di Unindustria Reggio nell’aula magna dell’ateneo in viale Allegri a cui hanno partecipato Luca Paolazzi, direttore Centro Studi Confindustria; Fabio Giuliani, Director Controlling, Finance & Business Excellence di TDIT SpA del Gruppo Bosch; Paolo Ramadori, Presidente e Amministratore delegato di Oerlikon Graziano SpA; Franco Stefani, Presidente di System Group Spa, con Marco Alfieri, direttore de Linkiesta) che ha coordinato il dibattito.

Luca Bergonzini, presidente del gruppo metalmeccanico, nella sua relazione all’asemblea ha snocciolato cifre drammatiche: “Rispetto a sei anni fa il prodotto interno lordo dell’Italia si è ridotto del 9%. Il Pil procapite è diminuito del 10,4%, vale a dire di circa 2.700 euro per abitante: si tratta di una caso unico tra i Paesi dell’area euro. La riduzione della domanda interna è stata di una intensità senza precedenti. L’occupazione è scesa del 7,2% e quasi due milioni di posti di lavoro sono andati perduti. La produzione industriale è a un livello inferiore del 24% rispetto al primo trimestre del 2008. La stretta creditizia è stata ed è particolarmente intensa. La pressione fiscale è cresciuta di un punto del Pil, toccando il 44%, vale a dire una percentuale mai raggiunta dal dopoguerra. Infine, continua l’aumento del costo del lavoro per unità di prodotto, confermando un trend ultraventennale”.

Cosa fare per fermare il declino

Ha continuato Bergonzini: “Il nostro Paese non può limitarsi ad attendere l’inversione del ciclo economico ma deve impegnarsi per rimuovere, progressivamente, le cause del proprio declino. Non ci sono alternative. E’ indispensabile che alle politiche macroeconomiche in favore della crescita, si accompagnino appropriate iniziative per favorire la competitività delle imprese. Confindustria ha già indicato le azioni prioritarie che potrebbero permettere una crescita a ritmi superiori al 2%, già a partire dal 2016. La prima azione, è sicuramente una concreta e visibile riduzione del cuneo fiscale e contributivo. La seconda, è il sostegno agli investimenti privati, nella ricerca e innovazione, attraverso interventi di semplice gestione, come il credito d’imposta. La terza priorità è costituita dal rilancio della domanda pubblica e privata di beni di investimento. Un’altra priorità è data dalla combinazione tra il sostegno alla liquidità del sistema, l’allentamento della stretta creditizia, il pagamento degli arretrati della Pubblica Amministrazione e il  potenziamento degli strumenti di garanzia. Infine, è essenziale il sostegno all’export, anche attraverso l’aumento dei fondi per la sua promozione. Considerato tutto ciò, il disegno di legge di stabilità presentato dal Governo è certamente pieno di buone intenzioni ma, alla prova dei fatti, assolutamente carente in molte parti e, soprattutto, troppo contenuto nelle risorse economiche”.

“I sindacati collaborino”. Il caso Fiom

 Bergonzini infine ha lanciato un messaggio si sindacati al leader della Fiom Maurizio  Landini (reggiano) : “È indispensabile che tutte le Organizzazioni sindacali s’impegnino per sostenere e accompagnare le aziende nei loro percorsi di adattamento alle mutate condizioni economiche.  Nel nostro Paese, per fare un esempio, ci troviamo nella paradossale situazione di avere, da una parte, un contratto nazionale di lavoro dell’industria sottoscritto da Federmeccanica con le sole Cisl e Uil e, dall’altra, un contratto collettivo di settore della piccola industria sottoscritto da Unionmeccanica con la sola Fiom. Proprio quest’ultima nel dicembre 2012 si era rifiutata di firmare il contratto nazionale, reputando, tra l’altro, 130 euro d’aumento insufficienti per garantire il potere d’acquisto dei lavoratori. Una posizione di rigidità che, solo otto mesi più tardi, non ha impedito, alla stessa Fiom, di sottoscrivere il contratto nazionale della Piccola industria con 131 euro d’aumento, vale a dire un solo euro di differenza. Questo è un comportamento che non si spiega con posizioni di merito, ma con motivazioni meramente ideologiche se non politiche. Se vogliamo fare nuovamente crescere il Paese, dobbiamo intraprendere con i sindacati un percorso fatto di concretezza, privo di antagonismo, di ideologismi e di sterili contrapposizioni.

“Sosteniamo Reggio Emilia Innovazione”

“Dobbiamo sostenere il  progetto di “Reggio Emilia Innovazione”  – ha concluso il presidente del gruppo metalmeccanico che il Presidente Aimone Storchi sta rinnovando e sempre più potenziando con l’obiettivo di farne il punto di riferimento, nel nostro territorio, per il trasferimento delle tecnologie e delle conoscenze più avanzate.

“Reggio Emilia Innovazione” nei prossimi giorni sottoscriverà, con i principali attori economici e amministrativi locali, il protocollo d’intesa attraverso il quale si formalizzerà la governance dell’innovazione nel territorio Reggiano. Questa iniziativa è complementare all’avvio operativo del Tecnopolo Reggiano, promosso nell’ambito delle Rete Alta Tecnologia dalla  Regione Emilia Romagna, e il cui sviluppo diventa un obiettivo prioritario. Dobbiamo far sì che le aziende, con le loro esigenze di ricerca e di innovazione, inizino a confrontarsi e a lavorare con i diversi laboratori siti nel Tecnopolo. L’industria metalmeccanica di Reggio Emilia, con certezza,  raccoglierà tale sfida”.

*** 

19/11– Il direttore del Centro Studi di Confindustria Luca Paolazzi interviene oggi pomeriggio all’assemblea del Gruppo Metalmeccanico di Unindustria Reggio (Aula Magna dell’Università, viale Allegri, ore 17,30).

Parlerà su L’industria italiana cambia volto. Conclusioni del presidente di Federmeccanica Fabio Storchi. L’assemblea è dedicata alle nuove strategie competitive e agli scenari di sviluppo per l’industria meccanica.

Alle 17,30 la relazione di Luca Bergonzini, residente Gruppo Metalmeccanico. A seguire l’inervento di Luca Paolazzi, quindi le testimonianze aziendalidi  Fabio Giuliani – Director, Controlling, Finance & Business Excellence TDIT SpA – Bosch Group; Paolo Ramadori – Chairman and Managing Director Oerlikon Graziano Group SpA;  Franco Stefani – Presidente System Group SpA  Coordina Marco Alfieri – Giornalista, Direttore de Linkiesta.it.  Alle 19.30 conclusioni Fabio Storchi, presidente di Federmeccanica.

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